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Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare i suoi film per addestrare Sora 2 a crearne delle brutte copie Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms Shanghai, la prima serie tv di Wong Kar-wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.

Dall’Eurovision a Liverpool è sparita la parola Euro

03 Maggio 2023

Dal 9 al 13 maggio a Liverpool si terrà l’edizione 2023 dell’Eurovision Song Contest che, a quanto pare, in british english si dice Liverpool Song Contest. Come riporta infatti Bbc, dal merchandise che in questi giorni inizia a riempire bancarelle e negozi della città è sparita la parola “euro”. Una rimozione che finora è stata spiegata in due modi. Il primo, per così dire, “innocentista”: dietro l’improvvisato e casereccio rebranding non c’è nessun messaggio politico antieuropeista ma una semplice questione di copyright. La maggior parte di questi prodotti, infatti, non sono ufficiali: chi li produce non ha alcun accordo di licensing con l’organizzatore dell’Eurovision e quindi nessun diritto a esporne il logo. Quindi, tutto si spiegherebbe con la necessità di evitare cause e risarcimenti. C’è però anche un movimento d’opinione che vede in questi gadget una certa ironia pro-Brexit: Liverpool non è parte dell’Unione Europea e quindi l’evento che si terrà dal 9 al 13 maggio, per una questione logica, non può dirsi Eurovision.

Eurovision o Liverpool Song Contest che sia, resta però il fatto che il Festival della canzone europea è stato, è e sarà una benedizione per l’economia della città, che negli ultimi anni, anche e soprattutto a causa di Brexit, ha sofferto molto sia dal punto di vista economico che sociale. Ad accrescere le aspettative della città ci sono i numeri registrati l’anno scorso a Torino, durante un’edizione dell’Eurovision in cui erano ancora in vigore alcune delle restrizioni anti-Covid: 55 mila turisti arrivati in città, che hanno portato 23 milioni di euro di fatturato in più per le imprese e gli esercizi commerciali torinesi, ai quali bisogna aggiungere 66 milioni portati dall’esposizione mediatica di quei giorni. Consapevole di questo, l’amministrazione di Liverpool ha lanciato un vero e proprio piano di rinascita della città, un progetto lungo quindici anni al termine del quale Liverpool dovrebbe finalmente superare la sua immagine di città industriale da visitare solo se si è fan dei Beatles.

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