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15:42 lunedì 15 settembre 2025
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.

Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale

Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.

13 Giugno 2025

Lo sappiamo da un pezzo, X non è proprio la fonte d’informazioni più affidabile. Era così già prima dell’arrivo di Elon Musk nel ruolo di Chief Twit, ma almeno all’epoca la spunta blu aiutava a orientarsi tra profili di cui ci si poteva fidare e profili da prendere con le pinze. Da quando la spunta blu è diventata una merce acquistabile da chiunque, le cose si sono ovviamente fatte più complicate, a poco è servita l’introduzione della spunta grigia e di quella gialla. A (ennesima) conferma della confusione che regna ormai sovrana sotto il cielo di X, c’è in queste ore l’account Iran Military. È molto probabile che un post di questo account sia capitato anche nel vostro feed, nelle ultime ore: succede tutte le volte che scoppia un conflitto con l’Iran.

Il problema di Iran Military (e di tutti gli account simili, ce ne sono tanti) è che di primo acchito può sembrare l’account ufficiale delle forza armate iraniane. Non è così, però: si tratta di una specie di fan account – esistono i fan degli ayatollah, sì – in cui si raccolgono foto, video e dichiarazioni che esaltano l’operato del regime, delle sue forza armate e di polizia, dei suoi ministri e propagandisti. Niente a cui non siamo abituati da tempo, figuriamoci. Ma il fatto che Iran Military venga spesso preso come una fonte ufficiale da utenti e, talvolta, anche da giornalisti è un problema abbastanza serio.

E dire che non ci vuole molto a capire che l’account non ha nulla di ufficiale. I principali indizi, in questo senso, sono tre. Il primo: Iran Military ha la spunta blu e non quella grigia, segno, quest’ultima, degli account ufficiali di organi politici, amministrativi e militari. Il secondo: l’handle dell’account è @IRIran_Military (nessuno degli account ufficiali della Repubblica islamica ne ha uno simile), la bio recita «Updates on the Islamic Republic of Iran Armed Forces» e da nessuna parte si trova la dicitura abituale di “official account”. Il terzo: i contenuti postati. Ora, è vero che la retorica degli ayatollah tende a essere abbastanza incendiaria – come dimostrano diversi post di Khomeini nelle ore successive all’attacco israeliano – ma commentare quello che sta succedendo in queste ore con la frase «Blood for blood» è troppo persino per loro. 

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