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09:13 giovedì 23 ottobre 2025
Anche quest’anno, il solito Tommaso Debenedetti ha diffuso la solita fake news sull’improvvisa morte del vincitore del Nobel per la Letteratura L'autodefinitosi «campione italiano della menzogna» prosegue così la sua lunga striscia di bufale a tema letterario, stavolta la vittima è László Krasznahorkai.
ChatGPT ha lanciato il suo browser con il quale vuole fare concorrenza a Google Chrome Si chiama Atlas, integra l’AI sin dalla barra di ricerca e aspira a insidiare il primato del web browser più utilizzato al mondo di Chrome.
Per due volte la Rai ha prima annunciato e poi cancellato la trasmissione di No Other Land e non si sa ancora perché È successo il 7 ottobre e poi di nuovo il 21. Al momento, non sappiamo se e quando il film verrà reinserito nel palinsesto.
A causa del riscaldamento globale, per la prima volta nella storia sono state trovate delle zanzare in Islanda Era uno degli unici due posti al mondo fin qui rimasto libero dalle zanzare. Adesso resta soltanto l'Antartide.
È uscita una raccolta di racconti inediti di Harper Lee scoperti nella sua casa di New York dopo la morte Si intitola La terra del dolce domani e in Italia l'ha pubblicata Feltrinelli.
A Teheran hanno inaugurato una stazione della metropolitana dedicata alla Vergine Maria La stazione si chiama Maryam Moghaddas, che in persiano significa proprio Vergine Maria, e si trova vicino alla più grande chiesa della città.
Cercando di uccidere una blatta, una donna in Corea del Sud ha scatenato un incendio in cui è andato distrutto un appartamento ed è morta anche una persona La donna ha usato un lanciafiamme fatto in casa con un accendino e un deodorante spray. La sorte della blatta al momento non è nota.
Si è scoperto che l’AI viene usata anche per produrre poverty porn, cioè immagini piene di stereotipi sulla povertà utilizzate poi nella campagne di sensibilizzazione Si trovano in vendita sulle piattaforme di foto stock, costano poco, non danno problemi di licenza né di consenso: è per questo che sono sempre più diffuse.

In Giappone ci sono vecchiette che rubano apposta per andare in prigione

20 Marzo 2018

Il Giappone ha una delle popolazioni più anziane del mondo: l’età mediana è 46 anni, la terza più alta del mondo (da non confondere con la media aritmetica, la mediana è un valore statistico più calzante per rendere l’idea di quanto anziana sia una popolazione) e si stima che più del 26 per cento della popolazione giapponese abbia più di 65 anni. L’invecchiamento della popolazione giapponese ha anche un costo sociale, perché oggi ci sono molte persone anziane che, senza figli o parenti che si prendano cura di loro, faticano a cavarsela. Questo vale soprattutto per le donne, che tendono a vivere di più e ad essere più povere rispetto agli uomini. Questa situazione, come riporta Bloomberg, ha finito per creare un fenomeno triste e bizzarro: vecchiette che commettono piccoli crimini con l’obiettivo di finire in prigione.

L’articolo parte dai dati. Nella popolazione carceraria femminile del Giappone, la presenza delle donne anziane è notevole: una carcerata su cinque è anziana. Delle donne anziane incarcerate, poi, la stragrande maggioranza (e precisamente il 90 per cento) è stata condannata per avere rubato qualcosa da un negozio. E di queste donne anziane incarcerate per crimini minori, circa la metà non ha più un parente in vita. Non è difficile immaginare, dunque, le ragioni dietro questo fenomeno. Molte di queste vecchiette rubano per indigenza, e in alcuni casi il loro obiettivo non è soltanto rubare qualcosa di cui hanno bisogno ma che non possono permettersi: rubano apposta per finire in prigione, dove almeno avranno un tetto, un pasto caldo, e magari anche qualcuno con cui fare due chiacchiere.

Il pezzo di Bloomberg include le testimonianze di alcune guardie carcerarie e di nonnine in galera, che parlano sotto forma di anonimato. Nessuna ammette di avere rubato proprio per andare in galera, però le loro parole lasciando intendere che è andata così. Un’0ttantenne che si fa chiamare “T”, condannata per avere rubato una padella e dei semi, ha detto che «in prigione la sua vita è molto più semplice». Una settantaquattrenne identificata come “K” ha rubato una Coca-Cola e un succo di frutta e dice di «non avere nulla che mi aspetti là fuori». Poi c’è una settantottenne chiamata “O”, che dice: «La prigione è un’oasi per me». Ha rubato un mango.

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