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00:55 giovedì 28 agosto 2025
Il governo francese farà causa alla piattaforma Kick per il caso di Jean Pormanove, lo streamer morto durante una diretta Secondo il governo, la piattaforma streaming non avrebbe rispettato la legge in materia di moderazione e rimozione di contenuti violenti.
Il nuovo libro dell’autrice di Mangia, prema, ama è una storia d’amore, droga e malattia terminale Si intitola All the Way to the River, uscirà in inglese il 9 settembre e ha già fatto arrabbiare un po' di persone.
KPop Demon Hunters è diventato il film di maggior successo commerciale nella storia di Netflix Non solo il film più visto sulla piattaforma, ma anche il primo titolo Netflix a conquistare il botteghino Usa e la classifica musicale.
Finalmente sappiamo di cosa parla La grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino È il film che aprirà la Mostra del cinema di Venezia ed è uno di quelli che concorreranno al Leone d'oro. I primi dettagli sulla trama hanno sorpreso molti.
Il vestito con cui Taylor Swift ha annunciato il suo matrimonio è andato sold out in un’ora Le Swifties hanno preso d'assalto il sito di Ralph Lauren per acquistare l'abito a righe indossato nelle foto con Travis Kelce.
Al Burning Man sta succedendo un disastro, di nuovo Tempeste di sabbia, code di otto ore per entrare, l'Orgy Dome distrutto: dopo la tremenda edizione 2023, anche quest'anno le cose sembrano mettersi male.
Se ci fosse un Leone d’oro per la miglior locandina, l’avrebbe già vinto Bugonia di Yorgos Lanthimos Il regista aveva dimostrato già un impeccabile gusto in fatto di locandine con quelle di Kinds of Kindness. Con quella del film che presenterà a Venezia è riuscito addirittura a superarsi.
I (pochi) turisti stranieri in vacanza in Corea del Nord sono rimasti molto impressionati dalla falsa Ikea e dal falso Starbucks di Pyongyang In tutto e per tutto simili ai loro corrispettivi occidentali e capitalisti, e anche un tantino più cari.

Piccolo grande schermo

Ecco la storia di copertina del nuovo numero di Studio in edicola: tutti pazzi per la tv, anche quelli che dicono di non guardarla più.

21 Luglio 2013

Da oggi, venerdì 19 luglio, è in edicola il nuovo numero di Studio, la cui storia di copertina è dedicata alla televisione.

Gran parte dei lettori di Studio sa quanto da queste parti ci siamo appassionati – e continuiamo a farlo – alla grande cavalcata di questi anni delle serie tv (ne parla mirabilmente Mariarosa Mancuso a pagina 39), in gran parte americane ma con alcune fantastiche eccezioni europee, capaci di ridisegnare i paradigmi della qualità in ambito culturale, smentire le teorie di più di un arguto intellettuale, ribaltare le posizioni di forza nei confronti del politicamente corretto fratello cinema e della polverosamente pomposa sorella letteratura. Il grido di viva la tv ci ha preso fino al punto di trarre il motto di questo giornale – il lettore medio non esiste – da una riflessione di David Simon, il bravissimo inventore di The Wire. Va da sé quindi che nelle nostre riunioni di redazione e pause pranzo sia spesso questo l’argomento di conversazione. Se ci aggiungiamo il calcio – e lo sport in generale – e la politica, ecco che magicamente ci siamo resi conto che alla fine era di televisione che stavamo parlando per la maggior parte del nostro tempo. Tutti: quelli che qui fra noi – i più giovani, cool e arguti – fieramente si vantano di non avere la tv in casa, e quelli – come me, che guido il gruppo e sono il più vecchio – dipendenti da alcune serie tv, ma contemporaneamente ancora affezionati a cose apparentemente desuete come il tg delle 20, la partita alle 15, il festival di Sanremo e i talk show di prima serata. E lo stesso ci pare stia capitando in giro, lo sguardo ai social media in questo è esemplare: è di tv che si parla, e spesso di quella tv generalista che genericamente sosteniamo che non ci piaccia più e abbia fatto il suo tempo.

Le cose di cui proviamo a parlare nelle pagine di questo numero sono un po’ queste. Abbiamo cercato di farlo rispondendo ad alcune domande (perché la tv di qualità non trova spazio nella nostra generalista? È possibile creare valore e mercato attorno alle cose bellissime che guardiamo illegalmente quotidianamente sui nostri laptop? E la tv dei nostri nonni e genitori, siamo sicuri che sia morta e sepolta? I numeri sembrano dimostrare l’inverso) e disegnando le traiettorie della nuova tv, lo streaming, i modelli attuali e futuri, lo sguardo globale, cosa cambierà da qui ai prossimi anni.

Di nuovo e come sempre: non un saggio esaustivo ma una passeggiata dentro le gioie e i dolori della tv, troppo presto data per finita (riflettiamo ad esempio su quanto continui a contare in politica il passaggio televisivo), ma che ancora riempie la nostra vita professionale e il nostro tempo libero. Anche di quelli che fra noi sostengono di non guardarla più o che forse, più semplicemente, hanno iniziato a chiamarla in modo differente.

Vi aspettiamo in edicola.

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