Ciao Bambino, un’opera prima in bianco e nero

Il film diretto da Edgardo Pistone, premiato alla Festa del Cinema di Roma e al cinema da oggi, racconta una storia in cui i corpi sono al centro e il male è reale, credibile e imperfetto.

23 Gennaio 2025

In Ciao Bambino, opera prima di Edgardo Pistone, al cinema dal 23 gennaio con FilmClub Distribuzione e Minerva Pictures, il bianco e nero ha un ruolo fondamentale. Non serve solo a dare al racconto una certa continuità visiva, ma ha anche il compito di esplorare le scene, rendendole in qualche modo più spesse e consistenti. Nella mancanza di colore e nel gioco costante tra luci e ombre, ogni inquadratura assume un peso specifico: esiste in un determinato momento, immobile e chiara, e rimane come segno. Per il suo primo film, premiato come Opera Prima alla Festa del Cinema di Roma, Pistone ha voluto provare ad esplorare l’intimità dei sentimenti. E per farlo, ha detto, ha deciso di usare il bianco e nero. Rosario Cammarota, il direttore della fotografia, ha sfruttato le sfumature, i momenti di vuoto e i totali, bilanciando caldo e freddo e creando quasi uno strato ulteriore per le immagini.

È bello, Ciao Bambino. E lo è anche per il modo in cui appare e si offre al pubblico. Sempre Pistone ha detto che non c’è stato spazio per l’improvvisazione durante le riprese. La sceneggiatura che lui e Ivan Ferone hanno scritto è stata rispettata dall’inizio alla fine. Ci sono state prove e studi, e c’è stato addirittura un laboratorio con gli attori. Pistone voleva ricreare la complicità che unisce il gruppo del protagonista e restituire a ogni sequenza la sua autenticità: le risate, i tuffi dagli scogli; il modo di stare insieme al bar, seduti mollemente sulle sedie di plastica; gli scherzi, le battute, il napoletano che non appesantisce ma che, anzi, arricchisce e migliora il racconto. Allo stesso tempo, però, Pistone ha voluto tenere separati i due attori protagonisti, Marco Adamo e Anastasia Kaletchuk, proprio per preservare la loro timidezza e la loro curiosità.

Ciao Bambino racconta la storia di Attilio, un ragazzo che vive al Rione Traiano, a Napoli, e che deve fare i conti con un passato che non gli appartiene. I debiti di suo padre diventano improvvisamente suoi, e così è costretto a lavorare per un criminale locale, proteggendo e seguendo una giovane prostituta. Il male che esiste nel mondo di Ciao Bambino è un male reale, credibile e imperfetto. Non c’è nessuna ostentazione. La poesia si ferma alla forma; non altera né esalta il contenuto. E lo stesso vale per il bene: ci sono degli sprazzi precisi, che durano poco più di un momento, ma sono sprazzi facili da identificare, perché spesso coincidono con i picchi narrativi della trama.

Pistone viene dal Rione Traiano e se lo ha scelto per la sua storia l’ha fatto per mantenere il controllo sia sulla produzione che sull’evoluzione stessa del film, dentro e fuori dal set. Le case tutte uguali, le strade sterrate; gli spiazzi pieni di terra battuta e polvere, e di siringhe e di carcasse d’auto. C’è una grammatica evidente nella visione di Pistone, ed è una grammatica fatta di dettagli, piccole cose e singoli istanti. Ciao Bambino è sia una storia di crescita che una storia di consapevolezza. Non ci sono vie di mezzo o soluzioni banali. È un film complesso, Ciao Bambino. Perché tiene tutto insieme, costantemente, e non è mai identico a sé stesso: cambia, si trasforma, seguendo pedissequamente il viaggio del protagonista.

I corpi, come gli sguardi, occupano un posto centrale all’interno della messa in scena. Sono vivi, vibranti, diversi. Spesso nervosi, tesi, giovani. Altre volte stanchi, piegati dall’età e dal tempo. Lo stesso periodo del racconto, che si trascina dall’estate più calda ai primi giorni di settembre, restituisce un’idea di sospensione e di incertezza; e lo fa grazie alle sagome che riempiono le scene, che stanno le uno accanto alle altre, che si toccano, si sfiorano e che si cercano costantemente. È una storia d’amore, Ciao Bambino. Nel senso che non prova a nascondere o a estremizzare i sentimenti: li mostra nella loro fragilità, nella loro fugevolezza e nella confusione tipica dell’adolescenza.

Attilio, interpretato così bene da Marco Adamo, si muove senza sapere dove andare: è perso, terrorizzato, insicuro; parla con i suoi amici perché spera di trovare qualcuno che gli somigli, che viva la vita come la sta vivendo lui, ma solo quando incontra Anastasia si sente meno solo, meno incompreso e più adulto. Decide per sé, affronta l’eredità del padre e si fa uomo per necessità. Ciao Bambino è un’opera prima, eppure ha una maturità e una forza incredibili. Pistone ha fatto esattamente il film che voleva fare, e si vede. Lo ha costruito con poco, con un budget contenuto, ma è riuscito comunque a rispettare la sua idea fino in fondo. In più, Ciao Bambino è il simbolo di una nuova generazione di produttori, come Walter De Majo di Anemone e Andrea Leone di Mosaicon, bravi tanto nel trovare storie quanto nel dare ad autori e autrici il sostegno e lo spazio di cui hanno bisogno. È un nuovo cinema: non più brillante o più riuscito, ma decisamente originale, intelligente e consapevole delle sue possibilità e delle sue aspirazioni.

Venerdì 24 gennaio, all 21.30, Ciao Bambino verrà presentato all’Ariosto Spaziocinema di Milano, in via Lodovico Ariosto 16, con un’introduzione a cura del regista Edgardo Pistone: biglietti qui.

Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai

Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 

Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir

Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Leggi anche ↓
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai

Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 

Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir

Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Brian Wilson, una creatura nelle mani del suono

È stato un dei più grandi compositori del Novecento, anche se non lo si è celebrato abbastanza quando era in vita. Una vita folle che ha rivoluzionato il pop.

È uscito il primo trailer di Eddington, il “western pandemico” di Ari Aster

Prodotto da A24, con protagonisti Joaquin Phoenix, Pedro Pascal ed Emma Stone, uscirà nell'autunno di quest'anno nelle sale italiane.

L’ultimo samurai di Helen DeWitt: non è mai troppo tardi per diventare un classico

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.

Con Frederik Forsyth muore l’ultimo grande scrittore di spionaggio che fu anche una vera spia