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15:32 lunedì 24 novembre 2025
Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento  Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vende il premio.
Un anziano di New York ha pubblicato un annuncio in cui chiedeva di venire a fumare una sigaretta al parco con lui e si sono presentate 1500 persone Lo smoke party improvvisato è stato lanciato dall’attore Bob Terry, che aveva anche promesso di offrire una sigaretta a chiunque si fosse presentato.
Sul canale YouTube di Friends sono stati pubblicati otto episodi mai visti prima dello spin off dedicato a Joey A vent’anni dalla cancellazione, la sitcom è stata pubblicata tutta quanta su YouTube, compresi gli episodi mai andati in onda.
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzo ad Argento.
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 

Azzurro smog

Il 2015 italiano si chiude con un sole vitreo che non ha mai fatto così paura. Cosa ci dicono sul tema i cieli della letteratura?

30 Dicembre 2015

Niente di noto sotto al sole. Da quando ha smesso di piovere e le nuvole sono soltanto ricordi, frasi  rincuoranti come «Hai visto che bella giornata?» suonano incaute e sinistre. I cieli azzurri di dicembre, dentro e fuori le città, non sono più un’eccezione: ogni mattina assolata annuncia un giorno che sarà la fotocopia del precedente. Il 2015 italiano si chiude con un sole vitreo che batte immobile su cappe di smog e strade deserte, tanto che il tepore dolce del clima pare nascondere una minaccia inedita. «Maltempo si spera», titolava il Manifesto: rovesciati dunque proverbi e certezze, non potendo più intravedere il futuro nei tramonti, per decifrare ciò che accade è inevitabile tornare ai grandi scrittori.

Se il cielo dell’antichità era pieno di astri e quello medievale gremito di angeli, con la modernità il cielo è diventato un luogo di sfide, paure e patologie. La letteratura insegna infatti che cieli strani – compresi quelli sfavillanti – sono segno di società malate. Il protagonista dell’angosciante capolavoro di Don DeLillo, Rumore bianco, si ferma con la moglie Babette a osservare il tramonto da un cavalcavia. Dopo un evento tossico: «I tramonti erano diventati quasi intollerabilmente belli». Nessuno sa indicare con certezza quale sia la causa di quell’anomalia, ma il sole americano prima di sparire imprime un salto estetico «da tramonti già bellissimi agli attuali paesaggi celesti, vasti, torreggianti, rosseggianti, visionari, pervasi di timore». La condizione di quel romanzo imbevuto di morte, da cui si contempla la fine del mondo dalla veranda, non è così estranea a quella attuale: «Dovremmo avere dei timidi tramonti invernali», dice Babette al marito, «invece guarda lo splendore di quel cielo».  

La fantascienza ha sempre attribuito al cielo il compito di descrivere i mutamenti della civiltà e in particolare assorbire le sue inquietudini. Cieli scuri, cieli brillanti, cieli attraversati da dischi volanti, cieli distopici, cieli senza sole, con due soli, con un sole bianco o con svastiche sul sole. Nel libro cruciale per il cyberpunk, Neuromante, William Gibson sintetizzava già nell’incipit l’atmosfera dell’intero libro, sapendo bene che il cielo è il miglior correlativo oggettivo della cultura che lo scruta. Il libro cominciava così: «Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto». Anche in Neuromante la bellezza invece di portare al vero, o al bene, come voleva la tradizione, assume una profonda ambiguità. Già nella prima pagina, si dice del gestore del bar: «La sua bruttezza era leggendaria. In un’epoca in cui la bellezza era alla portata di tutte le tasche, c’era qualcosa di araldico in quell’assenza».

Early Southern California Wildfires Threaten Area

Alle spalle di Neuromante (1984) si sente ancora il film Blade Runner (1982), ispirato a sua volta al romanzo di Philip K. Dick Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968). Nel romanzo di Dick, ambientato in un immaginario 1992, la terra è un paesaggio post-apocalittico. A San Francisco l’aria mattutina è traboccante di «granelli di polvere radioattivi» così «grigi da oscurare il sole». Tutto il pianeta è contaminato dalla polvere, «la pioggia radioattiva era sporadica e assai variabile». Il cielo degli androidi descritto da Dick è inevitabilmente «vacuo» e «squallido». Esattamente come il mondo e gli esseri umani che sono ancora in vita. Ma che si tratti di uomini o di androidi, in cielo si proiettano sempre fantasie e miserie.

Più di recente, in un altro classico contemporaneo della sopravvivenza post-atomica, La strada di Cormac McCarthy, si legge che le notti sono «più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato». Per tutto il romanzo, un padre e un figlio camminano attraversando polvere, incendi e desolazione, con il sole sempre smorto e freddo. «Era verso la fine dell’anno», scrive McCarthy, «di giorno il sole esiliato gira intorno alla terra come una madre in lutto con una lanterna in mano». Rispetto alle foto che arrivano in questi giorni con il cielo viola di Nanchino o con le Dolomiti brune e spoglie, in quel romanzo almeno nevicava moltissimo e i crepuscoli erano lunghi e lividi.

Nel mondo infetto da un virus letale che sta decimando l’umanità, raccontato in L’ombra dello scorpione di Stephen King, anche il cielo dà segni di alterazione. Più inquietanti dei cieli cupi restano però sempre quelli diabolicamente sorridenti: «prima di mettersi a dormire» un personaggio si mette a guardare verso il cielo: «Una pioggia di meteore che graffiavano la notte con il loro freddo fuoco bianco». La tragedia sta per deflagrare, ma King scrive: «Pensò che non aveva mai visto niente di così bello. Qualunque cosa fosse quello che lo aspettava, era contento di essere vivo».

Un tempo, almeno cielo e tramonti erano facili da decifrare. Le belle giornate non avevano nulla di sospetto, e neanche le frasi di rito. «Quando si fa sera voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca perché il cielo è rosso cupo», diceva già Gesù ai farisei. Lo precisava al solo scopo di rimproverarli per qualcosa che oggi risulta doppiamente impossibile: «Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi?».

Fotografie Getty Images
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