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16:39 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Un anno senza News of the World

168 anni, finiti esattamente il 10 luglio 2011. Il discorso finale di Colin Myler, l'ultimo giorno da direttore

10 Luglio 2012

«Thank you and goodbye, dopo 168 anni salutiamo tristemente ma con orgoglio i nostri sette milioni e mezzo di lettori fedeli». A tutta pagina. E ancora, di fianco alla storica testata: «The world’s greatest newspaper, 1843-2011». Così andava in edicola per l’ultima volta, un anno fa esatto, il 10 luglio del 2011, News of the World, il più celebre tabloid britannico di tutti i tempi. Il motivo della chiusura improvvisa è noto: lo scandalo del phone hacking, l’inchiesta che accusava il settimanale super popolare di aver usato metodi illegali, manipolando, intercettando e ricattando a destra e manca per anni con lo scopo di creare scoop e incassare meschinamente il conseguente trionfo di popolarità ogni domenica in edicola. Tre giorni dopo, una commissione di inchiesta, la Leveson Enquiry, fu formata per fare chiarezza sui media britannici, alla luce di quanto successo. Cosa che effettivamente sta avvenendo, con una serie di pubbliche e spettacolari audizioni che si stanno susseguendo dal settembre scorso. Davanti a Lord Leveson, il giudice che comanda e ha dato il nome alle operazioni, è infatti passato letteralmente il gotha britannico del mondo politico (Blair e Cameron fra gli altri) e di quello giornalistico, in quello che per moltissimi rappresenta un vero e proprio processo pubblico in diretta – etico e deontologico prima che civile e penale – a un certo modo di intendere il giornalismo e la sua capacità di fare comunella con (e influenzare) quel potere di cui la stampa, sempre secondo il mantra dominante dei numerosi accusatori, dovrebbe essere invece il famoso cane da guardia. Un processo contro il presunto ménage tossico fra politici, media e forze dell’ordine con a capo il responsabile designato di tutti i mali sopra descritti: quel Rupert Murdoch che del News of the World è stato editore e proprietario dal 1969 alla chiusura.
Metodi molto discutibili, spesso censurabili. La punta di un iceberg da sciogliere definitivamente e al più presto secondo i numerosi accusatori; per gli accusati invece, solo mele marce o inconvenienti accidentali che nulla hanno a che vedere col successo, cristallino, di Murdoch e soci e dei suoi giornali.
Il futuro di News International, il braccio inglese dell’impero Murdoch scricchiola, e durante l’anno trascorso ha vissuto momenti drammatici; ma il magnate australiano sembra molto lontano dal voler cedere, cosa che molti si auspicavano.
Nell’attesa di capire come finirà, ricordiamo il momento in cui tutto ebbe inizio. Il discorso finale di Colin Myler, allora direttore del News of the World, alla redazione commossa e fiera.
In piedi sulla scrivania al centro del loft, maniche di camicia, cravatta carta da zucchero, bozze di prima pagina e righello in mano. «Non riesco a immaginare giorno peggiore per un giornalista se non quello di andare in redazione e comunicare ai suoi che il giornale cessa di uscire» era l’incipit di Myler fra lacrime, birre e video con gli smartphone della redazione. Come quello che segue. Epilogo di un giornale popolare ai tempi di youtube.

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