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Non bere sta diventando cool?

Il dry january è quasi finito, ma la Gen Z continua a parlare di dry dating e sober curiosity, seguendo l'esempio di Lana Del Rey, la più insospettabile tra le star che non bevono alcolici.

di Clara Mazzoleni

I Millennial si dividono tra chi guarda alla Gen Z con compassione, pena e anche un po’ di fastidio, e chi invece con invidia. Io invidio: esplorando certe parti di TikTok penso spesso alla me adolescente che non è riuscita a trovare, nel minuscolo gruppo di persone composto dalla famiglia, dai fidanzatini e dalle amiche, qualcuno che comprendesse i suoi problemi (o perlomeno che li riconoscesse) e la aiutasse a capire come o dove risolverli (uno dei drammi della mia generazione è che se chiedevi ai tuoi di andare dallo psicologo preventivamente – prima di combinare guai seri, e non dopo – ti veniva detto: ma va, dai, ti passerà!). La Gen Z, invece, è cresciuta con un’iper-consapevolezza in questo senso, tanto che a volte esagera dal lato opposto, autodiagnosticandosi malattie mentali che non ha in base alle liste di sintomi che compaiono in un video oppure trattando il ricovero in una clinica psichiatrica come un’occasione preziosa per fare dirette quotidiane e seguitissime. A parte queste derive, in generale, quando si parla di salute mentale e dipendenze la Gen Z mi sembra più esperta e lucida dei Millennial. Anche quando si tratta di alcol. Non mi ha stupito leggere un articolo di Dazed che parla del fenomeno del “dry dating” e di come tantissimi adolescenti e ventenni si definiscano “sober curious”. Ho subito ripensato al mio primo bacio (ubriaca) e alle altre prime cose (idem), e mi sono chiesta cosa sarebbe successo se a quell’età non avessi usato l’alcol per darmi un po’ di coraggio (molto probabilmente sarei ancora vergine).

Se il “dry dating” permette alle persone che escono insieme per la prima volta di capire davvero se scatta la scintilla, senza che l’alcol funga da interruttore, essere “sober curious” significa cercare di limitare il più possibile il proprio consumo di alcolici e tagliare tutti i momenti in cui si beve per passare il tempo, stare in compagnia o accompagnare un pasto. È un po’ come quando cerchi di fumare solo quando è indispensabile e non durante tutte quelle micro-pause che si accumulano durante la giornata. Trovo molto coerente, tra l’altro, che a esplorare la possibilità di non bere siano le stesse teenager che passano le serate a spalmarsi la faccia di crema anti-età e a svapare sigarette elettroniche alla frutta. Pare che su di loro il vino rosé di Hello Kitty non sortisca alcun effetto (neanche su di me, devo dire: mi è comparso nelle sponsorizzate subito dopo quell’app che ti dice che se non bevi per una settimana diventi immediatamente bellissimo, sanissimo e ricchissimo).

Se certi brand di sigarette elettroniche cercano di attirare gli adolescenti coi colori e le forme (su TikTok c’è una gara tra chi colleziona più varianti di Lost Mary) vale anche per i drink alcolici, con tutta una gamma di vini e drink rosa e carini pensati per il pubblico femminile. Tentativi che sarebbe bello veder fallire per merito della Gen Z. Anche perché, in varie parti del mondo – purtroppo ancora non in Italia, dove le alternative sono acqua naturale, acqua tonica (una volta ho chiesto se avevano la versione zero e mi hanno quasi mandato affanculo), coca-cola, succo di pomodoro – le alternative all’alcol sono sempre più variegate, deliziose (o amare, che è quello che molti di noi non-beventi vorrebbe) e aesthetic. Un mercato molto interessante, che infatti ha attirato anche Bella Hadid, paladina delle sober curious e co-fondatrice di Kin Euphorics, bevande analcoliche in lattina disponibili in varie versioni, tutte stupende (un tempo avremmo detto “instagrammabili”).

Ma se il non-bere fosse una religione, la povera Bella, coi suoi esperimenti di curiosità sobria guarda caso allineati al lancio della sua estetizzante bevanda, sarebbe soltanto una comune discepola. Nell’alto dei cieli, seduta su un trono di nuvole, ci sarebbe una sola e unica Madonna: Lana Del Rey. Ormai dea indiscussa della scena musicale, tra le poche capaci di unire le generazioni – da chi la scopre adesso grazie alla campagna di San Valentino per Skims diventata virale ieri sera a chi l’ha amata fin dalle prime note e le prime immagini di “Video Game”, apparso su YouTube 12 anni fa – , Elizabeth Woolridge Grant ha raccontato tante volte di aver avuto un’adolescenza tormentata. Al liceo era già alcolizzata, beveva tutti i giorni, anche da sola: «I miei genitori erano davvero preoccupati per come si stavano mettendo le cose, e anch’io. Ho cominciato a capire che si trattava di un problema quando ho realizzato che bere mi piaceva più di ogni altra cosa. All’inizio pensi che andrà tutto bene, che è solo un lato oscuro della tua personalità, è anche eccitante, ma poi capisci che quella parte di te ha la meglio su tutto il resto», aveva detto in un’intervista.

Molti fan apprendono con grande sorpresa questo dettaglio della vita della cantautrice, anche perché le sue canzoni sono piene di riferimenti all’alcol e alle droghe. Ma lei ha sempre ripetuto quello che aveva detto in una lunga intervista a GQ nel 2012, ovvero che è “sober” da quando ha vent’anni (e ora ne ha 38). La sobrietà di Lana Del Rey è estremamente confortante, perché dimostra che si può smettere di bere senza diventare per forza noiosi, annoiati o maniaci dello sport (dio ce ne scampi). Tuffandomi nel rabbit hole delle liste delle celebrity che hanno smesso di bere (tra le mie preferite c’è Adele, con quel suo impeccabile commento a caldo: «I stopped drinking maybe like three and a half months ago. It’s boring»), ho scoperto che esistono anche, tra i “teetotal” (un altro modo per dire astemio), quelli che non hanno mai bevuto alcol e non lo faranno mai (sono tantissimi, pare metà della popolazione mondiale): un po’ noiosetti, ma bella per loro. Trovo sicuramente più facile empatizzare con quei pazzi che continuano a pubblicare nelle storie di Instagram i giorni di sobrietà, anche quando sono ormai diventati migliaia. Come Anthony Hopkins, 86 anni compiuti il 31 dicembre, sobrio da 48 anni, che anche alla fine del 2023, puntualissimo, ha pubblicato il solito video dedicato agli alcolisti: «Se il primo gennaio sarete in hangover, ricordatevi di me». Mi chiedo sempre quante persone riesca a convincere Hopkins, ogni anno, coi suoi video, a tentare un “dry january”. Di sicuro tra loro ci saranno dei Gen Z che avranno guardato Il silenzio degli innocenti su TikTok, diviso in frammenti di 40 secondi l’uno.