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C’è un boom degli affitti estivi a lungo termine

Negli Stati Uniti c’è un vero e proprio boom degli affitti a lungo termine in luoghi sperduti ma anche poco distanti dalle città.  «Proprio come i parrucchieri, «gli appartamenti per le vacanze sono stati presi d’assalto subito dopo il blocco», scrive Julie Weed su New York Times, «e stanno riscontrando un boom nelle prenotazioni. Ma invece di una o due settimane, le persone adesso li affittano per un mese o più». In un momento in cui gli alberghi ci sembrano poco sicuri, per via del passaggio di troppe persone, e dei possibili contatti e incontri negli spazi comuni, affittare un’intera proprietà sembra più sicuro: sanificata una volta per tutte, la si occupa le persone con cui già si condivide la vita quotidiana (famiglia, parenti, congiunti) o con un gruppo selezionato di amici stretti. L’affitto lungo è un’ottima soluzione anche per i proprietari. Lasciare la casa a un singolo gruppo per diversi mesi piuttosto che a più gruppi per periodi più brevi diminuisce le occasioni di incontro.

Se le famiglie americane erano abituate a una o due settimane di spiaggia o di montagna, quest’anno hanno deciso di allungare le loro vacanze. «Un’occasione che potrebbe non capitare mai più». In effetti, grazie all’introduzione dello smart working, molti dipendenti sono stati assolti dall’obbligo di andare in ufficio ogni giorno e possono benissimo continuare lavorare spostandosi altrove. Non solo: i campi estivi sono stati cancellati, e lo stress psicofisico causato dai mesi di lockdown inizia a farsi sentire forte e chiaro sui genitori come sui figli, che hanno bisogno di rilassarsi e cambiare ambiente, soprattutto se vivono in città.

Non è così diversa la situazione italiana. Secondo stime di Airbnb, il 66 per centro delle ricerche riguarda soggiorni di durata superiore a una settimana (il doppio rispetto al 32 per cento dello scorso anno), mentre diminuiscono quelle per il solo fine settimana (-70 per cento). Le ricerche dicono anche che l’82 per cento degli italiani  trascorrerà le vacanze nel Paese, contro il 55 per cento dell’anno scorso. I dati sono stati interpretati come una sorta di “ritorno alla villeggiatura”.