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22:53 martedì 2 settembre 2025
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.

Roma postmoderna

Giardini di marijuana nei tunnel di una metropolitana dimenticata. La nostra Highline possibile?

23 Agosto 2012

Poi dice che a Roma non si fanno le grandi opere. Anzi, nella capitale si è sempre scavato moltissimo, come dimostra la recente scoperta di un tunnel di quattro chilometri, sconosciuto ai più, e adibito a serra per coltivazione di marijuana, dalle parti di Torpignattara, deep periferia occidentale. Arresti, sequestri, e soprattutto scoperta del manufatto che nei progetti del Duce avrebbe dovuto collegare il centro storico a Centocelle (dunque anticipando esattamente di sessant’anni il tracciato della famigerata linea C, che oggi arranca con ritardi ed extracosti e disagi). “Sulle strade la terza linea del metrò che avanza, e macchine parcheggiate in tripla fila, e la sera ritorno con la noia e la stanchezza” canta Battiato, e invece era già lì, tutto fatto (ma adibito a serra e anche sfasciacarrozze, e a “fungaia”, come si è appreso). Il progetto di quella metro primordiale risale al 1942 e avrebbe dovuto collegare il centro con Centocelle forse già Nightmare, passando sotto l’aeroporto oggi in disuso e il caveau della Banca d’Italia, intersecare la rete ferroviaria nei pressi della stazione Tuscolana e terminare a Porta Maggiore. Poi non se ne fece più niente, ma che fascino questa Roma sotterranea da epopea criminal-borgatara alla Walter Siti, da villa Ada sub-abitata come in Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti. Oggi, zona di clan zingareschi e camorristi potenti. La nostra Gomorra possibile? Intanto il piano incrociava la grandeur edilizia mussoliniana, impegnata soprattutto in un’altra direzione: la prima metro romana fu infatti progettata e iniziata negli anni Trenta soprattutto per collegare il centro e la stazione Termini con la celebre “E42”, oggi Eur: dopo quella imperiale e quella cristiana, la “Terza Roma”, verso il mare, uno spazio vitale a palazzoni bianchi, poi fotografato nella Dolce Vita con accluso suicidio simbolico del nichilista Steiner. L’Esposizione Universale del 1942 mai si fece, naturalmente, e dell’ambizioso claim ducesco sul palazzo degli Uffici rimane lo sberleffo arbasiniano in Fratelli d’Italia: “La Terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno. Miao!”. Ma prima che tutto si fermasse, non per un Tar o per una infiltrazione come oggi ma più pragmaticamente per l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, si era già molto scavato: i suddetti tunnel verso Centocelle e il pezzo di quella che sarà la futura linea B (da Termini a Piramide, in direzione oggi Eataly e Italo, dunque anche qui con lungimiranza su futuri trend). Poi, con la scellerata guerra, tutto fermo, e poi dopo un riuso intelligente, da keynesismo in purezza: si utilizzarono i cantieri della metropolitana per dare lavoro agli sfollati che assediavano Roma – e nel giro di pochi anni il progetto venne abbandonato del tutto. Per aspettare l’apertura della prima linea del metrò si dovette attendere il 1955, e un Einaudi inaugurante, e le dizioni mutanti di “Termini-Esposizione”, poi “Termini-Laurentina”, oggi “Linea B  Rebibbia-Laurentina”, primigenia alla A (Anagnina-Ottaviano), aperta invece solo nel 1980. Oggi si combatte per la C, di cui si parla dal 1990, e che doveva essere pronta per il giubileo del 2000; e pensare che un pezzo era già lì pronto. Ma a Roma intanto si era già alla postmodernità, e al ready made: in tempi di giardinaggi virali e verticali, e sull’esempio della celebrata Highline newyorchese, ecco qui già giardini (di marijuana) nei tunnel preistorici. E anche sfasciacarrozze, e fungaie.

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