Alla vigilia dell'arrivo su Netflix dell'ultima stagione della serie, un ripasso di tutti i motivi per cui è giustamente diventata un cult.
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie
E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Stranger Things si è sempre potuta vantare di essere una delle serie recensite meglio dagli utenti di piattaforme come Rotten Tomatoese IMDb. Con la fine della serie si è giunti anche alla fine di questo primato, però: il Vol. 2 della quinta stagione, disponibile su Netflix dallo scorso 25 dicembre, è stato recensito piuttosto male dai fan. Fino a prima dell’uscita di questa seconda parte del finale, su Rotten Tomatoes tutte le stagioni di Stranger Things sfoggiavano una lodevolissima media che andava dall’8 in su (per essere precisi, dall’80 per cento, cioè la percentuale di utenti che avevano dato alla serie la certificazione di freschezza). Adesso, siamo poco sopra il 5 e mezzo: solo il 56 per cento delle recensioni degli utenti, infatti, promuove le due parti della quinta stagione viste fin qui. Per capirci: la prima stagione era piaciuta al 96 per cento del pubblico, la seconda al 90, la terza all’86, la quarta all’89.
Cosa è successo in questi episodi da causare tali e tante stroncature? I malpensanti dicono che tutto si spiega con un singolo episodio, in realtà: “The Bridge”, cioè quello in cui Will rivela la sua omosessualità a tutta l’allegra compagnia. Mentre scriviamo, “The Bridge” è il peggior episodio di tutta la serie, almeno a leggere il voto che gli è stato assegnato su IMDb: 5.4 su 10, unico episodio a prendere meno di 7.8, che già era un voto piuttosto basso per una serie le cui puntate stanno stabilmente tra l’8.6 e il 9.2. C’è da dire anche che “The Bridge” è uno degli episodi più recensiti su IMDb di tutto Stranger Things: 96 mila recensioni a fronte di una media di circa 50 mila. Molti di questi “nuovi arrivati” sono omofobi a cui ha dato fastidio assistere al coming out di Will? Possibile, probabile: Variety, per esempio, parla apertamente di review bombing, cioè quella pratica che consiste nel recensire negativamente un film o una serie solo perché la si considera portatrice di messaggi politici avversi ai propri. Non è la prima volta che succede – un illustrissimo precedente lo abbiamo avuto quest’anno con Biancaneve, non a caso incoronato in questi giorni peggior flop del 2025 – e, conoscendo l’internet contemporanea, non sarà certamente l’ultima.
C’è da aggiungere, però, che non tutte le recensioni negative hanno a che vedere con il coming out di Will. Sullo stesso Variety si può leggere una recensione molto severa, quasi una stroncatura, di questo Vol. 2 di Stranger Things, firmata dalla critica televisiva Alison Herman, secondo la quale la serie si rifiuta di «approfondire i personaggi nonostante questi siano cresciuti» e rimane dunque «incastrata nella parodia, sommersa dai debiti nei confronti di certi archetipi (lo scienziato pazzo, il bullo redento) e citazioni (i Clash, Peanut Butter Boppers) che ormai la sua rilevanza culturale deriva principalmente da elementi esterni, come il casting o l’influenza di Netflix». Restano pochissimi episodi per provare a salvare questa quinta e ultima stagione: il finale di Stranger Things arriverà su Netflix il 31 dicembre.
Dopo il finale di stagione, restano solo due certezze sulla nuova serie di Vince Gilligan: la sua premessa era davvero geniale come sembrava e la protagonista Carol Sturka è una delle più odiose e indimenticabili viste alla tv.
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