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Come il trend della sexy water sta cambiando il liquido più noioso del mondo

Le versioni aromatizzate hanno iniziato a comparire anche nei nostri social e supermercati: dalle bottigliette per la skincare ai cubetti coloranti, le opzioni per evitare l'acqua normale sono sempre di più.

di Clara Mazzoleni

Il mio telefono sa tutto di me, anche che odio bere (da quando ho scaricato quell’app che ti ricorda quando è il momento di bere un bicchiere d’acqua: l’ho disinstallata dopo qualche giorno perché riceveva solo insulti, poverina). Sarà per questo che continua a somministrarmi le sponsorizzate dei cubetti per colorare e insaporire il più incolore, insapore e, come dice il Guardian in questo articolo sulle acque modificate, “noioso” dei liquidi, provocando in me emozioni contrastanti, tra repulsione e attrazione, gratitudine e odio. Nella mia sponsorizzata preferita c’è una donna in costume bianco, la luce del sole che la raggiunge a chiazze, filtrata dalle foglie di un fico: la bellissima ragazza, con la sua jawline definita e i capelli setosi, sorseggia da un’elegante borraccia di vetro trasparente una bevanda violetta (presumibilmente al sapore di fico). Come spesso accade, i video creati per pubblicizzare la distribuzione italiana dei cubetti sono decisamente meno cliccabili: è più facile continuare a scrollare quando ti trovi davanti una mesta impiegata come te, in una cucina più brutta della tua, che per cercare di convincerti ad acquistarli usa due o tre volte l’espressione “senso di colpa” (perché non bevi abbastanza). Ma come: se proprio mi devo imporre di bere “2 litri d’acqua al giorno”, come narra la leggenda (chissà chi è stata la prima modella a dirlo in un’intervista, attribuendo a quest’abitudine lo splendore della sua pelle: e da lì, è diventata una legge, anche se, come rivelava il New York Times a gennaio, non tutti hanno lo stesso bisogno di bere così tanto), se proprio devo fare questo sforzo, dicevo, condannandomi a un’estenuante via-vai dalla toilette e alla sensazione di essere una rana che sta per esplodere, non lo farei certo per non sentirmi in colpa, ma per diventare un po’ più simile a Bella Hadid. Che però, come sottolinea Dazed e come ci ha mostrato lei stessa in un video, per apparire come appare non si limita certo a bere 2 litri d’acqua, ma assume qualcosa come 700 euro di integratori, tra goccine e pasticche (senza contare gli interventi di chirurgia e medicina estetica, ovviamente).

Così come quello degli integratori, il mercato dell’acqua pimpata potrebbe sembrare uno scam tipicamente americano: che bisogno dovremmo avere noi italiani, che possiamo serenamente decidere di investire in una dieta a base di frutta e verdura Cortilia e acqua San Benedetto, di cercare altrove le vitamine e il drenaggio di cui abbiamo bisogno? Eppure, diversi brand hanno cominciato a provarci anche qui, sfruttando il trend “sexy water” su TikTok, dove il liquido più noioso del mondo, simbolo di purezza e semplicità, diventa l’ennesima occasione per consentire alle persone di scatenare la creatività frustrata. E allora vai di acque rosa e blu, cubetti di ghiaccio a forma di cuori o farciti di fiori, frutta e glitter commestibili. E questa è la versione casalinga: poi c’è quella spinta dai vari marchi, dove troviamo collezioni di bustine di polverine per dare all’acqua i sapori più assurdi e i colori più sgargianti, bottigliette di golden water già preparata (anche se è facilissima da fare: basta un po’ di curcuma, pepe e limone), preziosi cubetti in grado di diffondere nell’acqua elettroliti essenziali, vitamine e zinco, sinuose bottiglie di diversi colori su cui leggiamo cose come “linfa di betulla” o “estratto di menta piperita”. E qui veniamo al punto: l’ultimo esempio è italianissimo, così come l’avvistamento che mi ha convinto a scrivere questo articolo, nell’attesa che il trend esploda (o fallisca) anche nel nostro Paese. È una bottiglietta piccolina, adorabile, con il tappo rosa. Contiene 220 ml di preziosissimo liquido opaco, leggermente rosino (pare sappia di frutti di bosco) arricchito di collagene, zinco e acido ialuronico. Sopra, sempre in rosa, c’è scritto in grande “Skin care”, e sotto “il rituale di bellezza”. Attrazione e repulsione. Mi sono sentita offesa, manipolata. Ma come, ho pensato, sono in grado di trascorrere le mie giornate assumendo liquidi esclusivamente attraverso due lattine di Coca zero, una a pranzo e una a cena – per poi lamentarmi di essere gonfia, questo sì, ma nessun senso di colpa – e mi faccio fregare da questo giocattolino soltanto perché è rosa e carino? Il criceto di TikTok, quello con il fiocchetto in testa, direbbe: ebbene sì… I’m just a girl.

Nel tentativo di auto-diagnosticarmi, ho cercato di scoprire se esiste un termine per definire il problema di chi odia bere acqua. Ho trovato “idrofobia”, che però ti viene quando contrai la rabbia (non è il mio caso), e una lista dei sette disturbi di chi beve poco, tra cui affaticamento e invecchiamento precoce. Ho scoperto che la mancanza di sete, di cui sicuramente soffro, si chiama “adipsia”, ma non ho trovato un termine che descriva quelle persone che, come me, fanno moltissima fatica a bere acqua normale. Ho scoperto che esiste una parola per il disturbo opposto, ovvero la “potomania” (o polidipsia psicogena), «una patologia di natura psichica e comportamentale caratterizzata dal bisogno incontrollabile e compulsivo di bere acqua, più di quanto sia necessario».

È difficile ammetterlo, ma forse per noi che odiamo bere acqua  il trend della sexy water potrebbe rivelarsi utile. Nel mio caso, devo dire, anche smettere di bere alcolici si è rivelata una buona idea. Da questo punto di vista sì che invidio chi vive negli Stati Uniti, dove il mercato delle bevande analcoliche è praticamente esploso (anche qui possiamo citare Bella Hadid, con la sua bibita Kin Euphorics), proponendo, per l’appunto, acque aromatiche, finte birre e finti vini, mocktail fantasiosi e bellissimi da fotografare. Nei locali italiani la situazione è deprimente: se rifiuti l’alcol hai pochissime zuccherose opzioni (e non ditemi che dovrei bere la terza coca zero della mia giornata). E allora non ci resta che chiedere un bicchiere d’acqua con ghiaccio e limone, destando lo sgomento del barista. Basta aggiungere una cannuccia nera, per sognare che sia un gin tonic. E così, perlomeno, tra una sigaretta e l’altra, un po’ di acqua siamo riusciti a buttarla giù.