Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale
Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
Lo sappiamo da un pezzo, X non è proprio la fonte d’informazioni più affidabile. Era così già prima dell’arrivo di Elon Musk nel ruolo di Chief Twit, ma almeno all’epoca la spunta blu aiutava a orientarsi tra profili di cui ci si poteva fidare e profili da prendere con le pinze. Da quando la spunta blu è diventata una merce acquistabile da chiunque, le cose si sono ovviamente fatte più complicate, a poco è servita l’introduzione della spunta grigia e di quella gialla. A (ennesima) conferma della confusione che regna ormai sovrana sotto il cielo di X, c’è in queste ore l’account Iran Military. È molto probabile che un post di questo account sia capitato anche nel vostro feed, nelle ultime ore: succede tutte le volte che scoppia un conflitto con l’Iran.
It’s time to 🏹 some 🐀s !
— Iran Military (@IRIran_Military) June 13, 2025
Il problema di Iran Military (e di tutti gli account simili, ce ne sono tanti) è che di primo acchito può sembrare l’account ufficiale delle forza armate iraniane. Non è così, però: si tratta di una specie di fan account – esistono i fan degli ayatollah, sì – in cui si raccolgono foto, video e dichiarazioni che esaltano l’operato del regime, delle sue forza armate e di polizia, dei suoi ministri e propagandisti. Niente a cui non siamo abituati da tempo, figuriamoci. Ma il fatto che Iran Military venga spesso preso come una fonte ufficiale da utenti e, talvolta, anche da giornalisti è un problema abbastanza serio.
Blood for blood.
— Iran Military (@IRIran_Military) June 13, 2025
E dire che non ci vuole molto a capire che l’account non ha nulla di ufficiale. I principali indizi, in questo senso, sono tre. Il primo: Iran Military ha la spunta blu e non quella grigia, segno, quest’ultima, degli account ufficiali di organi politici, amministrativi e militari. Il secondo: l’handle dell’account è @IRIran_Military (nessuno degli account ufficiali della Repubblica islamica ne ha uno simile), la bio recita «Updates on the Islamic Republic of Iran Armed Forces» e da nessuna parte si trova la dicitura abituale di “official account”. Il terzo: i contenuti postati. Ora, è vero che la retorica degli ayatollah tende a essere abbastanza incendiaria – come dimostrano diversi post di Khomeini nelle ore successive all’attacco israeliano – ma commentare quello che sta succedendo in queste ore con la frase «Blood for blood» è troppo persino per loro.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.