La Madleen e altre otto navi, partite sabato scorso, sono già nei pressi delle coste greche e si avvicinano al blocco israeliano.
Medio Oriente – Flotta dura senza paura
La Marina militare israeliana ci ha messo 38 ore per intercettare e abbordare le 42 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla che cercavano di raggiungere la Striscia di Gaza per consegnare aiuti umanitari alla popolazione. I 500 membri degli equipaggi sono stati tutti arrestati, portati prima nel porto di Ashdod e poi nella prigione di Ketziot, dove hanno anche ricevuto la graditissima visita del ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir, accorso sul posto per chiamarli terroristi. I loro avvocati denunciano già abusi psicologici e fisici. Quattro deputati italiani che hanno partecipato alla missione sono già tornati a casa, per tutti gli altri si aspetta e si spera che le procedure di espulsione siano veloci e indolori. Nel frattempo, dalla Sicilia è partita, direzione Gaza, una nuova Flotilla.
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Politica – Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Italia
La conta è ancora in corso – un milione di persone? Uno e mezzo? Due? – ma una certezza c’è già: quello del 3 ottobre 2025 è stato uno degli scioperi generali più partecipati della storia recente del nostro Paese (e non solo, a giudicare da come ne stanno parlando i media all’estero). Se la Flottila sarà fermata, noi bloccheremo tutto, avevano promesso Usb e Cgil: promessa mantenuta, mantenuta 100 volte, tante quante le manifestazioni che si sono tenute in tutta Italia per tutta la giornata. E adesso? Adesso si ricomincia: oggi a Roma c’è la manifestazione nazionale.
Esteri – Final Destination
Con l’enfasi che è ormai la sua cifra stilistica, Trump aveva annunciato che se Hamas non avesse accettato entro 72 ore il suo “piano di pace”, a Gaza si sarebbe «scatenato l’inferno». Hamas ha accettato in tempo, restituirà tutti i 48 ostaggi vivi e morti («se ci saranno le condizioni»), così gli aiuti umanitari potranno finalmente arrivare nella Striscia. Cosa succederà dopo, difficile prevederlo: Trump sa solo che non vuole Hamas al governo, Netanyahu ha detto che Israele non riconoscerà mai lo Stato di Palestina, Hamas ha fatto sapere che del piano Trump ci sono ancora tante cose da discutere.
Ancora esteri – Maroc ‘n’ roll
Dopo l’Indonesia, il Nepal, il Madagascar, adesso la protesta permanente della Generazione Z ha travolto il Marocco. Esattamente una settimana fa, sabato 27 settembre, i marocchini scendevano in piazza per contestare un governo a loro dire più preoccupato dagli stadi da inaugurare per il Mondiale 2030 che dagli ospedali di cui le persone hanno disperatamente bisogno adesso. Alta disoccupazione giovanile, stipendi troppo bassi, costo della vita che aumenta troppo in fretta, queste le ragioni della rabbia già diventata violenza e già repressa con la violenza: almeno due persone sono morte a Lqliaa, nei pressi di Agadir, uccise da poliziotti che cercavano di respingere l’assalto al commissariato locale. Si teme che non saranno le ultime.
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Pop – Taylor Sniff
È uscito il nuovo album di Taylor Swift, The Life of a Showgirl. Com’è? Bruttino, a giudicare da diverse recensioni e dalle stranite reazioni degli Swifties. Ma qui non ci interessa certo discutere i meriti artistici e musicali di Swift (che manco neghiamo, per carità, non vogliamo ritrovarci assediati dai fan), l’unica cosa che ci chiediamo è: ma è davvero Charli XCX la persona di cui parla in “Actually Romantic”? Questa ragazza che ha osato definirla «Boring Barbie», questa ex amica che gode delle sue disgrazie sentimentali e che trova il coraggio di parlare male di lei solo previa assunzione di importanti dosi di cocaina? Ma soprattutto: possibile che Taylor Swift ce l’abbia sempre a morte con qualcuno, che nemmeno la fama, i soldi, il successo, il botteghino sbancato e il matrimonio dell’anno bastino per farle mettere una pietra sopra a tutto?