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Ma l’impero Ferragnez può crollare sul serio?

La situazione non è mai stata così grave, tanto che gli esperti di crisis management non escludono nessuna soluzione, dal terzo figlio al divorzio.

di Laura Fontana

Il 2024 per l’influencer marketing è iniziato come il prologo di Melancholia di Lars von Trier: metafore di morte, Wagner in sottofondo e Chiara Ferragni nella parte della sposa tragica. Il PandoroGate non l’avevano visto arrivare, perché chi vive nel content non concepisce l’esistenza di scenari futuri diversi dal presente perfetto; ed ora eccoli lì, come il cerbiatto davanti ai fari della macchina. Su LinkedIn non se ne fanno una ragione: la ragazza d’oro, quella che negli anni avevano indefessamente incensato – com’è bella, com’è intelligente, e la classifica Forbes under 30, e il corso ad Harvard – ha fatto l’errore di comunicazione. Bofonchiano di reputation e crisis management, di errori tattici e di cambi strategici da fare perché la situazione è grave, molto grave. L’impero Ferragnez può davvero crollare: l’evasione fiscale gli italiani l’avrebbero anche capita e perdonata, ma la truffa aggravata no. Su X, la community che si raccoglie sotto il temuto e controverso hashtag #influcirco alza gli occhi al cielo: che Dio non voglia! È da un anno che vanno avanti a parlare di pandori e truffe, di Wanna Marchi come unica proto-influencer, della fine di un lungo sogno distopico andato avanti anche troppo. Chiara Ferragni accenna qualche stories, l’ombra dello splendore che fu: buongiorno, buonasera, ci sono i saldi, gelato in famiglia, selfie, altro selfie. Forse c’è la prospettiva di una legge che regolamenti l’influcirco e che porterà il suo nome. Persino Matteo Salvini ha un rigurgito empatico: basta accanimento verso chi è in difficoltà. L’onta è completa, il bacio della morte c’è.

Sempre su LinkedIn c’è un gran consultare di grafici, versione aggiornata dell’interpretazione del volo degli uccelli e della lettura dei fondi di caffè. Quali sono gli scenari futuri, sia per Chiara Ferragni, sia per l’influencer marketing italiano di cui ella è da sempre l’incarnazione? Sono in molti ad auspicare il passo indietro, la dimissione, l’esilio se non proprio su Sant’Elena almeno alle Maldive, e se non proprio di Chiara Ferragni, almeno del suo braccio destro Fabio Damato. Fosse successo a una qualche Kardashian a quest’ora avremmo avuto almeno la testa mozzata di due mariti e tre manager, una pagina Instagram rasa al suolo e ricostruita nel giro di una notte, con un look totalmente rinnovato e riflettente la nuova “reputation era”. Dalle parti di CityLife invece è tutto fin troppo immobile, pare Città del Vaticano. Quelli svegli nelle chat scrivono di prima mattina: lo sai cosa sarebbe un’idea? Il terzo figlio. Ma allora perché non il divorzio, di gran tendenza nel 2023 che potrebbe allungarsi anche all’anno nuovo? Perché ormai lo sanno tutti che sono i Bill e Hillary Clinton di Milano, divorziare non gli conviene. Le ipotesi si fanno sempre più fantasiose, contravvenendo a qualsiasi legge non scritta nel politicamente corretto; c’è chi non ce la fa a non ricordare di aver sempre detto che l’unica sorella intelligente è solo la seconda.

Arriva, infine, l’unica persona competente di tutta la chat, nonché famosa su LinkedIn, e ricomincia a parlare di modelli di business, quello di Chiara Ferragni “totalmente sbagliato”, così incentrato sulla sua immagine. Guardare ad altri esempi di successo: l’Estetista Cinica, che ha fatturato molto di più e probabilmente ha iniziato a defilarsi personalmente dall’azienda, che potrà così correre da sola. O sennò perché non azzardare un downshifting e guardare all’omonima Chiara Facchetti, forse l’unica capace di realizzare il sogno di “una vita in vacanza”, come in quella canzone sanremese. Altrimenti, bisogna cambiare “territorio”: dal fashion al parenting e basta, come i Me contro Te che zitti, zitti, sulla corsia a destra, hanno sorpassato tutti e forse finiranno per ricomprarsi pure X e mandare loro i razzi su Marte. Infine, rimane un’altra opzione: la megachurch. Finanziariamente la scelta più azzeccata, niente più tasse da pagare e benvenuti sgravi fiscali a favore delle confessioni religiose, col 5 x mille devoluto all’acquisto di nuove case, o meglio “templi”, sul Lago di Como. Solo un’opzione non è prevista, concedersi un anno di riposo e oblio, perché Chiara Ferragni, come recitava la sua vecchia bio, never stops.