Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
Anche quest’anno, dal 5 al 7 luglio, il parco di Villa Arconati a Bollate ospita Terraforma, il festival internazionale di musica elettronica, giunto ormai alla sesta edizione. Prodotto da Threes in collaborazione con Fondazione Augusto Rancilio, Terraforma è un evento che unisce la sperimentazione artistica e musicale alla sostenibilità ambientale, proponendo 3 giorni di performance musicali dal vivo, laboratori, incontri con gli artisti e installazioni sonore e luminose. Un’esperienza immersiva che invita i partecipanti a perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
L’edizione di quest’anno è incentrata sul tema del linguaggio. Lo spettacolo più atteso è quello di Laurie Anderson, artista visiva, compositrice, musicista d’avanguardia, regista, poetessa urbana, femminista e moglie di Lou Reed. Fresca di Grammy Award nella categoria “Musica da camera/ Small Ensemble” per l’album Landfall – ispirato all’uragano Sandy che nel 2012 devastò anche il suo studio di Canal Street a New York, distruggendo il suo intero archivio personale di opere d’arte, strumenti musicali, documenti ed effetti personali – Anderson presenta per la prima volta in Italia The Language of the Future, una performance che mescola narrazione (spoken word), musica (violino elettrico e orchestra digitale) e proiezione di video interattivi.

Plaid & Felix’s Machines, foto Delfino Sisto Legnani
Dopo il successo riscosso nella precedente edizione del festival con la sua installazione sonora in un planetario temporaneo, per la performance inaugurale è stata scelta l’acclamata produttrice e compositrice di musica elettroacustica Caterina Barbieri (classe 1990) di ritorno in Italia da Berlino. Le sue composizioni sono escursioni analogiche che sondano temi legati all’intelligenza artificiale, al tempo e allo spazio, dando nuovo significato al linguaggio minimalista. La timeline di quest’anno è una raffinata collezione di modalità di sperimentare con il suono e i codici visivi: si va dal linguaggio industriale a cielo aperto di Dj Stingray, al discorso mistico di Daniel Higgs – omelie che, come portali, possono trasportare il pubblico verso nuove dimensioni – fino a Algorave di Renick Bell, una performance di musica ballabile generata da algoritmi che unisce live coding e mapping, con la proiezione in tempo reale dei codici sugli alberi che circondano il soundsystem.


La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.