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È il momento perfetto per recuperare The White Lotus

Perché guardare la tragicomica serie con Sidney Sweeney che ha trionfato agli Emmy, in attesa della seconda stagione ambientata a Taormina.

Anche se pochissime persone hanno guardato lo spettacolo (e la morte del Dio del cinema ha completamente distratto il mondo dei cinefili), gli Emmy non sono passati del tutto inosservati: anche chi non li ha seguiti avrà sentito parlare del presunto passato criminale di Lee Jung-jae e del record di Zendaya (prima donna afroamericana a vincere come attrice protagonista in una serie drammatica, e anche la più giovane a conquistare per due volte un Emmy). Di Euphoria e Squid Game abbiamo ampiamente parlato, così come di quel capolavoro di Succession, premiata come “Outstanding drama series”. L’unica serie di cui non avevamo ancora scritto è The White Lotus, glorificata con ben 10 Emmy. La miniserie Hbo ha vinto in ogni categoria principale possibile, con Mike White – creatore e sceneggiatore della serie – premiato per la migliore miniserie, la migliore regia e la migliore sceneggiatura e Jennifer Coolidge e Murray Bartlett come best supporting actor e actress. Uscita nel luglio del 2021, The White Lotus è arrivata in Italia su Sky Atlantic ad agosto dell’anno scorso. Per questioni di location, le Hawaii, è una serie molto estiva: proprio per questo, se non l’avete ancora vista, consigliamo recuperarla prima dell’equinozio (il 23 settembre). Un ottimo rito per congedarsi dall’estate.

Se fosse una serie brutta, varrebbe la pena guardarla anche solo per la bellissima sigla composta da Cristobal Tapia De Veer (una composizione di musica e suoni della natura analizzata benissimo su Link) con le illustrazioni che riprendono la carta da parati del lussuoso resort (il White Lotus, appunto) dove nel corso dei sei episodi assistiamo a un susseguirsi di violentissimi scontri di classe. Già dalla prima puntata apprendiamo che Murray Bartlett, il carismatico direttore del villaggio, è un ex alcolizzato, sobrio da 5 anni. Come in ogni serie o film, quando all’inizio troviamo un personaggio sobrio da un po’ tempo, sappiamo che stiamo per assistere alla sua disastrosa ricaduta. Ed è proprio quello che succede, in una escalation che termina con un festino di sesso, droga e alcol che si tiene nel suo ufficio e coinvolge alcuni camerieri del ristorante.

Decisamente più difficile da prevedere, sempre a partire dalla prima puntata, è chi sia la persona dentro alla bara con scritto “resti umani” che vediamo caricare su un aereo. Assistiamo alla triste scena dal punto di vista di Shane, agente immobiliare tanto ricco quanto noioso e figlio di mammà, che aveva scelto il White Lotus per il suo viaggio di nozze insieme alla bellissima moglie Rachel (Alexandra Daddario coi suoi incredibili occhi che sembrano finti), giornalista fallita che prima di svoltare con questo fidanzamento campava a stento scrivendo articoli sottopagati. Nella prima puntata vediamo Shane al ritorno, solo in aeroporto, senza la moglie. Che sia lei la morta? Ci interessa relativamente, perché la chiarezza con cui i dialoghi passivo-aggressivi tra Shane e Rachel fanno emergere la mesta realtà del giornalismo online è una vera goduria.

Sono proprio le discussioni, splendidamente scritte, tra i piccoli nuclei creati dagli ospiti a creare delle scosse elettriche che diventano sempre più forti nell’apparente atmosfera di serenità (artificiale e posticcia) imposta del resort: si svolgono sempre al ristorante, durante i pranzi o le cene (quindi in pubblico, quasi sussurrate), o magari tra le pareti della suite ma con un elemento esterno – la suocera della moglie, l’amica afroamericana della figlia – che con la sua presenza rende l’atmosfera più tesa. Le più divertenti (e drammatiche) sono quelle della ricchissima famiglia composta da mamma direttrice di un’azienda di cosmetici, papà decisamente meno ricco e di successo di lei, figlia bellissima, intelligentissima e cattivissima dalla lingua biforcuta (Sidney Sweeney), amica della figlia altrettanto bella e intelligente ma un po’ succube perché sua ospite e meno cattiva (Paula, Brittany O’Grady), e il solito fratello disadattato (in realtà anche questo è un topos, cioè quello dell’unica persona sana di tutta la combriccola). I loro dialoghi sono infarciti di rimandi alla furbizia con cui la madre ha manipolato la retorica del #Metoo e dell’empowerment femminile per fare carriera, alla presunta persecuzione del maschio bianco cisgender (usata per giustificare l’isolamento del figlio), alle minoranze che alla fine dei conti vogliono soltanto rivendicare il loro posto al tavolo dei potenti (cose dette durante la cena finale, mentre dei ragazzi hawaiani, tra cui quello con cui Paula scappa ogni notte ad amoreggiare, danzano intorno ai tavoli indossando costumi tipici) e a molti altri argomenti caldi, seri e meno seri (come l’esistenza dei book stylist), con la figlia nel ruolo della woke petulante che però non fa niente di concreto e i genitori nel ruolo di quelli che hanno il terrore di dover rinunciare al loro privilegio.

In questo tremendo siparietto spicca la straordinaria Tanya (Jennifer Coolidge, esilarante anche nel discorso di accettazione del suo primo Emmy a 61 anni), un’affannata e ricchissima signora infarcita di filler che si reca al White Lotus per spargere nell’oceano le ceneri della defunta madre. Sbarcata nel resort tutta incriccata, depressa, imbottita di psicofarmaci e alcolizzata, risorge grazie alle cure della direttrice della spa, Belinda (Natasha Rothwell di Insecure), con cui tenta di instaurare un legame di amicizia e un progetto di business che, prevedibilmente, fallisce. Alla fine il personaggio di Tanya si rivela il più complesso, perché da oggetto di compassione (all’inizio suscita molta pena) si rivela la persona più cattiva della serie, non per sadismo o malvagità, ma per egoismo e superficialità (una cosa simile succede a Paula, che cerca goffamente di aiutare il suo flirt e invece gli rovina la vita). Tanya sarà l’unica ospite del White Lotus Hawaii a tornare nella seconda stagione della serie. Prevista per ottobre, avrà un cast completamente diverso (tra cui Sabrina Impacciatore, Beatrice Grannò e Simona Tabasco) e si svolgerà tutta in Italia, al Four Seasons San Domenico Palace di Taormina: un motivo in più per recuperare la prima stagione.