Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani
Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.
Le politiche migratorie più restrittive varate da molti governi europei negli ultimi anni non solo non riescono ad ostacolare l’immigrazione clandestina, ma favoriscono il traffico di essere umani, rendendolo più diffuso e remunerativo. A provarlo è un nuovo rapporto del Mixed Migration Centre danese, rilanciato dal Guardian. Lo studio permette di tracciare un collegamento diretto tra le politiche migratorie dure fatte di controlli alle frontiere più rigorosi e canali legali sempre più limitati all’aumento del traffico clandestino di persone verso il Vecchio continente.
Su più di ottantamila migranti intervistati fra il 2019 e la prima metà del 2025, oltre 50 mila hanno dichiarato di aver dovuto ricorrere a trafficanti proprio per mancanza di alternative legali. Sono stati intervistati anche oltre quattrocentocinquanta trafficanti di esseri umani che operano in Nord Africa, che hanno confermato come la domanda per i loro “servizi” è aumentata, consentendo loro di alzare i prezzi in conseguenza del maggior rischio operativo.
Il dato che emerge con forza è che le misure volte a smantellare il business delle reti criminali rischiano di ottenere l’effetto contrario: spingono infatti migranti a utilizzare rotte illegali, rafforzando le stesse reti che vorrebbero eliminare. La difficoltà ormai strutturale di accedere a canali regolari come programmi di asilo, ricongiungimenti familiari o quote umanitarie fa dunque il gioco delle organizzazioni criminali con cui la politica spesso giustifica l’adozione di queste misure, del tutto inefficaci a smantellarle.