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02:59 mercoledì 26 marzo 2025
È stato ritrovato il pilot dei Griffin, che tutti pensavano fosse andato perduto 30 anni fa. La scoperta l'ha fatta un utente del sito Lost Media Community, che lo ha subito pubblicato su YouTube.
La sorprendente somiglianza tra Jude Law e Vladimir Putin nella prima immagine del film Il mago del Cremlino. Diretto da Olivier Assayas, è l'adattamento del romanzo omonimo di Giuliano da Empoli.
I ministri di Trump hanno aggiunto per sbaglio un giornalista in una chat in cui si discuteva di bombardamenti in Yemen. E non un giornalista qualsiasi: il direttore dell'Atlantic Jeffrey Goldberg.
Hamdan Ballal, uno dei registi di No Other Land, è stato aggredito dai coloni in Cisgiordania e sequestrato dall’esercito israeliano. Al momento non si sa dove sia né in che condizioni versi.
Herbie Hancock ha detto che non fa un album da 15 anni perché si distrae continuamente con YouTube. «Sono vittima di questa cosa, ma che ci vuoi fare, è la vita», ha detto in un'intervista a Bbc.
Su YouTube è uscito il sequel di Leaving Neverland, il documentario sui presunti abusi sessuali commessi da Michael Jackson. Il regista è lo stesso e i "protagonisti" sono sempre Wade Robson e James Safechuck, i due uomini che accusarono Jackson nel 2019.
Bong Joon-ho ha chiesto a John Carpenter di scrivere la colonna sonora del suo prossimo film e lui ha detto subito sì. I due si sono messi d'accordo durante una proiezione della versione restaurata de La cosa.
Si è scoperto che prima di fare il ministro, Guido Crosetto ha lavorato con Marlene Kuntz e Afterhours. E di diverse altre band, grazie a un'associazione culturale chiamata Zaboom: lo ha raccontato in un'intervista a "Un giorno da pecora".

Se oggi vestirsi di pelle è cool è anche grazie a Marianne Faithfull

31 Gennaio 2025

Giovedì 30 gennaio, a 78 anni, è morta Marianne Faithfull. È stata una delle pochissime persone abbastanza fortunata da vivere una vita che non può essere riassunta in un coccodrillo. A 17 anni era già una stella, la ragazzina che cantava “As Tears Go By” e che usciva con i Rolling Stones. A 20 anni era una delle protagonista di una Londra irripetibile, la capitale di tutto ciò che di importante e interessante avveniva nel mondo culturale. A 30 aveva già vissuto la vita della star e quella della reietta: quando, nel 1979, tornò sulle scene con il bellissimo album Broken English, veniva da anni di tossicodipendenza e da un periodo in cui aveva perso tutto. Tutto questo e tanto ancora è stata Marianne Faithfull, ma c’è una parte della sua carriera che viene spesso trascurata: quella da attrice. Nel 1966 fece il suo esordio al cinema in Una storia americana di Godard, poi si dedicò al teatro con il London’s Royal Court Theatre (interpretò le Tre sorelle di Cechov) e infine tornò al cinema con un’interpretazione che l’ha fatta diventare leggendaria: quella di Rebecca in Nuda sotto la pelle (The Girl on the Motorcycle), film diretto da Jack Cardiff nel quale recitava accanto ad Alain Delon.

È un film, questo, di cui oggi non resta granché nella memoria collettiva ma che all’epoca fece scandalo. Doveva essere presentato al Festival di Cannes del 1968, ma poi quell’edizione fu annullata a causa delle proteste studentesche del Maggio francese. Quando uscì nelle sale, Nuda sotto la pelle scatenò un putiferio: poche volte nella storia del cinema si era visto un film in cui sesso e droghe erano personaggi, protagonisti della storia. In Francia e in Inghilterra il film fu un successo, negli Stati Uniti invece andò malissimo: gli americani ne furono talmente sconvolti che ne fecero il primo X-rated movie della loro storia (più o meno, l’equivalente del nostro vietato ai minori di 18 anni) e uscì nelle sale solo dopo che il distributore americano, Warner Bros., lo tagliuzzò in modo da renderlo accettabile. Una delle ragioni per le quali il film fece tanto scandalo era anche il costume indossato da Faithfull: una variazione sul tema della giacca di pelle tipica dei motociclisti, un’invenzione del designer John Sutcliffe passata alla storia come catsuit, una delle prime occasioni in cui quell’estetica diventava pop e usciva dalla sottocultura che all’epoca si chiamava fetish. Se oggi ci vestiamo di pelle, se troviamo cool una certa estetica, insomma, è anche merito di Marianne Faithfull.

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