La ruota della fortuna vs Affari tuoi è diventato il Barbenheimer italiano

Già ribattezzata La ruota degli affari tuoi, quella tra Gerry Scotti e Stefano De Martino è diventato la più improbabile delle rivalità, tra tifoserie contrapposte, battaglie di share, colpi di scena e surreali guest star.

15 Ottobre 2025

Il preserale della televisione italiana – access prime time, a voler fare i brillanti – è diventato il nostro piccolo ma esplosivo Barbenheimer”. Il 21 luglio 2023 negli Stati Uniti sono stati distribuiti in contemporanea al cinema Barbie di Warner Bros e Oppenheimer di Universal, due pellicole gigantesche allo stesso modo ma in direzioni così diverse. Il rosa e il nero, una commedia fantastica e le bombe atomiche, internet ha trasformato questo doppio rilascio in un evento storico, con meme, articoli, analisi e l’annuncio di un terzo film in produzione per raccontare il fenomeno.

In questo autunno televisivo Mediaset e Rai hanno deciso di fare la stessa cosa in versione piccolo schermo con La Ruota della Fortuna e Affari Tuoi. Entrambi i colossi mediatici hanno calato i loro assi per metterli in onda nello stesso momento dando vita a uno scontro che è già epocale. L’Italia poi, vive e si alimenta di dualismi in ogni campo da sempre: la pasta e la pizza, De Andre e Battisti, la Vespa e la Lambretta, Don Camillo e Peppone, Calvino e Pasolini, Mazzola e Rivera, nord e sud, e adesso – osiamo fino a qui – Gerry Scotti contro Stefano De Martino. Il nostro piccolo ma agguerrito fenomeno televisivo, una tenera Ruota degli Affari Tuoi che magari un giorno lontano diventerà un bello sceneggiato in tre puntate.

Lo Zio Gerry contro Stefano De Martino

L’Italia ha un gusto sopraffino per i soprannomi – ineffabili, spesso canzonatori e quasi offensivi, talvolta affettuosi – e l’ho capito in quinta ginnasio quando un prof di matematica cominciò a chiamare Il Barbiere un mio compagno che al lunedì non si presentava mai a scuola. Tutto il paese chiama Gerry Scotti lo zio Gerry e non è difficile pensare che molte persone vedano il suo volto molto di più rispetto a quello di uno zio vero e carnale. Mediaset nel mese di luglio ha fatto scoppiare nel cielo la tempesta perfetta, con la pioggia, il vento e i fulmini. Per prima cosa, alla presentazione dei palinsesti ha annunciato che Striscia la Notizia si sarebbe presa una pausa per tornare rinnovata, senza quando, come e perché in un atto di forza storico nei confronti di Antonio Ricci, un uomo che in quanto a influenza nella televisione italiano forse non è secondo a nessuno; poi ha ripescato il format dei format, La Ruota della Fortuna, un programma che per decenni ha rappresentato uno stato d’animo, che è diventato un meme vivente e che ha disegnato scorci d’Italia eterni.

Dalle vittorie del giovane Renzi fino ai baffi del Signor Giancarlo che ai soldi preferì la gloria perpetua con la sua «Le Amazzoni: vinsero numerose battaglie grazie alla loro f**a». La Ruota lega il suo immaginario storico a Mike Bongiorno e il format statunitense dagli anni ottanta a oggi ha messo in fila oltre 3700 puntate in onda sulla televisione italiana; il timone ben saldo a Gerry Scotti, il volto maschile di Mediaset più popolare in assoluto, un conduttore reduce dalla sua prima apparizione al Festival di Sanremo lo scorso anno, un uomo che grazie all’aiuto del figlio Edoardo è diventato un volto anche di internet dimostrando che quando sai comunicare, il mezzo – radio, televisione, smartphone che sia – diventa solo uno strumento da sfruttare.

Dall’altra parte la Rai ha fatto quello che avrebbe fatto chiunque, si è aggrappata a Stefano De Martino. Nessuno lo scorso anno avrebbe scommesso su un successo così vasto di Affari Tuoi soprattutto per l’eredità pesantissima raccolta dalle mani di Amadeus, un uomo che come ha scritto Mario Manca su Vanity Fair è diventato colui che non deve essere nominato come se fosse Voldemort in Harry Potter. De Martino – che è scaltro e pragmatico – ha preso un programma che funzionava alla perfezione, non ne ha toccato i meccanismi primordiali e l’estetica e poi l’ha spettinato un po’. In primis, perché ha quasi trent’anni in meno di Amadeus, poi perché è di natura e inclinazione più frizzante e per finire anche perché è un uomo bellissimo e questo in televisione – posiamo l’ipocrisia – conta moltissimo. Il risultato è stata un’annata eccellente e un’estate in cui poi in viale Mazzini hanno seguito le volontà del conduttore e condottiero napoletano: tutto deve restare com’è. Affari Tuoi è ripartito nel segno della continuità, dei personaggi che funzionavano, della camicia bianca di De Martino, di qualche balletto giusto e azzeccato, del dottore – Pasquale Romano – che chiama al vecchio telefono con il filo. Solo che è partito in ritardo.

Lo share

In televisione, quando si parla di share, il tempo è tutto. Allungarsi e durare più dei competitor aiuta sempre perché quando la concorrenza cala, l’audience aumenta e alcune percentuali bulgare dei valorosi festival di Amadeus sono frutto anche di questa strategia, soprattutto per le puntate infrasettimanali; cominciare prima, non nel senso di orario, ma di giorni, e nel caso di Affari Tuoi vs La Ruota della Fortuna di mesi, è invece fondamentale per far affezionare il pubblico. Gerry Scotti ha cominciato ad andare in onda nel mese di luglio, un’oasi d’acqua scintillante in mezzo al Sahara della programmazione estiva. La furbizia di Mediaset si è nascosta nell’idea di un Minotauro televisivo: un format antico, collaudato, caldo, risciacquato dentro uno studio avveniristico da anni 3000, un impasto felice di pornonostalgia e intelligenza artificiale.

Per Affari Tuoi è stato come scendere in campo e al fischio d’inizio ritrovarsi già sotto di due gol senza il tempo e il respiro per potersi organizzare, senza nessun campione da far entrare per ribaltare il risultato. E poi non è stato facile recuperare, anzi. Stefano De Martino ha raccontato qualche settimana fa sul palco del festival di Fan Page che quando in estate gli è capitato di passeggiare per Napoli poco prima di cena si è accorto che da ogni televisione uscivano la voce e il faccio di Gerry Scotti e ha capito subito che sarebbe stata durissima. La battaglia è apertissima e si svolge a tutto campo con utenti che si prendono il tempo battagliare sui social e sottolineare le presunte scorrettezze reciproche: il 10 ottobre decine di testate si sono indignate – indignate, proprio così – perché La Ruota si è allungata dieci minuti più del dovuto facendo il pieno di share e sconfinando dentro il duello con Tale e Quale Show.

È una guerra di alto livello, una battaglia continua di due programmi che sfiorano stabilmente il 25 per cento di share e superano abbondanti i 4 milioni di telespettatori. Al momento la sta vincendo Mediaset su una Rai forse in leggero affanno che prova a trovare contromisure un po’ sbiadite. De Martino – che insieme agli autori aveva battezzato alcuni personaggi minori con il tocco a là Bonolis – sembra aver accantonato Thanat e Lupo promuovendo a ospite fisso Herbert Ballerina ma la mossa non convince del tutto. Anche perché dall’altra parte le risposte sono tanto spettacolari quanto surreali: il 5 ottobre Dan Brown ha scelto La Ruota della Fortuna per presentare in esclusiva il suo ultimo romanzo appena uscito in Italia. Neanche il visionario Boris aveva mai osato immaginarsi così tanto ma lo scritture statunitense si sarà trovato a suo agio visto che la La Ruota è un format mitologico anche oltreoceano.

Da questo duello emerge una sentenza nitida e chiara e cioè che il pre-serale è diventato la prima serata televisiva non solo in termini di orari. Sono questi due format a essere un evento, sono questi due format quelli da seguire in diretta, ancora nel rito collettivo del guardare la televisione insieme. Attorno a loro c’è poco altro e poi vincono le giganti piattaforme che offrono tutto quello che vogliamo, quando vogliamo. Se la nonna non vede Gerry il giovedì, potrà riprendere il venerdì senza problemi, se la cugina si perde il lunedì di Affari Tuoi troverà sempre il sorrisone di De Martino il giorno dopo. L’opposto della serialità abbracciato all’attaccamento e all’affezione. È un peccato che i due programmi migliori della televisione italiana vadano in onda su per giù alla stessa ora? Forse sì, ma non potrebbe essere altrimenti perché Atene e Sparta devono nascere, crescere e combattere insieme altrimenti che dualismo è.

Il miglior romanzo italiano sono le puntate di Affari Tuoi

Avidità, superstizione, adrenalina, gloria e lacrime: la più grande spremuta di umanità in televisione, ed è irresistibile.

Gerry Scotti, lo zio che faceva i meme

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