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06:59 giovedì 11 settembre 2025
È uscito il primo trailer di Nouvelle Vague, il film in cui Richard Linklater racconta Jean-Luc Godard che gira Fino all’ultimo respiro E che potremo vedere in streaming su Netflix, dove sarà disponibile dal 14 novembre.
Il biopic di Giorgio Armani è già in lavorazione  S’intitola Armani – The King Of Fashion ed è in lavorazione già da mesi, non si sa se con il benestare della famiglia o no.
OpenAI vuole portare il suo primo film animato fatto tutto con l’intelligenza artificiale al prossimo Festival di Cannes Si intitola Critterz, è già in corso di realizzazione, ma il progetto di presentarlo a Cannes appare molto difficile.
Dopo due anni di prove, EssilorLuxottica ha deciso di introdurre la settimana lavorativa corta Le sperimentazioni fatte fin qui hanno dato ottimi risultati, e ora l'azienda sembra intenzionata a cambiare definitivamente modello di produzione
La vita e la carriera del giovane Gigi D’Alessio diventeranno un film Il biopic si intitolerà Solo se canti tu e a interpretare D'Alessio sarà Matteo Paolillo, meglio noto come Edoardo Conte di Mare fuori.
Migliaia di registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.
Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti, le dimissioni del Presidente del Consiglio e il Parlamento in fiamme In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.

Il Presidente della Colombia Gustavo Petro ha detto che la cocaina andrebbe venduta come il vino

07 Febbraio 2025

«Lo hanno stabilito gli scienziati. La cocaina non è peggio del whiskey», ha detto il Presidente della Colombia Gustavo Petro durante un Consiglio dei Ministri trasmesso in diretta tv e streaming per la prima volta nella storia del Paese. Petro ha detto una cosa che tanti ormai sanno essere vera: se la cocaina venisse legalizzata, quindi se la produzione, distribuzione e vendita venisse regolamentata dagli Stati, il narcotraffico verrebbe «facilmente smantellato». Perché non si fa? Petro ha la sua risposta, anche questa condivisa da tanti: «Perché la cocaina si fa in America Latina» e in particolare in Colombia, Paese che ne produce ed esporta più di tutti.

«Se vogliamo la pace, dobbiamo smantellare l’industria (il narcotraffico, ndr). Sarebbe facile farlo se la cocaina diventasse legale in tutto il mondo. Dovremmo venderla come il vino». Per spiegare cosa intendeva quando ha detto che la cocaina è illegale solo perché è un prodotto sudamericano, Petro ha fatto un paragone con il fentanyl. «Se l’è inventato un’azienda farmaceutica negli Stati Uniti» e prima che si cominciasse a discutere della sua pericolosità centinaia di migliaia di persone erano già diventate tossicodipendenti oppure sono morte. È il fentanyl, ha detto Petro, che «sta uccidendo gli americani, ma il fentanyl non è fatto in Colombia».

Ovviamente, Petro ne fa anche una questione di potere economico e politico. Se davvero la cocaina diventasse legale in tutto il mondo, la Colombia diventerebbe, in questo settore, una superpotenza. Solo nel 2023, infatti, nel Paese si sono prodotte 2600 tonnellate di sostanza, un record (il 53 per cento in più dell’anno precedente, che pure era stato da record). E poi, con la legalizzazione si toglierebbe alle organizzazioni criminali di tutto il mondo una delle principali fonti di finanziamento.

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