Dalla filosofia alla pratica, il biohacking è una delle tante idee rivoluzionarie di cui si è impossessata la nuova tecnocrazia, una galleria di personaggi visionari e forse anche pericolosi.
In Francia si discute di una polvere che si sniffa come la cocaina ma non è cocaina
L’ha confermato Le Monde: mercoledì 24 luglio la ministra della Sanità francesce Catherine Vautrin ha annunciato di aver firmato il divieto della polvere energizzante Sniffy. Il divieto entrerà in vigore entro la settimana. La ministra aspettava il via libera dalla Commissione Europea, alla quale aveva chiesto il 3 giugno l’autorizzazione per vietare il prodotto. In risposta alle polemiche legate al suo prodotto, Power Factory ha ritirato la polverina il 5 giugno, affermando di non aver mai avuto intenzione di incoraggiare i propri clienti a consumare cocaina.
Gli ingredienti del prodotto, un insieme di stimolanti come, tra gli altri, taurina, caffeina e maltodestrina, sono praticamente gli stessi contenuti nelle bevande energetiche. Solo che invece di essere liquidi vengono distribuiti sottoforma di una polverina da inalare utilizzando un piccolo tubo: una gestualità identica a quella della cocaina. Il marchio Sniffy era stato registrato a metà del 2023 da un’azienda marsigliese. Inizialmente sul sito si leggeva che la polvere apportava «una sferzata di energia istantanea» della durata di 20 o 30 minuti. Disponibile nei gusti frutto della passione, caramella alla fragola, menta fresca, il prodotto sembrava chiaramente rivolto a un pubblico giovane, con l’idea che potesse aiutare i consumatori a concentrarsi sugli studi e sugli esami. Una fiala da un grammo di Sniffy costa 14,80 euro.
Ora, la definizione sul sito è cambiata: c’è scritto che Sniffy limita la vendita del suo prodotto agli adulti e consiglia ai consumatori di consultare un operatore sanitario per valutare i rischi del suo consumo. Inizialmente consigliava di «iniziare con piccole dosi» e «aumentare man mano», ora il produttore avverte semplicemente i consumatori di non superare «la dose massima giornaliera», stimata in due grammi al giorno, l’equivalente di due fiale, e invita gli utenti di evitare l’assunzione insieme ad alcol o farmaci. I detrattori di Sniffy hanno messo in dubbio più la modalità di somministrazione del prodotto che i suoi ingredienti: «È pensato per essere ambiguo e dare l’impressione che si stia consumando cocaina, avendo gli effetti della cocaina, senza che sia cocaina», ha detto a Le Monde Amine Benyamina, presidente della Fédération française d’addictologie.

Negli anni diversi collettivi e associazioni hanno deciso di investire nei luoghi d'origine dai quali, quasi sempre, si decide di andare via. L'obiettivo è cambiare finalmente il modo in cui viviamo e, soprattutto, raccontiamo la provincia.

Nonostante i femminicidi, anche in Italia i contenuti legati alla manosfera sono sempre più numerosi e consumati. Tanto che è inevitabile chiedersi: com'è possibile che a un'ideologia così violenta venga ancora permesso di diffondersi?