Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Il divorzio dei Ferragnez, la chiusura di Vice, l'inquinamento a Milano e le altre notizie degli ultimi giorni.

di Studio

Gossip – Mistero della Fedez
Fedez se n’è andato e non ritorna più / Le storie, i post e i selfie scemi senza lui (da leggere cantando come Laura Pausini). Di fronte alla nuova solitudine di Chiara il popolo italiano si divide: gli ingenui addolorati che postano le foto della pacchianissima proposta di matrimonio durante il concerto e i cinici lucidi che avevano previsto la separazione da un bel po’, dandola per certa dopo il caso del pandoro. Perché come ha scritto Laura Fontana nell’articolo “Ferragnez, anatomia di una caduta”: «Loro non hanno mai veramente avuto un matrimonio, hanno solo avuto una strategia. Non hanno una casa ma una strategia, non hanno dei figli ma una strategia, non hanno un cane ma una strategia. Non hanno una vita, al loro posto c’è una strategia». E come un suggerimento divino, poco dopo l’annuncio che Chiara Ferragni sarà ospite da Fazio nella puntata del 3 marzo (se mai riuscirà a sconfiggere il Codacons, pronto a chiedere il sequestro della trasmissione), è arrivata la notizia della fine della relazione tra Timothée Chalamet e Kylie Jenner: un’altra coppia che di strategie, forse, ne sapeva qualcosina.

Manifestazioni – Botte dell’ordine
La mattina di venerdì 23 febbraio, a Pisa, un corteo anche piuttosto ridotto di studenti sta sfilando in una manifestazione a favore della Palestina, quando viene caricato, manganellato e disperso da un gruppo di poliziotti in assetto antisommossa. Altre immagini, pubblicate soprattutto su X, mostrano poi altri studenti ammanettati a faccia in giù sull’asfalto. Una violenza che negli ultimi mesi la Polizia di Stato ha mostrato di saper distribuire con facilità: era successo al corteo di protesta contro la Rai a Bologna alcuni giorni prima, anche se le scene peggiori sono forse quelle dell’ottobre 2023 a Torino. Allora, la carica era partita da un dirigente che dice con facilità, quasi annoiato: «Basta, hanno rotto il cazzo», e giù botte. Non ci dimentichiamo del carabiniere che, parlando con un’anziana manifestante a Milano in un corteo sempre per chiedere il cessate il fuoco in Palestina, sostiene di non riconoscere l’autorità del Presidente Mattarella. Un bel quadretto di egemonia culturale, per dirla con un pensiero frequente del ministro Sangiuliano.

Media – Veni Vidi Vice
Per chi ha sempre seguito un certo tipo di editoria sottoculturale e indipendente, Vice è stato un mito. Un magazine cartaceo distribuito gratuitamente in cui convivevano moda, letteratura, fotografia, arte e controcultura, poi una produzione di video e documentari originalissimi, e naturalmente un sito in cui potevi trovare di tutto. Non dimentichiamo, naturalmente, le molte feste che animavano le città di mezzo mondo. Chi scrive in questa rivista, d’altra parte, deve molto anche a Vice. Come tutte le belle cose, anche Vice è arrivato al capolinea, e in modo molto triste. Giovedì 22 febbraio è arrivata la notizia che il sito chiuderà e la testata licenzierà diverse centinaia di dipendenti. Vice aveva annunciato la bancarotta più o meno un anno fa, con però promesse di ridurre i costi e tornare protagonisti. Invece Vice diventerà, a quanto si capisce, una specie di agenzia di produzione. A questo punto, visto che tutto è nostalgia, aspettiamo la docuserie su Shane Smith e compagnia. Quantomeno ci sarà da ridere.

Milano – Ora d’aria
Per fortuna, negli ultimi giorni a Milano la pioggia abbondante ha ripulito l’aria dalle polveri sottili e i feed dagli screenshot lamentosi. All’inizio di febbraio ci eravamo trovati nella stessa situazione: aria sporchissima, social pienissimi di lamentele, video del sindaco Sala stizzitissimo dalle domande sulla questione. In un articolo pubblicato in quei giorni ci chiedevamo se non fosse tutto troppo poco, troppo tardi: l’aria che respiriamo è velenosa e noi che facciamo? Quello che facciamo sempre: una Storia su Instagram. Sarà che forse ci stiamo lasciando andare all’ennesima forma di slacktivism, ci chiedevamo, concedendo a noi stessi ancora il beneficio del dubbio. A tre settimane di distanza, di fronte alla storia e alle Storie che si sono ripetute entrambe, abbiamo la risposta a quella domanda sullo slacktivism: sì.

Stati Uniti – American Psycho
Bret Easton Ellis è il narratore inaffidabile per eccellenza, quindi non sapremo mai se davvero ha basato il personaggio di Robert Mallory delle Schegge sul suo compagno Todd Michael Schultz, come alcuni giornali hanno insinuato negli ultimi giorni. La notizia della crisi psicotica di Schultz, arrestato a West Hollywood dopo essere entrato in una casa che non era la sua convinto che fosse la sua, ha portato decine di ritratti che hanno sottolineato gli aspetti e gli aneddoti più “pittoreschi” della vita del fidanzato di Ellis. Che, però, come ha ricordato lo stesso Ellis in un post Instagram in cui ricostruisce tutta la vicenda dall’inizio, non è un artista o una celebrity con le cui stranezze abbiamo diritto di intrattenerci: è una persona che soffre di una grave malattia mentale, resa ancora più grave dalla tossicodipendenza.