Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Gaza – Endgame
È difficile contemplare ed elaborare e accettare il fatto che la Striscia di Gaza non esisterà più. Israele ha iniziato l’attacco via terra a Gaza City, ultimo slancio nel suo sforzo di annichilimento. Il paesaggio presente è morte e distruzione, l’orizzonte futuro è speculazione e lusso: «Gaza è una miniera immobiliare», ha detto Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano. In questo mondo terribile alla cui costruzione tutti abbiamo contribuito con un mattone, questo resta di un popolo e di una terra umiliati, annientati, brutalizzati: una ghiotta opportunità per i costruttori di domani, che sono i distruttori di oggi.
Polemiche – Sfascia la notizia
Magliette con scritto “Definisci bambino”, montaggi con Iacchetti che al momento in cui dice «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» si trasforma in super saiyan, remix della sua invettiva sulle note di Kelis: sono solo tre esempi di cosa i social hanno generato a partire dal leggendario momento in cui Enzo Iacchetti si incazza con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, durante il programma Cartabianca. È stato tutto impeccabile: le parole semplici ma perfette di Enzino, Bianca Berlinguer che ci trapana i timpani con il suo «Calmaaaaa calmaaaaa calmaaaaa», Mauro Corona che, riferendosi a Mizrahi, biascica «Mandatelo viaaaaa». Non c’è dubbio che abbiamo assistito al momento di televisione più potente degli ultimi anni.
Kimmel Jong-un
Un comico fa una battuta nemmeno così cattiva, neanche così pungente sul movimento politico capeggiato dal Presidente del suo Paese. Politici di professione e attivisti a tempo perso ne chiedono il licenziamento. L’emittente televisiva per la quale lavora il comico decide di sospenderne il programma «fino a data da destinarsi», adducendo come motivazione della scelta dei commenti sgradevoli fatti dal comico su una persona morta ammazzata, commenti che però il comico non ha mai fatto. Il Presidente esulta pubblicamente, elenca i prossimi comici che dovrebbero incorrere nella stessa sorte, accenna al fatto che tutte le tv che parlano male di lui forse sarebbe meglio chiuderle. Nella storia del ‘900, questa cosa è successa molte volte in molti posti. Questa è la volta in cui sta succedendo negli Stati Uniti d’America, nel 2025.
Spettacolo – Lemmy Lemmy
È bello lamentarsi dell’incompetenza delle giurie e delle commissioni che assegnano i premi, rosicare perché questo film o quella serie tv che ci sono piaciuti tanto non hanno vinto quel che si meritavano. È per questo che è stato così difficile commentare gli Emmy di quest’anno: hanno vinto tutti quelli che si meritavano di vincere, quindi che ci diciamo? Nulla, se non che ve lo avevamo detto che Adolescence, The Pitt e Severance sarebbero state tra le serie dell’anno.
Personaggi – Sundance Blood Sundance
Muore Robert Redford, una leggenda non così per dire. E la sua scomparsa è anche un po’ simbolica di un certo cinema americano liberal e libero che ha raccontato un’epoca. Tutti gli uomini del presidente, Butch Cassidy and the Sundance Kid, I tre giorni del condor (passato alla storia anche per il suo stile iconico), film che ci hanno cresciuti, che ci sono rimasti negli occhi, che possiamo ancora rivedere. E poi l’impegno, il Sundance Festival, diventato un appuntamento fondamentale per il cinema indipendente. Una grande vita.
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La vittima, Celeste Rivas, aveva 15 anni. Il rapper sta collaborando con le autorità. Al momento queste sono le uniche certezze di questa storia.