Cose che succedono | Coronavirus

Una famosa terapista ha dato alcuni consigli alle coppie in quarantena

Esther Perel, terapista di coppia celebre per i suoi libri diventati best seller L’intelligenza erotica. Riconciliare erotismo e quotidianità e Così fan tutti. Ripensare l’infedeltà (pubblicati in Italia da Feltrinelli, il primo è però fuori catalogo), ha appena pubblicato un nuovo podcast che affronta il problema della convivenza delle coppie in quarantena. Si intitola Where Should We Begin?: Couples Under Lockdown e raccoglie storie di coppie in giro per il mondo che stanno affrontando insieme questo periodo di isolamento dal mondo e convivenza forzata. Come racconta The Cut, Perel è anche stata recentemente ospite del podcast Pivot, condotto da Kara Swisher e Scott Galloway, dove ha spiegato come questo momento possa risolversi o in un rafforzamento della relazione o nella classica goccia che fa traboccare il vaso.

La terapista spiega infatti che ci sono varie dinamiche in gioco oggi tra chi è rinchiuso tra quattro mura con il proprio partner a causa dell’emergenza Coronavirus, un’esperienza che è difficile sia per chi è da solo sia per chi non lo è. «Normalmente, c’è un posto per essere il genitore, c’è un posto per essere l’amante, un posto per essere il partner, un posto per essere l’amico, il professionista, il lavoratore. Ora invece viviamo un collasso di tutti questi ruoli in uno spazio così che si intersecano continuamente tra loro. L’unico limite rimasto è il pulsante “muto” su Zoom. Poi ci aggiungi il fatto che le persone stanno vivendo incertezze prolungate, stress acuto, il dolore di sapere che il mondo non è più quello che conoscevi e che non sai spiegarti dove sta andando», dice Perel.

La confusione dei ruoli, e la gestione dello spazio, si sommano a come ognuno di noi sta affrontando individualmente quello che sta succedendo: si tratta di un sentimento che in molti casi è simile al lutto e come tale, secondo Perel, va trattato. «È la parola che ci aiuterà davvero a dare un senso a ciò che accade. Il dolore non riguarda solo la morte in senso fisico. Oggi è il dolore che accompagna una visione del mondo. Quando succede qualcosa come una pandemia, ti viene ricordato che la morte può sterminarti casualmente e può rovesciare il tuo mondo da un momento all’altro. Ieri correvamo nel parco e oggi non più. Sono cose che sappiamo, ma il livello, la frequenza e l’intensità con cui lo stiamo vivendo proprio ora è qualcos’altro. C’è questo senso del mondo, delle nostre routine, delle nostre relazioni. È quel senso di perdita imminente che sperimentiamo nel lutto, e che viene chiamato “lutto anticipato”».

Il lutto ha varie fasi – negazione, dolore, depressione, accettazione – e ognuno le vive a modo suo. È molto probabile che a fine giornata siamo tutti esausti, perché abbiamo passato la giornata di fronte a quegli stessi schermi che solo fino a poco tempo fa ritenevamo ci allontanassero dalle persone. Questo succede perché assorbiti dalle nostre routine, dice Perel, perdiamo di vista il senso generale: può aiutarci, in questo momento, riflettere e vivere queste emozioni così forti, che comunque sono inevitabili.