Hype ↓
11:51 mercoledì 8 ottobre 2025
Secondo una ricerca, su TikTok per ogni contenuto pro Israele ce ne sono 17 pro Palestina Lo si legge in un report di Cybersecurity for Democracy, che ha anche scoperto che i post a favore di Israele ricevono più visualizzazioni.
A Marty Supreme sta succedendo la stessa cosa di Una battaglia dopo l’altra: tutte le recensioni dicono che è un capolavoro Presentato a sorpresa al New York Film Festival, il film di Josh Safdie con protagonista Timothée Chalamet ha suscitato l'entusiasmo della critica.
Luca Marinelli sta girando un nuovo film con il regista di Le otto montagne, Felix van Groeningen L'attore è in Belgio per girare Let Love in, storia di una coppia che, per un volta, non si lascia.
La Commissione per il Nobel non riesce a contattare uno dei vincitori di quest’anno per dirgli che ha vinto il Nobel perché è in una zona in cui il telefono non prende Ma anche se prendesse non cambierebbe nulla, perché Fred Ramsell, neo Premio Nobel per la Medicina, il telefono lo ha anche spento.
Amazon ha cancellato le pistole da tutte le vecchie locandine dei film di 007 e il risultato è ovviamente pessimo La Walther PPK è sparita da tutte le locandine riviste e corrette da Amazon, per motivi che l'azienda non ha spiegato.
Papa Leone XIV ha benedetto un blocco di ghiaccio della Groenlandia vecchio 20 mila anni Il ghiaccio è stato portato sul palco dall’artista Olafur Eliasson ed è stato estratto dal fiordo di Nuup Kangerlua.
I più famosi e importanti comici americani stanno litigando a causa del Comedy Festival di Riad Dave Chappelle, Louis C.K., Bill Burr, tra gli altri, sono stati criticati duramente dai colleghi per aver accettato di partecipare all'evento organizzato dal regime saudita.
Sanae Takaichi è la prima donna ma anche la prima batterista heavy metal a diventare Premier in Giappone Da ragazza suonava in una band e i fan apprezzavano molto la sua foga e la capacità di suonare così forte da spezzare spesso le bacchette.

Così si offusca la vera inchiesta

01 Giugno 2012

Come per magia, se Buffon non è andato allo scandalo, lo scandalo è andato a Buffon. Puntuale come un orologio svizzero, come tutti sapete, è giunta la ripicca: una nota di sei pagine della procura di Cremona che testimonia come Buffon abbia trasferito 1 milione e 585 mila euro alla persona di Massimiliano Alfieri, titolare di una tabaccheria a Parma (l’equazione tabaccheria-ricevitoria è immediata e pruriginosa) e – secondo la testimonianza dell’avvocato Corini – amico fraterno del capitano della Nazionale. Si precisa che la nota è stata inserita in un normale scambio di informazioni tra procure (Torino e Cremona, appunto) e che il portiere non è in alcun modo indagato per nessun illecito. Il day after si apre con i soliti titoloni-sentenza: 1) Corriere della Sera, “Scommesse, gli assegni di Buffon” in prima pagina, e “Shock Buffon, scommesse per 1,5 milioni” all’interno. 2) Il Fatto Quotidiano, “Puntate vietate per oltre un milione e mezzo – Le scommesse di Buffon, gli azzurri nella bufera”. 3) Repubblica, “Buffon, scommesse per 1,5 milioni”. L’Unità, “Buffon puntò 1,5 milioni”.

Inutile dire che non vi è prova che Buffon abbia scommesso quei soldi, inutile segnalare che l’illecito eventuale non riguarderebbe lo scandalo denominato “Last Bet” o “New Last Bet” ma la violazione della norma Figc che proibisce ai professionisti di puntare denaro su partite calcistiche (e soltanto calcistiche). Insomma, nulla di penale, semmai sportivo.

Lo stesso Prandelli, che sta nel complesso gestendo l’assurdità della situazione in maniera discreta (per vendere due copie il tirassegno sulla Nazionale è la scorciatoia perfetta), l’ha sparata grossa in mattinata odierna: «Se serve, rinunciamo all’Europeo». Ma come, a sette giorni dall’esordio? Sarebbe forse contento Mario Monti, che potrebbe barattare l’ambita sospensione per «due o tre anni» dei campionati di calcio italiani per una rinuncia alla competizione continentale, senza pensare agli introiti che verrebbero a mancare (le tasse sugli stipendi dei professionisti si aggirano intorno al miliardo di euro, per dirne una). L’importante non è giocare, ma fare sensazione.

Il tutto ha un doppio effetto collaterale: quello di destabilizzare il gruppo azzurro, pratica da cui nessuno trarrebbe alcun vantaggio, e quello più grave di distogliere l’attenzione dall’inchiesta originale, dalla vere colpe e dai veri indagati. Perché laggiù, nelle carte dei pm, c’è un mondo marcio, uno schifo vero, quello di Doni, Masiello, Gervasoni, Paoloni. Il marcio che ha parzialmente falsato – si può dire senza esagerare – l’andamento di più campionati di Serie B e Lega Pro è provato, appurato, limpido sotto il sole della giustizia. Non sono “sfigatelli”, sono rei confessi, ingranaggi di una rete criminale internazionale. Questa inchiesta non è un bluff, ma rischia di apparire tale se la verità dei fatti appurati viene occultata a favore dello spettacolo del sensazionalismo. Sette club hanno patteggiato, ma nessuno di questi si chiama Juventus, Inter o Milan. Sedici giocatori sono già stati condannati, ma rispondono ai nomi di Ruopolo, Tamburini, Conteh. Nessun Bonucci, nessun Buffon, nessun Totti e nessun Pazzini. Ma con i colpevoli di serie b non ci si fanno i titoli, e pazienza se la cancrena delle scommesse illecite e delle partite truccate sia iniziata lì, nei campionati minori, persino in Svizzera, al Bellinzona. C’è una Nazionale in odore di Europeo, perché non spararci sopra?

Davide Coppo

Leggi anche ↓

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.