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È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.
La rapper Lil Tay ha aperto OnlyFans appena compiuti i 18 anni e ha raccolto 1 milione di dollari in 3 ore Il suo è il nuovo record per quanto riguarda la velocità dei guadagni e batte quelli precedenti di Bhad Bhabie e Bella Thorne.
Al concerto delle Blackpink a Milano c’era anche Giorgia Meloni Dopo aver dato l’ultimo via libera al ponte sullo Stretto, la premier ha accompagnato la figlia all’attesissimo concerto della band coreana.
Il vero re dell’estate cinematografica potrebbe non essere Pedro Pascal Tre film in contemporanea nelle sale statunitensi è l’impressionante risultato raggiunto da Pascal…e da un inaspettato rivale.
È in corso un torneo di scacchi per stabilire qual è l’AI più intelligente Gemini, DeepSeek e ChatGPT si stanno sfidando in un torneo commentato in diretta da grandi campioni “umani” del gioco.
James Cameron ha detto che il film su Hiroshima sarà il più difficile mai realizzato Il regista di Titanic e Avatar ha spiegato che sarà una sfida tecnica ma anche umana e che potrebbe anche «non essere all'altezza del compito».
Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.

Difendere la democrazia su Marte

Se l'umanità colonizzasse un altro pianeta, quale forma di governo si dovrebbe adottare? Un gruppo di ricercatori ne discute seriamente.

26 Giugno 2015

Negli ultimi mesi si è discusso molto della missione Mars One, che nel 2024 dovrebbe mandare un team di volontari su Marte per cominciare una lenta colonizzazione del pianeta rosso. L’operazione, creata da una società non profit olandese, ha affascinato molte persone, e un enorme numero di candidati si è offerto di fare quello che si presenta come il viaggio di sola andata più lungo (e pericoloso) della storia. I mesi hanno portato nuove informazioni e un buon numero di correzioni all’idea originale, mettendo in serio dubbio la possibilità del tutto. Per esempio, Mars One ha svelato un piccolo dettaglio: il numero di volontari totale non è 200.000 ma “solo” 4.000. Attorno al viaggio spaziale oggi c’è più cautela.

Mars One potrebbe quindi rimanere solo un’idea, un folle progetto, ma il dubbio rimane: quando manderemo coloni su altri pianeti – perché lo faremo, giusto? – quale tipo di organizzazione sociale svilupperanno? E spingendoci in un futuro più lontano, in cui scienziati e volontari sono già arrivati a destinazione e qualcuno ha fatto figli facendo ingrandendo la colonia al punto da trasformarla in una vera e propria società, come reggerebbe il sistema democratico “terrestre” (o meglio: occidentale e novecentesco) le estreme condizioni marziane?

Da tre anni la British Interplanetary Society londinese organizza convegni in cui si discute appunto di politica e giurisprudenza extraterrestre: tutti temi essenziali per la fase 2 dell’esplorazione spaziale, lo sappiamo dalla letteratura e dal cinema di fantascienza. L’edizione dello scorso anno era dedicata alla redazione di una Costituzione Universale per gli Umani nello spazio, un tema discusso da trenta scienziati, ricercatori e intellettuali preoccupati «dal numero crescente di nazioni con un programma spaziale», a cui negli ultimi anni si sono aggiunte compagnie private come SpaceX di Elon Musk. Temi come le libertà personali sono basilari e, pur con inimmaginabili difficoltà, possono essere esportati altrove; secondo l’astrofisico Charles Cockell, però, «ci sono problematiche sullo spazio che sono completamente diverse da quelle legate alla Terra, in particolare la questione di chi controlla l’ossigeno».

Ed è subito distopia galattica. Sono infatti preoccupazioni rilevanti, quelle del Bis, anche perché se c’è una cosa che decenni di letteratura e cinema di fantascienza c’hanno insegnato è che quando gli umani si muovono dalla Terra si portano con loro molti problemi. Problemi politici, che su Star Trek vengono risolti dalla Federazione, su Star Wars dalla tirannia dell’Impero; ma anche solo psicologici, a causa dell’estremo isolamento e di una condizione di nostalgia inedita. Basti pensare a Solaris, che affronta anche il tema dell’inaspettato, dell’alieno, della natura folle e incontrollata così distante da quella di casa, o ai racconti di Robert Sheckley, in cui il nemico dell’uomo rimane sempre l’uomo, anche a galassie di distanza dalla vecchia terra.

Scientists Simulate Mars In Utah Desert

Per questo uno dei diritti fondamentali dell’esploratore di mondi sancito nel 2014 nel convegno è stato the right to leave, il diritto ad andarsene, tornare a casa. Una questione spinosa perché da applicare a un luogo senza ossigeno – e ancora: chi lo controlla? – e di probabile gestione privata, in cui i soggetti sono dipendenti e non cittadini.

Nell’edizione di questo anno, tenutasi a Londra in questi giorni, lo scenario apocalittico è continuato con un secondo capitolo macchiavellico: cosa fare se in una colonia extraterrestre scoppiasse una rivoluzione o un colpo di Stato? Anche in questo caso, il controllo dell’ossigeno occupa un ruolo fondamentale: qualunque cospiratore o rivoluzionario dovrebbe monopolizzare l’aria respirabile per riuscire nell’intento; quello che fa Immortal Joe con l’acqua sull’ultimo Mad Max: controlla la risorsa principale e il potere verrà da sé. Le conseguenze sono però enormemente tragiche: ogni missione spaziale costa miliardi di dollari e la costruzione di una base per umani su Marte, per esempio, è un processo fragile. E se una rivolta dovesse portare ad atti vandalismo contro gli apparecchi di depressurizzazione della base? Tutti i coloni morirebbero e la base sarebbe perduta.

La Bis ha quindi lavorato sulla prevenzione dei disordini e sulla gestione illuminata del dissenso, stilando il regolamento-base per dei «mezzi di opposizione non violenta al governo [locale] simili ai sindacati terrestri» e «un sistema di informazione libera e trasparente». Mettere il cittadino marziano al centro della società facendolo sentire protagonista, attivo e ascoltato poiché «quando blocchi la libertà di stampa in un ambiente extraterrestre, cominciamo i guai», ha detto Cockell a Bbc Future. Quello del Bsi è un ragionamento idealista ed estremamente progressista, secondo cui non ci può essere terraforming di Marte senza un Carta dei diritti fondamentali per gli umani, necessaria per evitare il caos.

L’iniziativa dell’ente inglese sembra essere in armonia con la bandiera della Terra proposta qualche settimana fa dallo studente norvegese Oskar Pernefeldt con il fine di dare un simbolo universale per il Grande Momento, quello in cui ci trasferiremo altrove. A quel punto dovremo davvero essere capaci di esportare la democrazia: ad oggi, abbiamo un abbozzo di Costituzione e una bandiera.

Immagini: scienziati simulano la vita su Marte nel deserto dello Utah. (Nasa/Getty images)
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