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01:39 giovedì 7 agosto 2025
Il vero re dell’estate cinematografica potrebbe non essere Pedro Pascal Tre film in contemporanea nelle sale statunitensi è l’impressionante risultato raggiunto da Pascal…e da un inaspettato rivale.
È in corso un torneo di scacchi per stabilire qual è l’AI più intelligente Gemini, DeepSeek e ChatGPT si stanno sfidando in un torneo commentato in diretta da grandi campioni “umani” del gioco.
James Cameron ha detto che il film su Hiroshima sarà il più difficile mai realizzato Il regista di Titanic e Avatar ha spiegato che sarà una sfida tecnica ma anche umana e che potrebbe anche «non essere all'altezza del compito».
Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.
Ne Zha 2, il film d’animazione con il maggior incasso nella storia del cinema, arriva anche in Italia Minerva Pictures lo porterà nei nostri cinema entro la fine del 2025, mentre negli Stati Uniti arriverà ad agosto con A24.
Negli Stati Uniti stanno usando l’audio della litigata tra Adam Driver e Scarlett Johansson in Storia di un matrimonio per spaventare i lupi Gli allevatori confermano che l’audio tratto dal film si è rivelato efficace per tenere lontani i predatori e salvare le mandrie.
La vera star del Gran premio d’Ungheria, a sorpresa, è stato il protagonista di un vecchio meme Nonostante la debacle Ferrari, a tenere banco sui social è stata soprattutto la presenza di Hide the pain Harold.
One Piece è diventato «una minaccia all’unità nazionale» in Indonesia Un trend apparentemente innocuo su TikTok con protagonista la bandiera pirata di Luffy si è trasformato in un vero e proprio caso politico.

Già nel 1986, in un’intervista della Rai, Netanyahu mostrava di essere un estremista

Fa impressione vedere le risposte date dall'allora 38enne Netanyahu a Giovanni Minoli nel famoso programma Mixer.

17 Giugno 2025

Ci sono due cose che fanno impressione nella puntata di Mixer in cui Giovanni Minoli intervista l’allora 38enne Benjamin Netanyahu. La prima è il piglio con cui Minoli risponde alle affermazioni di Netanyahu. Un esempio: quando Netanyahu definisce Arafat «un terrorista», Minoli lo interrompe dicendo: «Come si può parlare di terrorismo se dietro ai guerriglieri c’è un popolo, quello palestinese, che si ribella?». Un altro esempio: sempre parlando di Arafat, Minoli ribatte a Netanyahu dicendo «ma lei sta mettendo nello stesso calderone Arafat, che condanna gli attentati, con Abu Nidal, che li rivendica. Le sembra giusto?». Ancora un esempio, sempre Minoli, discutendo con Netanyahu di cosa sia terrorismo e cosa no: «A proposito di bombe: perché le bombe dei palestinesi sono terrorismo e le bombe di Begin e di Shamir a Gerusalemme no?».

La seconda cosa che colpisce di questa intervista sono le risposte, le parole, gli atteggiamenti di Netanyahu. La conversazione tra quest’ultimo e Minoli è del 1986, quasi quarant’anni fa, la situazione in Palestina era completamente diversa eppure esattamente la stessa. «Il terrorismo è il deliberato e sistematico attacco su persone innocenti e civili per motivi politici. Perché la scelta che il terrorista usa, la scelta dei mezzi indica i veri fini. Il terrorismo è stato con noi in tutta la storia, quello che vediamo oggi sono le due fonti principali, una è il radicalismo ideologico comunista, una è il fondamentalismo islamico, entrambi sono cause fondamentali», dice Netanyahu, che almeno si è tolto la soddisfazione di essere sopravvissuto al “radicalismo ideologico comunista”.

Quello con Minoli assume presto le caratteristiche di uno scontro più che di una conversazione. Soprattutto quando, inevitabilmente, si finisce a parlare di quella che il giornalista chiama senza timore la causa della «liberazione della Palestina». Dice Netanyahu, spiegando perché si oppone alla liberazione: «Perché lo scopo non è liberazione ma liquidazione. Lei sa che hanno cominciato la campagna contro di noi, quelli che sono venuti prima avevano già condotto una campagna di terrorismo contro gli ebrei per sessant’anni, prima di essere profughi, prima che perdessero i territori e prima di Israele, ciò che li ha guidati non è stata la costruzione ma la distruzione di uno Stato, cioè Israele». C’è solo una cosa da fare, dopo aver visto tutta questa bellissima puntata di Mixer su RaiPlay, ed è confrontare le parole del Natanyahu di allora con il Netanyahu di oggi, per avere la certezza che, purtroppo, nulla è cambiato. Di sicuro non lui.

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