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Quella volta in cui Quincy Jones spiegò il rap a Kendrick Lamar
Nella settimana di Halloween, TikTok era pieno di video di ballerini e ballerine che rimettevano in scena l’incredibile coreografia di “Thriller” di Michael Jackson. I commenti a questi video mettevano d’accordo tutti, che si trattasse di Boomer, Millennial o Gen Z: «è incredibile», notavano tutti, «quanto questa canzone del 1982 suoni ancora oggi freschissima, irresistibile, perfetta». E anche: «Sia la canzone che il video musicale non sembrano invecchiati di un secondo». A produrre Thriller (l’album che insieme a Off the Wall e Bad ha reso Michael Jackson una star mondiale) è stato, come sappiamo, Quincy Jones. Michael Jackson, Frank Sinatra, Will Smith, Aretha Franklin, Donna Summer: sono solo alcune delle star della cui esistenza dobbiamo ringraziare il produttore americano, senza dubbio la figura più versatile della cultura pop del XX secolo, morto il 3 novembre all’età di 91 anni.
Per ricordarlo, abbiamo pensato di ricondividere il commovente video del suo incontro con un giovane ed emozionatissimo Kendreck Lamar. Prima di incontrarlo, quasi 10 anni fa, Lamar aveva riassunto molto bene la statura del produttore e mogul che ha cambiato la storia della musica: «Come fai a chiedere a Quincy Jones “quali sono state le sue influenze musicali”? Lui è la nostra influenza musicale. “Quali sono state le tue?” È troppo. Troppa eredità, proprio lì». Il video dell’incontro, che dura soltanto tre minuti, si può rivedere sul canale YouTube di Hypertrak Magazine. Vi avvisiamo, soprattutto se siete dei cultori del rap: riguardarlo oggi, appena dopo la morte di Jones, potrebbe causare crisi di pianto. Kendrik, che all’epoca aveva 27 anni, è così emozionato che riusciamo a percepire perfettamente la sua tensione, e l’ammirazione immensa che prova per il grandissimo produttore. In soldi tre minuti di video, Jones riesce a sganciare una serie di perle, ad esempio questa: «L’ho imparato 50 anni fa: una grande canzone può trasformare il peggior cantante in una star, mentre una brutta canzone non può essere salvata nemmeno dai tre migliori cantanti del mondo».