Un volto appare nel cielo. Nessuno se lo sa spiegare, se non nuovi profeti di speranza o distruzione. Un libro che mostra il caos che, da un momento all'altro, potrebbe spalancarsi.
Xavier Dolan ha cambiato idea: non si ritira più e torna a fare film
Un anno fa Xavier Dolan ci spiegava che l’apocalisse era imminente e che l’arte non aveva più alcun senso, e quindi lui avrebbe smesso di fare film perché a cosa serve guardare un film mentre il mondo va a in pezzi. Un anno dopo, lo stesso Xavier Dolan annuncia di avere cambiato idea: l’apocalisse forse arriverà, forse no, l’arte è bella, i film sono importanti, lui torna a fare il regista. In un’intervista concessa la podcast Sans Filtre, Dolan ha rivelato che non solo è tornato a dirigere ma che ha già quasi finito di scrivere un nuovo film, il nono della sua carriera: sarà un horror ambientato nella Francia degli anni ’80 dell’Ottocento.
«Paura, fallimento e rifiuto», questi, ha detto il regista, i temi che tratterà nel film. Di cui non ha poi rivelato nessun altro dettaglio, limitandosi a dire che gli mancano più o meno venti pagine di sceneggiatura e che fin qui è «molto soddisfatto» del suo lavoro. Ovviamente, nel corso dell’intervista a Dolan è stato anche chiesto cosa lo ha convinto a cambiare idea e a tornare a dirigere. Il regista ha risposto che a fargli capire quanto gli mancasse il cinema è stato il Festival di Cannes: nell’ultima edizione, infatti, è stato il presidente della giuria della sezione Un Certain Regard, esperienza che gli ha fatto tornare la voglia di stare sul set.
Il giornalista ci parla del suo nuovo libro, Bestiario artico, in cui usa gli animali del Polo Nord per collegare i diari di esplorazione del XVI secolo con le trasformazioni ambientali, geopolitiche e culturali del presente.
La miniserie in quattro parti, presentata a Venezia e appena arrivata su Netflix, non dà la caccia a un colpevole né prova a risolvere il mistero. Si concentra sulla confusione, l'angoscia, la violenza e sulle vittime, soprattutto le donne.