Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

La prima donna Presidente del Consiglio in Italia, il primo Hindu Premier in Inghilterra e i primi licenziamenti di Elon Musk a Twitter.

Politica Meloniani brava gente
È stata la settimana in cui Giorgia Meloni ha esordito come PresDelCons, “il” presidente come ha voluto ricalcare in un documento ufficiale dal tono involontariamente queer. Il suo discorso alla Camera, lungo più di settanta minuti, oltre a “emozionare” essendo stato pronunciato da una donna per la prima volta, sembra aver vinto anche uno speciale premio della critica: da parti anche insospettabili (social e giornali) è stato giudicato un ottimo discorso, con una sorprendente voglia di scoprirsi meloniani “da sinistra”.

Polemiche – Orrore al merito
Se la settimana passata era stata quella in cui il ministero della Sovranità alimentare aveva riscosso i maggiori stupori e interrogativi, questa è stata quella in cui la parola “merito” aggiunta al ministero dell’Istruzione ha scatenato le solite polarizzazioni su Twitter. Da una parte quelli che il merito è una cosa di sinistra, dall’altra quella che non ci può essere merito se non c’è eguaglianza; su tutto l’ampiamente sperimentato senso di sfinimento e di perdita di senso che provoca qualunque dibattito che finisce per prolungarsi sui social per più di tre minuti.

Ancora polemiche – La violenza della Sapienza 
Il governo Meloni continua a inviare messaggi rassicuranti a chi teme la svolta destrorsa della Repubblica. Dopo l’elezione di un non-antifascista alla presidenza del Senato e di un integralista cattolico a quella della Camera, questa settimana sono arrivate le botte della polizia sugli studenti universitari. Da quanto successo alla Sapienza è venuto fuori un l’abituale dibattito su chi siano i fascisti: quelli che hanno deciso che una protesta pacifica andasse dispersa a manganellate o quelli che volevano impedire un regolare convegno (che però sono pure quelli che si sono presi le manganellate)? Viene da chiedersi se valesse la pena sottoporsi a tutto questo per impedire a Daniele Capezzone – ospite d’onore del convegno di cui sopra – di dire la sua.

Esteri – RishiKo!
Nonostante su TikTok girassero bellissimi video in cui si inneggiava al ritorno di Boris Johnson sulle note di “Holding Out For A Hero” di Bonnie Tyler, a Downing Street è arrivato Rishi Sunak. Il suo obiettivo è far uscire l’Inghilterra da una profondissima crisi finanziaria e, soprattutto, dimostrare che esiste ancora un premier britannico capace di rimanere in carica più giorni di quelli necessari al deperimento di un cespo di lattuga. Nella figura di Sunak, tra l’altro, c’è l’incontro tra il vecchio e il nuovo Partito Conservatore: il nuovo del primo Presidente di origine Hindu della storia d’Inghilterra, e il vecchio dell’erede di una famiglia ricchissima (il suo patrimonio pare sia due volte quello di Re Carlo) che diventa Primo ministro. 

Esteri – Ragazze interrotte
Qualche giorno dopo le immagini con le studentesse iraniane senza il velo che facevano il dito medio al ritratto dell’ayatollah appeso in classe, i social si sono riempiti di foto (in particolare quella con una ragazza in piedi sul tetto di una macchina) e video dell’immensa folla che il 26 ottobre ha raggiunto a piedi il cimitero di Saqqez, la città natale di Jina Mahsa Amini. Nonostante le autorità della Repubblica islamica si aspettassero una celebrazione durante al quarantesimo giorno dalla morte, come da tradizione, i loro tentativi di bloccare il funerale si sono rivelati totalmente inutili.

Tech – Uccellacci e uccellini
Tutto è bene quel che finisce bene, tranne per i dirigenti di Twitter – tra i quali c’è anche l’ormai ex Ceo Parag Agrawal – licenziati da Elon Musk nelle sue prime 48 ore da “Chief Twit”, come si legge ora nella sua bio. Dopo sei mesi di tira e molla, ripensamenti, cause e conteggi e riconteggi di bot, Musk compra il suo social network preferito per 44 miliardi di dollari, spesa dalla quale sembra intenzionato a rientrare licenziando tutti (agli investitori avrebbe detto addirittura 5500 dipendenti, tre quarti della forza lavoro di Twitter). Non sarà l’idolo dei lavoratori, ma di certo piace ai politici di destra di mezzo mondo: Trump si è già detto entusiasta dell’operazione e Salvini è andato pure oltre: «Adoro Elon Musk», ha twittato.

Personaggi – Akkanyemento terapeutico
Oltre a Gap, Balenciaga e al Museo delle cere Madame Tussauds, anche Adidas ha ripudiato pubblicamente Ye e il 25 ottobre si è conclusa una fruttuosa collaborazione che andava avanti da 10 anni: il brand ha ritirato tutti i prodotti Yeezy dagli store e molti sneakerhead hanno iniziato a svendere le loro collezioni. Intanto, forse nel disperato tentativo di schiacciare il chiodo, Kanye West è andato a fare un giro di ricognizione della sede di Skechers, da cui è stato gentilmente cacciato.