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L’assessore ai grandi eventi del comune di Roma sta facendo di tutto per portare gli Oasis in città Anche se al momento la reunion dei fratelli Gallagher non prevede l'Italia, Roma si è già fatta avanti con insistenza. 
La campagna pubblicitaria di Sydney Sweeney per American Eagle è sempre più un caso politico Dopo le polemiche sullo slogan scelto per accompagnare le foto a difendere l’attrice è intervenuta anche la Casa Bianca.
È morto Robert Wilson, il regista che inventò l’opera teatrale totale Con spettacoli come Einstein on the Beach portò musica, videoinstallazioni e l’interdisciplinarietà a teatro, modernizzandone il linguaggio.
Dopo otto anni di studio non stop, la Lofi Girl si è finalmente diplomata Il volto dell’amatissimo canale YouTube ha mostrato il diploma su TikTok, dopo aver tenuto compagnia a milioni di studenti e lavoratori.
In Nepal oltre il 70 per cento delle auto vendute è elettrico In soli cinque anni il tasso di auto elettriche in circolazione nel paese ha raggiunto quello di Norvegia e Singapore. 
Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton, in Massachusetts, i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.

Perché ci imbarazziamo per gli altri

28 Febbraio 2017

È una sensazione che abbiamo provato tutti: posti davanti a qualcuno che si mette in ridicolo, ci sentiamo male per lui. Capita per esempio quando ascoltiamo un oratore che tiene un discorso particolarmente autoreferenziale, o quando uno dei nostri amici fa una gaffe senza accorgersene: vorremmo quasi scomparire, anche se l’umiliazione in realtà non ci riguarda. In inglese talvolta si utilizza l’espressione “secondhand embarrassment” per descrivere questo genere di situazioni. In tedesco invece c’è un vocabolo specifico per indicare questa reazione, “Fremdscham”, o “imbarazzo per procura”.

Dunque non sorprende che sia stata proprio una squadra di ricercatori tedeschi a indagare sulle sue origini. Quattro neuroscienziati dell’Università di Marburgo hanno condotto una serie di studi su questa sensazione, scoprendo che l’imbarazzo per procura è strettamente collegato all’empatia: quando ci sentiamo in imbarazzo per gli altri, infatti, vengono attivate le stesse sezioni del cervello che vengono attivate quando partecipiamo di una sofferenza altrui; inoltre le persone che tendono ad avvertire maggiormente l’imbarazzo per procura sono anche quelle più empatiche.

imbarazzo

La ricerca è stata pubblicata in un paper del 2011, intitolato “Your flaws are my pain: linking empathy to vicarious embarrassment”. Però se n’è tornato a parlare in questi giorni: in un articolo su Science of Us, il blog del New York, Melissa Dahl ha fatto qualche riflessione sulle implicazioni della ricerca tedesca in occasione dell’incidente della notte degli Oscar. Com’è noto, infatti, i presentatori hanno annunciato il vincitore sbagliato per la categoria di miglior film, mettendo in imbarazzo se stessi, il cast della pellicola erroneamente premiata. In molti hanno descritto la scena come “difficile da guardare” e un “secondhand embarrassment”: mentre guardavamo gli Academy Award, sostiene la giornalista, nei nostri cervelli accadeva precisamente quanto descritto dai neuroscienziati di Marburgo.

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