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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il Musée de l’Homme non vuole dire di chi sono i suoi 18 mila teschi

29 Novembre 2022

Il Musée de l’Homme di Parigi, come racconta il New York Times, è il museo etnografico della città dove si recano visitatori da tutto il mondo per ammirare le collezioni di scheletri antichissimi esposte nel museo. Ma, a quanto pare, in realtà la collezione più affascinante di questo museo è quella nascosta, vastissima e segreta di teschi umani – il cui numero, probabilmente, si aggira attorno ai 18 mila – che sarebbe una delle più vaste raccolte esistenti al mondo di resti umani. Una collezione, come detto, segreta per scelta stessa del museo, che non ha mai fatto un conto preciso e pubblico dei teschi conservati nel suo immenso archivio. L’unico “censimento” mai fatto dal museo, infatti, si è tradotto poi in un elenco pubblicato online, solo parziale, privo dei nomi e dei dettagli biografici dei teschi.

Tra i vari teschi nascosti ci dovrebbero essere le ossa di capi tribù africani, di indigeni dell’Oceania, di nativi americani. Anche le ossa di Mamadou Lamine, un leader musulmano dell’Africa occidentale del XIX secolo che guidò una rivolta contro i colonialisti francesi, e persino cinque vittime del genocidio armeno. «È incredibilmente difficile capire cosa c’è nella loro collezione» ha rivelato Shannon O’Loughlin, amministratore delegato dell’Association on American Indian Affairs , un’organizzazione no-profit che promuove e difende il patrimonio culturale dei nativi americani.

Secondo una politica ormai di lunga data del Musée de l’Homme, la restituzione di un resto storico avviene solamente se si tratta di ossa identificate, ovvero ossa che, previa analisi e accertamento, si è sicuri appartengano a una persona specifica. Perciò, secondo il Nyt, la mancata rivelazione dei dettagli biografici dei teschi conservati in questa collezione è un escamotage per evitare richieste di restituzione, magari da parte delle ex colonie francesi o dei discendenti di persone, famiglie, popoli che desiderano recuperarle. Lo ha raccontato anche il linguista Philippe Mennecier, che ora è in pensione ma che ha lavorato per quarant’anni al Musée de l’Homme: «A volte sul lavoro ci dicevano che dovevamo nasconderci. Il museo ha paura dello scandalo».

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