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Timothée Chalamet ha detto che sente odore di apocalisse nell’aria

Forse a Timothée Chalamet è successa quella cosa che succede talvolta agli attori quando si appassionano talmente tanto a una parte che poi non riescono mai del tutto a superarla, a dimenticarla, a mettersela alle spalle. Forse la sua interpretazione di Yule in Don’t Look Up gli ha lasciato dentro questo senso di angoscia, di catastrofe imminente che l’attore non riesce a scrollarsi di dosso nemmeno nei momenti più piacevoli della sua vita, come la sfilata sul red carpet della 79esima Mostra del Cinema di Venezia. «Il crollo della società, lo si avverte nell’aria», ha dichiarato Chalamet nella conferenza stampa in cui, in teoria, avrebbe dovuto parlare di Bones and All, il nuovo film di Luca Guadagnino, in concorso alla Mostra, di cui Chalamet è il co-protagonista assieme a Taylor Russell.

E invece, come riporta The Cut, Chalamet ha approfittato della passerella veneziana per spiegare le sua opinione sulla contemporaneità. Secondo lui, il fatto stesso di essere vivi, in questo momento, richiede uno sforzo non indifferente: «Vivere in questo periodo è dura». Una delle ragioni per cui l’esistenza si è fatta così faticosa, secondo Chalamet, è l’onnipresenza dei social media nelle nostre vite quotidiane: i social hanno aggravato problemi che già esistevano, soprattutto per i giovani. «Essere giovani oggi, essere giovani in ogni epoca – anche se io posso solo parlare della generazione alla quale appartengo – significa essere profondamente fraintesi». È anche per questo che a Chalamet è piaciuto molto lavorare a Bones and all, perché i protagonisti del film di Guadagnino vivono in quell’epoca notoriamente semplice, innocente e soprattutto senza social che erano gli anni Ottanta: «È un sollievo interpretare personaggio che vivono i loro conflitti interiori senza la tentazione di andare su Reddit, su Twitter, su Instagram o su TikTok per capire qual è il loro posto nel mondo». Va anche detto che in Bones and all questi personaggi trovano il loro posto nel mondo dandosi al cannibalismo, ma forse questa pratica non rientra tra quelle che Chalamet considera simbolo del collasso di una società.