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Il video dello sceriffo di Flint che si è unito alla protesta per George Floyd

«C’è un’unica ragione per cui oggi siamo qui. Per difendere la vostra voce, non importa chi voi siate». È con queste parole che lo sceriffo Christopher R. Swanson della contea di Genesee a Flint, nel Michigan, si è unito alla folla di manifestanti lo scorso sabato, contro la brutalità della polizia e il razzismo sistemico che attraversa parte dell’America. «Voglio fare di questo momento una parata, non una protesta», ha detto rivolgendosi ai manifestanti, prima di togliersi l’elmetto e aver fatto posare al resto della polizia i manganelli. Così che con canti, senza tensioni, Flint si è unita alla causa per George Floyd, insieme alle tante città degli Stati Uniti che hanno dato il proprio contributo alla protesta di Minneapolis.

Lo sceriffo Swanson – «Cammina con noi sceriffo, marcia con noi!», gridava la folla – è stato infatti uno dei pochi funzionari delle forze dell’ordine che nei giorni scorsi hanno preso parte alle manifestazioni, posando gli elmetti e denunciando pubblicamente la morte di Floyd, soffocato dal ginocchio dell’agente Dereck Chauvin che lo aveva bloccato per terra. Swanson ha stretto la mano a un manifestante, ne ha abbracciato un altro, «vi amo ragazzi. La polizia dovrebbe solo aiutarvi».

Intanto gli scontri si sono intensificati e le città, tra cui Chicago, New York e Filadelfia, sono state teatro di numerosi atti di violenza nei confronti della polizia e dei manifestanti, tra incendi e video che hanno mostrato le forze dell’ordine usare lacrimogeni, proiettili di gomma anche su astanti e giornalisti senza preavviso (come segnala il New York Times, almeno cinque persone sarebbero rimaste uccisi per il momento a causa della violenza connessa alle proteste). Per questo «credo che ieri abbiamo potuto salvare delle vite», ha dichiarato lo sceriffo in una conferenza stampa di domenica. «Perché la protesta non riguarda più solo George Floyd, ma riguarda tutti, e la polizia in ogni parte dell’America dovrebbe interrogarsi sul proprio operato. Sapere di lottare per le cause giuste, invece che contro».