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Come la CIA ha censurato Zero Dark Thirty

La Cia avrebbe direttamente partecipato alla realizzazione di  Zero Dark Thirty, il film di Kathryn Bigelow che racconta l’operazione delle forze americane che portò all’uccisione di Osama Bin Laden. A rivelarlo è il sito Gawker, che cita alcuni documenti del 2012 recentemente desecretati.

La pellicola, di per sé, risulta giocoforza una celebrazione dei servizi di intelligence statunitensi. Quello che finora si ignorava, però, è che la CIA è entrata direttamente nella produzione del film, attraverso una serie di conference call avvenute nel 2011 tra l’Ufficio degli affari pubblici (il bureau che si occupa della promozione esterna dell’immagine dei servizi segreti) e Mark Boal, lo sceneggiatore del film. Boal ha mostrato lo script del film ai funzionari della CIA, in modo che potessero esprimersi su eventuali modifiche da apportargli.

Gli agenti, perciò, parteciparono alla ridefinizione di alcune scene. Nella discussa sequenza iniziale del film, ad esempio, la protagonista, Maya, assiste alla terribile tortura del waterboarding, praticata su un prigioniero in un campo della CIA. Inizialmente, si legge nel memo, il personaggio avrebbe dovuto prendervi parte in modo attivo, ma – ovviamente – ai servizi segreti l’immagine che ne sarebbe scaturita non è piaciuta. «Boal ha detto che sistemerà tutto», recita il verbale.

Si parla anche di una scena in cui un detenuto sarebbe stato interrogato con l’utilizzo di cani per intimidirlo. Anche qui, tuttavia, è arrivato il veto dei servizi segreti: «Abbiamo obiettato che queste tattiche non verrebbero usate dall’Agenzia», dice il documento, «A gennaio Boal ha confermato che l’uso dei cani era stato rimosso dalla scenaggiatura».

(via)

Nelle immagini: una scena di Zero Dark Thirty e la prima pagina del documento ottenuto da Gawker