È l'ultima trovata di quella che è già considerata la migliore campagna promozionale della storia del cinema. Grazie anche e soprattutto agli sforzi di Chalamet.
Ben Affleck ha avuto un grosso problema con un parcheggio
Esiste un attore contemporaneo dotato di un talento nel farsi meme superiore o anche solo pari a quello di Ben Affleck? La risposta è no. Ogni pubblica apparizione dell’attore, ormai, è garanzia di una nuova generazione di meme: c’è qualcosa nel suo volto perennemente scoglionato, nella sua postura sempre scocciata che lo rende il perfetto spirito guida, il simbolo definitivo di tutti coloro che non ne possono più, di niente, di nessuno, in nessun caso, per nessuna ragione e che però si ritrovano sempre a essere vittima delle micro aggressioni dell’universo. «The king of despair», così l’ha definito Danielle Cohen su The Cut, raccontando l’ultimo episodio della vita da meme di Affleck: la faticosissima impresa di uscire da un parcheggio.
È capitato a tutti di parcheggiare tranquilli, di lasciare la macchina accostata al marciapiede, senza altri mezzi posteggiati né davanti né dietro al proprio, di andare a prendere un caffè al bar, allontanarsi il tempo di ordinare e consumare, tornare a riprendere la macchina e ritrovarla stritolata in una morsa di automobili non si capisce perché parcheggiate così vicine alla propria, così vicine da rendere un’impresa estenuante la ripartenza della stessa. Quello che non capita a tutti è di essere uno degli attori più noti di Hollywood, sempre inseguito da paparazzi pronti a immortalare ogni momento di imbarazzo, di panico, di isteria. È l’altra faccia della medaglia della fama: tutti vogliono sapere tutto di te, compreso quanto sei scarso alla guida.
Delle fatiche automobilistiche di Affleck esiste dunque una dettagliata testimonianza video in cui si vede tutto: i tantissimi tentativi dell’attore di liberare la sua macchina dalla trappola testa da questi due sconosciuti automobilisti, i suoi picchi di frustrazione, durante i quali esce dal mezzo, ci passeggia nervosamente attorno, sorseggia il suo iced coffee, aggeggia con il telefono, fuma una sigaretta guardandosi attorno circospetto, alla caccia di paparazzi che, lo sa, lo stanno riprendendo. Alla fine, con una lunghissima serie di mini manovre, Affleck riesce a uscire dal parcheggio e a ripartire. Ce lo immaginiamo alla guida verso la sua prossima destinazione, verso il suo prossimo imbarazzo, con la stessa espressione che ormai potrebbe portare il suo nome (non per niente l’Internet l’ha ribattezzata Sad Affleck): quella che sta così bene con “The Sound of Silence” come sottofondo e che ha fatto incazzare moltissimo Jennifer Lopez durante gli ultimi Grammy.
È l'ultima trovata di quella che è già considerata la migliore campagna promozionale della storia del cinema. Grazie anche e soprattutto agli sforzi di Chalamet.
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