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07:38 giovedì 21 agosto 2025
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.
Uno dei tormentoni dell’estate giapponese è un canzone generata con l’AI e basata su un meme “Yaju & U” è la prima canzone interamente, esplicitamente fatta con l'AI a raggiungere un tale successo. Facile prevedere che non sarà l'ultima.
In Repubblica Ceca una politica si è ritirata dalle elezioni perché accusata di aver assoldato un sicario per uccidere un cane Margita Balaštíková, però, nega tutto: non ha mai voluto uccidere il cane, solo rovinare la vita al padrone, il suo ex marito.
Il prossimo film di Danny Boyle sarà un biopic su Rupert Murdoch Si intitolerà Ink e, stando alle indiscrezioni, a interpretare Murdoch sarà Guy Pearce.
Se gruppi Facebook come “Mia Moglie”, in cui uomini pubblicano foto delle compagne senza il loro consenso, rimangono aperti è anche per colpa dell’AI Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.
In Lituana gli studenti delle elementari e delle medie impareranno a pilotare droni per essere pronti in caso di invasione russa Agli studenti verrà insegnato a costruire e pilotare droni per aumentare il potenziale difensivo in vista di un potenziale attacco russo.
Tarantino ha detto di aver cancellato The Movie Critic quando si è accorto che il critico cinematografico è il mestiere più noioso del mondo «Nessuno vuole vedere un film su un critico cinematografico», ha spiegato, ospite del podcast The Church of Tarantino.
Associated Press non pubblicherà più recensioni letterarie perché a leggerle sono rimasti in pochissimi E a organizzarle, programmarle, scriverle ed editarle ci vuole invece molto tempo e molta fatica, ha spiegato l'azienda.

Cinque articoli leggendari di Playboy

Muore Hugh Hefner, gigante dell'editoria: da Nabokov a Wallace, i migliori pezzi usciti sulla rivista che doveva essere letta anche solo per i suoi testi.

di Studio
28 Settembre 2017

Muore Hugh Hefner, l’uomo Playboy, un gigante che ha attraversato epoche e generazioni. Molte le opinioni che stiamo leggendo sulla stampa internazionale in queste ore: la maggior parte si concentra sull’importante ruolo che l’editore ha avuto nella rivoluzione dei costumi. Altri evidenziano come la rivista, che fu fondata nel 1953 e nel suo momento d’oro arrivò a tirare sette milione di copie nei soli Stati Uniti, avesse cercato di controbattere, rinunciando qualche tempo fa ai nudi per poi ritornare indietro nella decisione, alla disruption del porno gratuito su internet. Sono usciti ritratti, elogi e cose bellissime come il servizio che il New York ha dedicato alle ex modelle storiche di Playboy. Ed è stata ovviamente rispolverata la vecchia battuta «lo compro per gli articoli» che diventò un gioco dopo essere probabilmente stata una giustificazione.

Ma in effetti la grandezza di Playboy è anche, oltre il costume e l’erotismo, quella di essere stata una mitologica vetrina letteraria e giornalistica. Che ha ospitato racconti di scrittori come Updike, Wallace, Heller, Atwood (per citare solo 4 tra la lunghissimi lista di maestri americani della prosa, ma c’è anche Gabriel García Márquez), e reportage divenuti pezzi di storia (quello per esempio di Mailer sul “combattimento del secolo” divenuto poi il libro The Fight) e lunghissime interviste ai grandi personaggi del passato e del presente.

Non è semplice ritrovare tutto questo materiale, e specie la narrativa, su internet. Esiste un completissimo archivio a pagamento che dà accesso integrale ai numeri pubblicati, dal primo all’ultimo. Ma alcune delle grandi interviste si possono leggere, essendo state ricopiate su blog di amatori o su siti come Longform. Il nostro modo per onorare Hefner è una rassegna con i 5 migliori pezzi secondo la redazione.

Playboy

Intervista a Nabokov

Nel gennaio del 1964, otto anni dopo la pubblicazione americana di Lolita, Alvin Toffler, affronta quello che è forse il più urticante, scostante e geniale interlocutore del Novecento, come del resto dimostra Intransigenze, la raccolta di interviste pubblicata in italiano da Adelphi, in cui questo lungo e illuminante dialogo è contenuto.

“Late Night” di David Foster Wallace

Forse non tutti sanno che la prima pubblicazione su magazine dell’autore di Infinite Jest fu proprio su Playboy con questo racconto, dove compare David Letterman e che fu più tardi incluso della raccolta La ragazza dai capelli strani con il titolo “My appearance” (in italiano: “La mia apparizione”). Qui si può leggere in originale preceduto da un introduzione di Alice Turner, fiction editor della rivista per oltre 20 anni.

2FD7B72100000578-3387435-The_wonderful_hour_glass_figure_of_playmate_Kaya_Christian_from_-m-13_1452634245752

Intervista a Steve Jobs

Nel febbraio del 1985, Steve Jobs aveva trent’anni e un anno prima era reduce dal successo del lancio dei Macintosh. La rivoluzione digitale era appena iniziata e Jobs doveva ancora essere cacciato da Apple. Una grande pezzo tra preistoria e preveggenza.

Intervista a Martin Luther King

Nel 1965, l’anno dopo la consegna del Nobel e tre anni prima che venisse ucciso,  Playboy intervista invece il reverendo King. È l’anno delle marce da Selma a Montgomery. Ed è veramente un pezzo di storia.

The Man in the Bomb Suit” di Mark Boal

Nel 2010 The Hurt Locker di Katherine Bigelow vince l’Oscar come miglior film. La pellicola ha una genesi lunga e articolata e inizia nel 2005 con il giornalista Mark Boal che segue degli artificieri in Iraq per scrivere un reportage per Playboy. Il pezzo e le ricerche diventeranno la base della sceneggiatura del film che scriverà lui stesso.

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