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Il Festival di Sanremo resterà alla Rai, anche perché nessun altro lo ha voluto
Al bando del Comune per l'organizzazione del Festival ha risposto solo un'azienda: la solita.

«Se le verifiche di congruità e delle procedure giuridiche in corso confermeranno l’esito delle procedure sulla manifestazione del Festival di Sanremo, si aprirà poi la fase di negoziazione prevista dal bando. Certamente quello di oggi è stato un passaggio chiave e come amministrazione possiamo dirci soddisfatti di questo esito», parola del sindaco di Sanremo, Alessandro Mager. Tradotto dal burocratese: tutto è bene quel che finisce bene, il Festival di Sanremo resta alla Rai almeno fino al 2028. Non era scontato, almeno così si era detto quando si era diffusa la notizia dell’imminente pubblicazione del band0 del Comune: e se dovessero partecipare Mediaset, Sky, Nove, cosa succederebbe? Può esistere un Sanremo fuori dalla Rai? Vogliamo davvero scoprirlo?
Domande che alla fine non ha avuto senso porsi: al bando non ha partecipato Mediaset né Sky né Nove né nessun altro. L’offerta della Rai è stata l’unica, l’affidamento dell’organizzazione del Festival al tv di Stato una formalità. Un risultato che non è esattamente una sorpresa. È vero, Nove aveva mostrato interesse nell’idea di organizzare Sanremo (forse anche solo per trovare finalmente un senso al multimilionario contratto di Amadeus), ma non si è mai andati oltre le indiscrezioni, un vero e proprio piano “Sanremo Nove” non è mai esistito. Sky, invece, non si era mai mostrata interessata, lo stesso discorso vale per Mediaset: Pier Silvio Berlusconi aveva addirittura detto che il Festival «è un pezzo di quell’azienda, spero resti lì». Così è stato, così sarà fino al 2028, probabilmente fino al 2030, visto che il bando del Comune prevede la possibilità di un rinnovo dell’accordo per due anni.