Una ricchissima vita che può essere riassunta in tre parole: centro, nazionalpopolare e presentatore. Più una bonus: Sanremo.
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd
Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.

Si è spento all’età di 88 anni Ronnie Rondell Jr., attore e stuntman professionista rimasto nell’immaginario collettivo per uno dei suoi stunt più spettacolari: quello in cui stringe la mano al collega Danny Rogers mentre il suo completo va a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd. Rondell arrivò a scattare quella foto dopo vent’anni di carriera a Hollywood, dove era molto apprezzato dagli studios per la sua abilità nel gestire stunt incendiari. Letteralmente incendiari: la sua specialità erano le scene con incendi, esplosioni, fiammate, ma anche inseguimenti d’auto e risse da bar. Nato in California nel 1937, cominciò a recitare da giovanissimo ma ci mise dieci anni per trovare la sua vocazione. Diventato stunt man, partecipò agli stunt più spettacolari e pericolosi di film come Arma Letale, Thelma e Louise, Spartacus e Karate Kid.
Nel 1975 il fotografo Aubrey Powell, incaricato di scattare la foto di copertina per il nuovo, atteso album dei Pink Floyd, lo contatta. All’inizio, Rondell è titubante. Da vero professionista, capisce che quella posa statica immaginata dal fotografo, nonostante le precauzioni, è ben più pericolosa di tante scene che ha già girato. Il completo che indossa è intriso di un liquido ritardante, il volto e le mani sono cosparse di un gel protettivo. Per quattordici volte gli assistenti sul set danno fuoco a Rondell, che stringe la mano all’altro stuntman mentre Powell cerca lo scatto perfetto. Alla quindicesima però il vento cambia direzione e gioca un brutto scherzo a Rondell: le fiamme soffiano verso il suo viso, bruciandogli parte del sopracciglio e del paio di baffi che non si tagliava mai.
Negli anni ’90 divenne coordinatore degli stunt sul set e fondò un’agenzia specializzata, partecipando a molte serie televisive come Baywatch, Charlie’s Angels e Dinasty. Il suo ultimo set è stato quello di Matrix Reloaded nel 2003, dove aiutò a coordinare le complesse scene d’inseguimenti d’auto.