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Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.
Ne Zha 2, il film d’animazione con il maggior incasso nella storia del cinema, arriva anche in Italia Minerva Pictures lo porterà nei nostri cinema entro la fine del 2025, mentre negli Stati Uniti arriverà ad agosto con A24.
Negli Stati Uniti stanno usando l’audio della litigata tra Adam Driver e Scarlett Johansson in Storia di un matrimonio per spaventare i lupi Gli allevatori confermano che l’audio tratto dal film si è rivelato efficace per tenere lontani i predatori e salvare le mandrie.
La vera star del Gran premio d’Ungheria, a sorpresa, è stato il protagonista di un vecchio meme Nonostante la debacle Ferrari, a tenere banco sui social è stata soprattutto la presenza di Hide the pain Harold.
One Piece è diventato «una minaccia all’unità nazionale» in Indonesia Un trend apparentemente innocuo su TikTok con protagonista la bandiera pirata di Luffy si è trasformato in un vero e proprio caso politico.
Un nuovo studio ha scoperto che non sono stati i nazisti a uccidere l’ornitorinco di Winston Churchill Ottant'anni dopo la sua morte, un team di scienziati ha scagionato i sottomarini nazisti, scoprendo i veri colpevoli della morte dell'animale.
Uno spettatore è morto durante il concerto degli Oasis a Wembley È caduto dall’anello superiore a quello inferiore: la band ha pubblicato un messaggio di cordoglio. 
Il nuovo regolamento per la tutela dei minori online in Regno Unito ha bloccato i post sulla guerra in Ucraina e Gaza Sono stati tra i primi contenuti online a essere oscurati dalle nuove regolamentazioni inglesi, prima di pornografia e video violenti.

Una panoramica sulla Biennale

02 Giugno 2011

Tutti ne parlano – bene e male – e all’appello non manca mai nessuno, fatto più unico che raro nel Belpaese quando si tratta di mostre di arte contemporanea. La Biennale di Venezia, che inaugura in questi giorni la 54 edizione ai Giardini e all’Arsenale, è dunque un modello virtuoso, un’eccezione nel panorama nostrano, e quest’anno ancora di più perché degli 83 partecipanti alla mostra internazionale ben 32 sono nati dopo il 1975. Sono giovani veri, insomma, e molti di loro sono italiani e hanno talento da vendere a dispetto dei 200 artisti invitati a quel folkloristico esperimento para-artistico che è il Padiglione nazionale curato da Vittorio Sgarbi.

Il titolo della mostra, “ILLUMInazioni” è un indovinello del tipo “dimmi cosa ci leggi e ti dirò chi sei”. Lei, la direttrice Bice Curiger, ci ha trovato un riferimento alla luce e a un periodo storico che ha messo la ragione al centro del mondo. Ma anche un’esortazione per la stessa istituzione Biennale a fare autocritica, chiedendosi, ad esempio, il senso della rigida suddivisione in Padiglioni nazionali quando il popolo dell’arte si muove liquido attraverso i confini geografici e culturali, un tempo costellati di dogane e posti di blocco.

Lo sa bene Giorgio Andreotta Calò, attualmente impegnato in Ritorno, un viaggio a piedi tra la città che l’ha accolto, Amsterdam, e la sua città natale, Venezia, in una riflessione sulla rappresentabilità di un’opera d’arte esterna ed estranea alla fisicità dello spazio espositivo, se non per un contributo audio nel Giardino di Carlo Scarpa che evoca il gesto. Il tempo, dilatato e umanizzato, è protagonista anche di The Clock di Christian Marclay, in cui si declina in un puzzle di spezzoni filmici in costante rapporto visivo con lo scorrere delle 24 ore; e definisce il sistema radiale di rimandi costruito dalla Curiger intorno a Tintoretto, accolto per la prima volta in una mostra di arte contemporanea nella sua Venezia. Nel Palazzo delle Esposizioni, dove sono collocate tre sue opere in una penombra accentuata dalla vicinanza con il tendone luminoso di Philippe Parreno, si tratta soprattutto di rimandi formali di natura dialettica. Così la pittura, da sempre legata alla manualità dell’artista, si spersonalizza nelle serigrafie di Christopher Wool e si lascia attraversare dai paesaggi sensoriali di Pipilotti Rist; mentre la luce, chiaroscurale nell’opera di Tintoretto, si amplifica nelle fotografie di Luigi Ghirri, a svelare i riflessi e le trasparenze presenti nel quotidiano, e ci permette di guardare attraverso i materiali ibridi degli oggetti realizzati da Gabriel Kuri, poetici quanto misteriosi.

Il rimando diventa, invece, citazione nell’opera degli artisti esposti all’Arsenale, come Nicolas Hlobo che si ispira a La creazione degli animali (1550), interpretazione di Tintoretto di un brano della Genesi, per riprodurre in scala 1:1 l’uccello vampiro Iimundulu descritto nei canti popolari xhosa. E la vena citazionista si estende a Giambologna, coetaneo di Tintoretto, il cui celebre Ratto delle Sabine (1583) è una delle sculture in cera di Urs Fischer e si consuma sotto gli occhi del pubblico alimentata da una fiamma continua. Fuoco che ritorna, non nella sua componente distruttiva, bensì come simbolo del processo creativo nella performance del gruppo austriaco GELITIN. Accampati nel Giardino delle Vergini, nudi e circondati da una schiera di adepti, i quattro si improvvisano maestri vetrari e celebrano i loro rituali intorno ad una fornace bollente.

L’illuminazione può, dunque, assumere i tratti di un’esperienza condivisa, e come tale investigare un aspetto socio-antropologico come nel cortometraggio NUI SIMU di Marinella Senatore, che fa luce su una piccola comunità di minatori ad Enna, nell’Italia sconosciuta dell’entroterra siciliano, invitati con le loro famiglie a partecipare ad un casting; o nelle fotografie di David Goldblatt, che con la serie Ex-offenders dà un volto e una storia alla violenza in Sudafrica. Per quanto riguarda l’illuminazione in termini di critica interna al sistema dell’arte, questa è stata affidata a Maurizio Cattelan, che cita sé stesso, avvalorando il pettegolezzo che lo vorrebbe pensionato, messo in giro con un’intervista a Repubblica il 1 aprile scorso. La citazione riguarda Turisti, un plotone di 200 piccioni tassidermizzati che si affacciava minaccioso sulla mostra internazionale. Ribattezzata Shadows, l’opera consta adesso di oltre 2000 pennuti: che Cattelan / Hitchcock ci stia avvisando che l’illuminazione è spesso semplice ripetizione o, peggio, si presenta in un camuffamento – nella forma, nel contenuto – di una vecchia idea?

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