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Nonostante diversi media parlino già di omicidio e accusino il figlio Nick, della morte di Rob Reiner e di sua moglie Michelle non si sa ancora quasi nulla La polizia di Los Angeles ha confermato solo il ritrovamento dei cadaveri e l'inizio di un'indagine che contempla anche la «possibilità di omicidio».
Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.

Italia intima

Evoluzione della biancheria nel Belpaese: come la Cagi Maglierie ha cambiato l'intimo degli italiani. E perché ora è diventato francese.

02 Ottobre 2012

Rischiavano di rimanere ancorati all’immaginario dei commessi viaggiatori: una valigia, di cartone, e una serie di delicate calze di seta. Perché il dopoguerra (la Prima Grande Guerra) ha visto nascere sul mercato dell’intimo italiano la Cagi, il calzificio ideato da due fratelli, i Giudice, che dal 1925 in poi avrebbe costruito a Motta Visconti, un piccolo paese del pavese, un impero della biancheria intima. La febbre del lusso, ben raccontata dal boom di calze femminili e profumi, è stata presto lasciata ai competitor, la domanda da soddisfare era quella dei lavoratori in cerca di comfort e prodotti duraturi. Ecco che in pochi anni dal debutto il motto della Cagi diventa: più canottiere (bianche) e meno calze (carne). E la formula funziona.

Negli anni ’40 la Cagi calzificio abbandona l’interesse principale in collant, aggiunge “maglieria” alla sua ragione sociale, e mette sempre più mano alla produzione di bianco basico. L’intimo dell’Italia cambia, flanella e lana color crema lasciano il posto al cotone fresco e sbiancato, ed è il momento in cui prende vita il cliché italianissimo delle canottiere da uomo a costine, le cosiddette vogatore, modello a tutt’oggi evergreen del brand. Ma non basta: cambiano fisici e completi sartoriali, le mutande a gamba lunga, substrato delle calze degli anni Venti, vengono soppiantate dal futuro slip con elastico in vita e apertura centrale in cotone mercerizzato. Uno slip come fiore all’occhiello delle vendite -per tenuta e tessuto- che viene stagionalizzato pur essendo un classico: in filoscozia per i mesi più caldi, in cotone felpato per il grande freddo.

Il marchio Cagi diventa l’intimo da uomo che democratizza l’abbigliamento: banchieri e muratori condividono la stessa anima sbiancata e a costine. Il loro intimo resiste, lavato a mano e ancora di più nella nuova epoca delle lavatrici. La generazione Giudice continua ma la concorrenza dopo decenni ha altri nomi. I prezzi, competitivi, non bastano. I corpi cambiano (ancora) e i colori di un classico dell’intimo prendono altre interpretazioni: la fiera del bianco Cagi si associa sempre più a un target agé, mentre la frenesia del fast fashion colpisce anche il pezzo cult di Cagi, lo slip, a cui ora è sempre più richiesto un messaggio chiaro. Meglio se leggibile sull’elastico con a chiare lettere il nome di brand straniero.

Gli spettri della crisi si fanno sentire, i numeri calano e dei due poli produttivi solo uno diventa indispensabile. Sotto il peso sempre più schiacciante di slip effetto arcobaleno di American Apparel (per citarne uno degli ultimi) la voce circa la chiusura del “villaggio Cagi” ovvero di Motta Visconti, risveglia l’attenzione sulla crisi dell’intimo italiano. Partono i paragoni riassumibili nel “chiudere Motta Visconti equivarrebbe a chiudere la Ferrari a Maranello” con la differenza che qui Pierangelo e Umberto Giudice -ultimi amministratori delegati del brand- hanno un’auto che sul circuito non tiene più alcun primato. Si parla di bancarotta, si analizzano registri e mentre sul mercato si muovono i primi tentativi di acquisizione, il caso Cagi finisce su giornali, piove sarcasmo da prima pagina, il cui leitmotiv suona come un crudele “la Cagi è in mutande“.

Nel luglio 2011, tra i pretendenti di quel che resta dell’impero del bianco, si affaccia la francese CSP International Fashion Group che ha nel suo palmares già Sanpellegrino, Oroblù e Lepel.  Con Cagi costruirebbe il nuovo impero dell’intimo.  Ai primi di agosto 2012, mentre i lidi italiani registrano la crisi più nera, la Cagi viene completamente acquisita dalla CSP International che ne deteneva già una piccola parte dallo scorso anno. A quanto pare i francesi hanno salvato le mutande italiane, giusto in tempo per la stagione dell’intimo autunnale.

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