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18:58 giovedì 6 novembre 2025
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Nella vittoria di Mamdani un ruolo importante lo hanno avuto anche i font e i colori della sua campagna elettorale Dal giallo taxi alle locandine alla Bollywood, il neo sindaco di New York ha fatto un uso del design diverso da quello che se ne fa di solito in politica.
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare l’intelligenza artificiale per creare brutte copie dei suoi film Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.

Dopo 14 anni ha chiuso Omegle, uno dei più grandi siti di random chat

09 Novembre 2023

«Essendo cresciuto in una cittadina piuttosto isolata dal resto del mondo, per me è stato incredibile scoprire quante persone e idee interessanti ci sono là fuori. […] Da ragazzino non potevo di certo intrufolarmi nelle università e chiedere ai ragazzi più grandi di spiegarmi la filosofia morale o andare da un professore e dirgli: “Raccontami qualcosa di interessante sulla microeconomia”, ma su internet sì che potevo conoscere quelle persone e avere quelle conversazioni.», con queste parole il fondatore di Omegle Leif K-Brooks ha ricordato le ragioni che nel 2009 l’avevano spinto ad aprire il sito. Ma K-Brooks ha anche spiegato che i continui attacchi alla piattaforma degli ultimi anni hanno comportato troppo stress e troppe spese, al punto da non riuscire più a gestire il sito, riporta Business Today.

Gli episodi a cui fa riferimento K-Brooks sono soprattutto casi in cui minorenni sono entrati in contatto con pedofili che poi li convincevano a svestirsi o a compiere atti sessuali di fronte alla videocamera. Una ricerca dell’Internet Watch Foundation ha rilevato che questi episodi sono cresciuti in maniera esponenziale durante la pandemia, passando da 5 mila nel 2019 a 63 mila nel 2022. Nel suo comunicato, K-Brooks ha scritto che, come in ogni forma di comunicazione, era a conoscenza dei rischi, ma nel 2009 l’idea di essere dietro a uno schermo era molto più rassicurante di oggi. Negli anni ha affermato di aver fatto il possibile per moderare le interazioni, tramite un team di esperti, usando l’intelligenza artificiale e collaborando con le forze dell’ordine ed enti come il National Center for Missing and Exploited Children grazie al quale, ricorda, si è giunti all’arresto di decine di persone. Ma sa che la battaglia contro questo tipo di crimini sarebbe stata ancora molto lunga, una battaglia che non si sente di continuare anche perché, scrive, «non vorrei morire di infarto a 30 anni».

Le reazioni all’annuncio della chiusura definitiva di Omegle rispecchiano perfettamente la conflittualità che ormai il sito generava: tra chi ricorda di averci conosciuto tanti amici che senza di esso non avrebbe avuto altro modo di incontrare, chi si immagina la disperazione degli youtuber che ancora utilizzavano la video chat per i propri contenuti, chi ne ricorda gli scambi più memorabili e virali e chi dice che forse dopotutto è meglio così, la prossima generazione si risparmierà una buona dose di traumi. 

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