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19:46 martedì 16 settembre 2025
Dopo i meme, i videogiochi, le carte collezionabili e gli spettacoli a Broadway, adesso l’Italian Brainrot arriva anche nei parchi giochi italiani Da fenomeno più stupido e interessante di internet alla vita vera, al Magicland di Valmontone, in provincia di Roma.
È morto Robert Redford, una leggenda del cinema americano Aveva 89 anni, nessun attore americano ha saputo, come lui, fare film allo stesso tempo nazional popolari e politicamente impegnati.
La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
Tra i film candidati a rappresentare l’Italia all’Oscar per il Miglior film internazionale ci sono praticamente tutti i film usciti in Italia quest’anno Tranne La grazia di Paolo Sorrentino, ma non per volontà: la sua assenza è solo una questione burocratica.
A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.

Il miele del Pigneto

Viaggio nei primi passi del movimento apista italiano, agli inizi ma già molto ispirato: perché portare arnie e favi da Williamsburg ai quartieri hipster romani è possibile, e se ne occuperà UrBees.

26 Giugno 2014

Prima era l’orto biologico: poi è venuto il muro vegetale, sempre con quella sensazione un po’ straniante di fogliame e cascami incongrui – col grattacielo milanese di Boeri, o la libreria romana Fandango, dove si svolgono primarie presentazioni. Poi, varianti di valico a rincorrere highline newyorchesi; dunque progetti per tangenziali tiburtine già sedi deputate di autobus al volo fantozziani oggi da riconvertire e riqualificare a verde urbano (tra i palazzoni neanche pasoliniani, mah). Adesso, per ultime arrivano le api. Qualcuno di ritorno da Williamsburg e da Prentzlauer Berg e da Hackney narrava già di arnie e punture di pungiglioni su terrazzi e balconi, ma pareva una cosa poco esportabile in Italia, date anche le relativamente recenti origini contadine.

Invece ci siamo: diversi progetti, a Torino e a Bologna e Milano, di «apicoltura urbana partecipata»; secondo i fondatori di UrBees, (urban-bees ma anche your bees), le api non sopravvivrebbero più nelle campagne a causa della «monocultura industriale e delle coltivazioni intensive e dei pesticidi», insomma proprio le cose brutte che papà Rohrwacher stigmatizza nel film-manifesto del nuovo apismo italiano, Le meraviglie. Le coraggiose sorelle Rohrwacher avevano fatto bene a Cannes raccontando infanzie adolescenti appiccicose umbre o toscane tra arnie e smielatori, con un papà cattivo perennemente in mutande, molto più attento ai destini dell’ecosistema che non al loro sistema nervoso. E sognando la città, proprio come le loro api, che sarebbero attratte dal nuovo «trionfo della biodiversità» dei centri urbani, sempre secondo UrBees. Qui, importanti conferme: nel ristorante romano Rosti, luogo di ritrovo di ceti medi riflessivi con prole, tra campi di bocce e accanto a un orto con piante di carciofi turgidi e concettuali, è comparso ultimamente un alveare, ancora inabitato ma pronto – si presume – a operare. Tra gabbiani giganti e ratti e nuove biodiversità casiline e prenestine legate più che altro all’emergenza-monnezza, si annunciano dunque nuove catene alimentari e circoli virtuosi. Con sinergie anche significative: il ciclo del miele è non solo romantico e poetico come nelle Meraviglie; con la cera si creano i telai su cui poi le api costruiscono le loro celle, che riempiono di miele e poi sigillano con la stessa cera che si scioglie poi al sole in un apposito attrezzo che permette di ricavarne lingotti da riutilizzare (forse anche per arricciamenti di baffi a chilometri zero).

Tra gabbiani giganti e ratti e nuove biodiversità casiline e prenestine legate più che altro all’emergenza-monnezza, si annunciano dunque nuove catene alimentari e circoli virtuosi a chilometri zero.

Sinergie anche più macro: venerdì scorso Barack Obama ha lanciato un vasto piano salva-api; in un memorandum presidenziale di sei pagine ha annunciato una Pollinator Health Task Force. Una squadra «per ripristinare le perdite e aiutare a ristabilire la popolazione di impollinatori a livelli adeguati» dato che lo scorso inverno la popolazione delle api è diminuita negli Usa del 23%, con implicazioni enormi per l’economia: sono almeno 90 i raccolti negli Stati Uniti che dipendono dall’impollinazione delle api e un quarto del cibo consumato dagli americani, con un indotto di oltre 24 miliardi di dollari sul Pil. La task force impollinatrice è solo l’ultimo passo intrapreso dalla Casa Bianca per salvare arnie e favi: nella legge di bilancio ci sono interventi per 50 milioni di dollari a favore del settore.

Ma soprattutto gli apicoltori sono finalmente contenti della fermezza del presidente contro i pesticidi: più che la Siria o la Russia putiniana, pare che Obama abbia finalmente stigmatizzato un particolare diserbante finora non osava dire il suo nome. La famiglia di questi veleni si chiama “neonicotinoide”, causa gravi morie, spingerà tutte le api a fuggire in città; e già dal nome dovrebbe convincerci a smettere di fumare (eppure, quanti proto o post-hipster del Pigneto o anche non del Pigneto continueranno a fumare le loro Camel light anche nel momento fondamentale della smielatura, causando mieli di qualità organolettiche sempre più incerte?).
 

Nella foto: John Chapple, responsabile della London Beekeepers Association, installa nuove arnie a Islington, nella zona est di Londra (Dan Kitwood/Getty Images).

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