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19:21 domenica 15 giugno 2025
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Punto XXX

Breve storia di un dominio da poco entrato in vigore, soltanto ufficialmente relegato all'erotismo

25 Gennaio 2012

L’effettiva libertà e anarchia di internet, argomento grosso grasso e vetusto – non ancora risolto, e forse mai risolvibile. I confini ci sono, non ci sono, dove sono, sono giusti, sono sbagliati, eccetera. A dicembre 2011 nasce (crescerà forte e robusta nei mesi a venire, o rimarrà un germoglio rachitico?) l’ultima polemica del caso: l’Icann – Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – approva dopo anni la nascita del dominio a scopo porno-erotico chiamato .xxx (dot triple ex, per gli apprendisti anglofoni). L’intento? A una prima occhiata, sembrerebbe quello di categorizzare sotto un’unico tetto la maggioranza dei siti con contenuti “da adulti”, siano essi indirizzati a un pubblico etero- , omo- , bi- , e via continuando con la giungla di prefissi, acronimi e vocaboli dedicati a quella sfera. Si parla di una delle fette più importanti dell’intero mercato web: come le “fat bottomed girls” per il rock, il porno è uno dei principali fattori che fa girare il mondo dell’internet, da sempre corsia preferenziale per i bisogni più elementari dell’essere umano. Date un’occhiata ai domini più costosi di sempre: al secondo posto c’è proprio sex.com (venduto nel 2006 per 14 milioni di dollari), seguito poco dopo da porn.com, beer.com, casino.com e freeporn.com.

Il fatto singolare, per quanto riguarda il dominio .xxx, è innanzitutto il costo della registrazione: mentre la media dell’oceano internet spazia dai due ai dodici dollari di media, comprare uno spazio a tre ics ne costa addirittura 99. Potrebbe ciò scoraggiare i gestori di siti pornografici dall’abbandonare il dot com? Certo, ma il punto è un altro. Risulta sempre più chiaro, con il passare del tempo, che il fine principale del neonato suffisso web non è tanto la ghettizzazione di certi siti – con relativa facilità di censura, quindi, da parte di qualsivoglia organo statale – bensì la possibilità di accumulare soldi facili. Ancora nebbia? Arrivo subito al dunque. Eccezion fatta per qualche sito attivo ma del tutto innocuo (cioè piccolo, lontano anni luce dai numeri di un Youporn o Tubegalore), i maggiori introiti del nuovo dominio arrivano da privati, vip, università, società, banche. Nella pratica, l’invenzione delle tre x si sta configurando come un grosso ricatto di successo. E l’idea paga. Per prevenire utilizzi eterodossi del proprio nome (e della propria immagine, quindi) istituzioni e personalità si sono affrettati o si stanno affrettando a comprare il relativo dominio a tre x. Avete presente il grande copione complottista del tipo “il cattivo crea il virus per poi vendere l’antidoto e diventare ricco”? Per caso o per malizia, l’operazione .xxx si è trasformata nella variante informatica di quella sceneggiatura. Al punto che gli interessati compratori di uno spazio vengono accolti sul sito GoDaddy.com con un copy molto poco concettuale: «Secure your brand. Protect your reputation. Perhaps you’d like to create an adult entertainment website. Or maybe you’re here to keep your brand from being registered as a .xxx by someone else». La Kansas University ha preso il consiglio alla lettera e ha speso – dichiarazioni ufficiali – più di 3000 dollari in dominii, compresi KUgirls e KUnurses, ovviamente seguiti dal maligno suffisso. C’è un precedente, d’altronde, che insegna: fino al 2004 l’indirizzo whitehouse.com corrispondeva a un sito pornografico. Oggi la Casa Bianca si è già premunita contro il nuovo dominio, invece. A differenza di… digitate governo.xxx per provare.

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