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Come Graham Nash e Stephen Stills hanno ricordato David Crosby

Ieri è arrivata la notizia della morte di David Crosby, giunta al termine di una «lunga malattia». Aveva 81 anni ed era uno dei più importanti e influenti musicisti e cantautori (anche scopritore di talenti: fu lui a procurare a Joni Mitchel il suo primo contratto discografico) americani del Novecento. Aveva fatto parte della formazione originale dei Byrds, contribuendo alla realizzazione dei primi cinque album della band e della canzone che la rese famosa, la cover di “Mr Tambourine Man” di Bob Dylan. Dopo aver lasciato i Byrds, nel 1968 aveva fondato uno dei primi supergruppi della storia del rock, Crosby, Stills e Nash assieme a Stephen Stills e Graham Nash (a loro si unirà poi in un secondo momento anche Neil Young).

Uno dei primi ricordi e tributi è stato proprio quello di Nash, che in un post Instagram ha raccontato la sua «profonda tristezza. So che la gente parla sempre di quanto difficile sia stato il nostro rapporto in certi momenti, ma quello che io e David abbiamo sempre avuto a cuore più di qualsiasi altra cosa era la gioia che sentivamo a fare musica assieme. Lascia un vuoto enorme». Stephen Stills, invece, ha parlato di Crosby a Billboard, ricordando anche lui che «Io e David abbiamo litigato tanto e un sacco di volte, ma non ci infierivamo mai colpi mortali. Certo, erano colpi che comunque ci intontivano. Sono stato felice nei momenti in cui andavamo d’accordo. Senza dubbio è stato un gigante della musica, la sua sensibilità per la melodia aveva un che di geniale… Sono profondamente dispiaciuto per la sua morte, mi mancherà in un modo che non si può spiegare».

I litigi tra Crosby, Stills, Nash e Young sono parte delle leggende più note e amate della storia del rock. Litigi che i tre non si sono mai neanche sforzati di negare o ridimensionare. Nel 2021, in una delle sue ultime interviste, per esempio, Crosby parlava ancora in questa maniera dei suoi ex compagni di band – il gruppo si era sciolto definitivamente nel 2016: al Guardian aveva detto che Nash era «sicuramente un suo nemico» e Young «la persona più egoista ed egocentrica che conosco».