Con la Palma d’Oro a It was Just an Accident diventa il secondo regista, dopo Michelangelo Antonioni, a vincere tutti i grandi festival europei. Un traguardo incredibile, soprattutto per un uomo che da 30 anni sopravvive a censura, repressioni, incarcerazioni.
È iniziata il 16 ottobre la diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma, all’Auditorium Parco della Musica. Lo stesso giorno la casa di produzione Fandango ha annunciato la locandina e la proiezione, nella rassegna, di Lirica Ucraina: un documentario della corrispondente di guerra Francesca Mannocchi, con le musiche originali di Iosonouncane.
Mannocchi è una delle migliori corrispondenti di guerra in Europa: scrive o ha scritto per La Stampa, ma anche L’Espresso, Al Jazeera e il Guardian, e collabora con LA7. È stata inviata in Libia, in Iraq, in Libano, e naturalmente in Ucraina. Il documentario parte dalle strade di Bucha, la città la cui la devastazione e uccisioni sommarie da parte dell’esercito russo sconvolsero il mondo nel marzo 2022. Nel documentario, Mannocchi raccoglie le storie dei sopravvissuti, gli unici a conservare la memoria. È quindi, Lirica Ucraina, un’immersione nelle sofferenze, ma anche nella vendetta e nella fatica del perdono che gli uomini e le donne vivono durante un conflitto.
Il film è prodotto da Fandango in collaborazione con La7, realizzato con il contributo del MiC – DGCA. Verrà proiettato a Roma il 24 ottobre, nella sezione Special Screenings. È stato scritto da Mannocchi con Daniele Mustica, che ha anche curato il montaggio. Iosonouncane, che ha realizzato tutte le musiche originali, è un musicista, produttore e cantautore sardo, classe 1983. Nel 2015 uscì con l’album Die, acclamato sia dal pubblico che dalla critica, seguito nel 2021 da Ira. Ha prodotto un altro apprezzatissimo esordio, ovvero SPIRA di Daniela Pes, vincitore del Premio Tenco come migliore opera prima.

Con la Palma d’Oro a It was Just an Accident diventa il secondo regista, dopo Michelangelo Antonioni, a vincere tutti i grandi festival europei. Un traguardo incredibile, soprattutto per un uomo che da 30 anni sopravvive a censura, repressioni, incarcerazioni.

A 66 anni, uno dei più apprezzati sceneggiatori italiani gira il suo primo film, di cui è anche protagonista. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato perché l'ha fatto: per parlare di cose inutili e perché glielo ha consigliato Paolo Sorrentino.