Muore a 94 anni il vignettista più riconosciuto e riconoscibile nella storia dei giornali italiani, dalla gobba di Andreotti al pisellino di Spadolini.
Il Palestine Film Institute ha reso disponibili gratuitamente dei film su Gaza
Sono tante le voci dell’ultimo minuto che in questi giorni si accavallano per dire la loro sul conflitto israelo-palestinese, ma ci sono realtà, come quella del Palestine Film Institute (Pfi), che portano avanti questo lavoro da anni. Il Pfi è un’organizzazione no-profit indipendente composta da volontari e volontarie che dal 2019 si occupa di sostenere, promuovere e preservare i film palestinesi, si legge sul suo sito. Attraverso il profilo Instagram, i rappresentanti dell’istituto hanno annunciato l’apertura di “Unprovoked Narratives”, un progetto online attraverso cui il Pfi ha messo a disposizione 12 titoli dal suo archivio in forma gratuita (si possono già trovare qui) che saranno accessibili fino al 21 ottobre. «Una serie di film che celebrano la bellezza di Gaza, le sue persone, la sua lotta e la sua sopravvivenza. Il programma intende opporre resistenza alla demonizzazione di questo posto stupendo», recita il messaggio di accompagnamento.
https://www.instagram.com/p/CyXwphDt5Cm/?igshid=MzRlODBiNWFlZA%3D%3D
Nella descrizione del post, per promuovere l’accesso al progetto, Pfi ha invitato i follower a condividere l’iniziativa con le loro comunità e a mandare un’email al loro indirizzo nel caso qualche sito voglia esportare uno dei film per intero. Secondo Cairo Scene la raccolta di film selezionati dall’istituto offre una varietà di prospettive su cosa significhi vivere a Gaza tra quotidianità, sogni e difficoltà. Anche i temi coperti sono molti diversi tra di loro: dalle storie più intime di rinascita personale fino ai documentari che riportano gli aspetti sociopolitici della vita a Gaza.
Il lancio di stracci tra attiviste e Lucarelli ci ricorda l’importanza, anche nel 2025, di avere strutture che possano filtrare, modificare, ponderare le opinioni prima di immetterle nel discorso pubblico.
Palma d'oro a Cannes, serissimo candidato all'Oscar per il Miglior film internazionale, nel suo nuovo film il regista immagina gli iraniani alle prese con l'inimmaginabile: quello che succederà dopo la fine della Repubblica islamica.