Hype ↓
13:18 mercoledì 3 dicembre 2025
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.

Vedi Napoli e poi schwa

Cosa succede quando, all’improvviso, il fonema che ti ha perseguitato per una vita diventa sperimentazione linguistica ed esempio virtuoso dell’italiano standard del futuro.

16 Novembre 2021

Chiunque abbia frequentato i dipartimenti di Lettere della Federico II di Napoli conosce già da tempo, prima di ddl Zan e complotti gender, il fenomeno dello schwa. La vocale indistinta, il suono neutro, quello che, nel diagramma vocalico, si pone proprio al centro, perché non comporta nessuna inflessione specifica della bocca se non un inquietante e disfatto sospiro, proprio di chi non sa cosa dire e per questo sta fermo, impreparato, prende tempo, a bocca aperta: “əəəə”.

La morfologia del dialetto napoletano è costituita dalla quasi totale assenza delle vocali finali, di solito sostituite da un suono indistinto, registrato nell’IPA (alfabeto fonetico internazionale) proprio con la trascrizione fonetica dello schwa. Ma nel momento in cui le parole perdono il morfema del femminile e del maschile, come fanno allora i napoletani per individuare i generi? Il dialetto napoletano li riabilita attraverso meccanismi e processi più ambigui, pieni di eccezioni, spesso neutri e indeterminati, un po’ pezzotti, che prendono però il nome tecnico di raddoppiamento fonosintattico, variazione metafonetica, fenomeni molto spesso imprevedibili, di certo non classificabili facilmente come nella dimensione binaria, a dominazione maschilista, dell’italiano. Con il napoletano il problema dei plurali maschili sovraestesi è risolto. «Bona sera a tuttə quantə». Cosa fare? Trasferire la Crusca a Napoli? Risciacquare i panni a via Caracciolo?

Vera Gheno, sociolinguista del momento, esalta le potenzialità dello schwa perché, spiega, è un suono pronunciabile, indistinto per i generi indistinti, è sperimentale, non stona in un testo. La studiosa ricorda che la lingua si modifica in base all’uso, nessuna teoria gender qui si tratta solo di sana sperimentazione. Infine, come ultimo appeal, il suono dello schwa, dice, è esotico. E già il richiamo verso Napoli, città sodatica, meta proibita di Grand Tour, con la sua eccezionalità irriducibile, il gusto camp, tornano a galla, magari sotto l’eco di un gorgheggio neomelodico che non è altro che uno ə melodioso e prolungato.

Con il napoletano il problema dei plurali maschili sovraestesi è risolto. «Bona sera a tuttə quantə». Cosa fare? Trasferire la Crusca a Napoli? Risciacquare i panni a via Caracciolo?

Non sempre il dialetto napoletano è così queer. Come in altri dialetti meridionali utilizza quel brutto articolo determinativo “‘u”, sovramaschile e tossico. Certo, quest’ultimo è molto più in uso nelle varianti dei comuni in periferia, molto diffuso tra Giugliano e Qualiano. Varrebbe la pena proporre una ricerca di dottorato in cui tracciare una mappa di isoglosse per identificare quali sono i comuni più machisti, e che magari registrano un tasso maggiore di femminicidi, episodi di omofobia. Ma saranno pronti i dipartimenti di studi umanistici?

Chi ha raccontato meglio il rapporto di una vita intera con il dialetto napoletano, in un andirivieni costante di amore e odio, rifiuto ed entusiasmo, è Domenico Starnone. Dal Salto con le Aste al recente romanzo Vita mortale e immortale della bambina di Milano, il rapporto con il napoletano diventa un conflitto personale attorno al quale i suoi personaggi crescono, riflettono, nella maggior parte dei casi si emancipano, allontanando da sé lo spettro dell’ignoranza della generazione precedente, dei padri cresciuti durante la guerra, che l’italiano non lo parlavano ma si esprimevano solo attraverso l’uso più violento del dialetto, in una sequela di insulti dati a colpi di occlusive bilabiali sorde e fricative alveolari, (vafammoccacchitemmuortə, per intenderci). Il dialetto quindi come vergogna, da emendare con un italiano forbito tutto letterario, scolastico, appreso dalla lingua dei fumetti di Tex Willer, o dalle traduzioni dei romanzi ottocenteschi comprati a poche lire sulle bancarelle.

Il protagonista del suo ultimo romanzo, iscritto a un esame di glottologia, deve compilare decine di schede in cui trascrivere parole napoletane nell’alfabeto IPA. In una delle scene più belle del romanzo limita il suo case study alla nonna, silenziosa e analfabeta. Così durante un pomeriggio, non senza un certo imbarazzo, la donna prende a sfiorare gli oggetti di casa e a evocarne i nomi. Peccato che, per l’autorevolezza del lavoro («l’università, secondo lei si trovava in alto, quasi in cielo e risultò inutile dirle che bastava andare per il Rettifilo, chissà quante volte c’era passata davanti») la nonna si lascia andare a ipercorrettismi inutili, mette le vocali a fine parola (“pirciatell-a, votapesc-e”) in una parodia di napoletano che indispettisce il nipote, che invece ha bisogno del contrario, della lingua più verace, più esotica, quella che servirà poi ai professori universitari per i loro studi di dialettologia. E allora la nonna riprende a dare alle cose i nomi giusti, ma di nuovo Mimì si irrita a sentirla pronunciare le parole in quella lingua di cui in fondo si vergogna. A lavoro finito, in quelle schede ben compilate nessuno dei due, né il giovane glottologo né la nonna analfabeta, riusciranno a riconoscersi.

All’improvviso, il fonema che ti ha perseguitato per una vita, diventa sperimentazione linguistica, esempio virtuoso dell’italiano standard del futuro

«Avevo sempre detestato del dialetto l’assenza delle finali quel loro perdersi in un suono indistinto. Mio padre, che so, strillava con mia madre – addo cazzə si ghiutə accussi’ mpennacchiatə?-, e le parole gelose si slanciavano da lui a lei cercando di colpirla con z, con t, che annaspavano senza vocale, denti che volevano azzannare e invece mordevano ferocemente solo aria».

Anche chi scrive, più di cinquant’anni dopo la storia raccontata da Starnone, ha sempre vissuto con un certo disagio l’onnipresenza dello schwa, la sua cadenza incorreggibile anche nell’italiano regionale, che andava a peggiorare una già sinusitica cadenza. Un retaggio culturale che immediatamente ti pone fuori da certi quartieri, (il Vomero ad esempio, quartiere dove non tutti conoscono il napoletano) ti ingabbia all’istante in una posizione socio culturale che non va oltre l’impiego statale. Che ridere riconoscere in molti genitori professionisti (medici soprattutto) un parlato per le occasioni pubbliche cristallino, in molti casi effeminato, da gagà, un’intonazione precisa, tutte le vocali finali al posto giusto. Ci vuole pazienza per ammorbidire certe inflessioni. Gli scivoloni sui dittonghi di “fuoco, vuoto” le semivocali strascicate di “miele, niente”, non sono facili da ripulire se non con una premeditata impostazione dell’apertura della bocca.

E invece all’improvviso, il fonema che ti ha perseguitato per una vita, diventa sperimentazione linguistica, esempio virtuoso dell’italiano standard del futuro. La Crusca è contraria allo schwa, o meglio, è poco ottimista sulla possibilità che la morfologia di una lingua possa essere stravolta nell’immediato e attraverso un percorso artificiale, indotto. Il napoletano intanto non è mai stato così cool, con buona pace di Starnone e di tutti noi provinciali. Sarà il caso allora di farsi avanti, di ribaltare la storia culturale del Paese, di diventare per una volta lo standard e non l’eccezione, far convivere finalmente tutte le divergenze a suon di mandolino e bocche aperte?

Articoli Suggeriti
Con I convitati di pietra Michele Mari si è dato all’horror

Una chiacchierata con lo scrittore in occasione dell'uscita del suo nuovo libro appena pubblicato da Einaudi, una specie di versione milanese, colta, erudita di Squid Game.

Secondo Guillermo del Toro persino Frankenstein può essere bello, amare ed essere amato

Contrariamente al romanzo, la Creatura del film non è affatto l’“abominio” descritto da Shelley, anzi. Ma questa non è l'unica libertà che Del Toro si è preso.

Leggi anche ↓
Con I convitati di pietra Michele Mari si è dato all’horror

Una chiacchierata con lo scrittore in occasione dell'uscita del suo nuovo libro appena pubblicato da Einaudi, una specie di versione milanese, colta, erudita di Squid Game.

Secondo Guillermo del Toro persino Frankenstein può essere bello, amare ed essere amato

Contrariamente al romanzo, la Creatura del film non è affatto l’“abominio” descritto da Shelley, anzi. Ma questa non è l'unica libertà che Del Toro si è preso.

Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia

Le tracce sono comparse a sorpresa sulla piattaforma e sarebbero state ispirate a una vacanza italiana fatta con la sua compagna.

È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop

Noto al grande pubblico come vincitore di un Oscar e di un Golden Globe per la sceneggiatura di Shakespeare in Love.

A Sanremo tiferemo per Sayf

Padre italiano, madre tunisina, una vita tra Rapallo e Genova, non riesce a scegliere chi preferisce tra Bob Marley e Fabrizio De André, ma soprattutto è una delle più interessanti novità del rap italiano: la nostra intervista, per arrivare preparati al Festival.

La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait

Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.