Quello che le diciamo non si può cancellare e potrebbe essere usato in tribunale.

Tradisci ancora, tradisci meglio
Il dibattito intorno al caso del Ceo colto in flagrante al concerto dei Coldplay e al vocale di Raoul Bova diffuso da Fabrizio Corona ci sta facendo capire quanto ancora abbiamo bisogno di parlare di tradimento.
Tutte le coppie di lungo corso si trovano, a un certo punto, a fare i conti con la fedeltà. Lo sa Raoul Bova, di cui Fabrizio Corona ha recentemente diffuso le chat private con Martina Ceretti. Lo sa la coppia di amanti inquadrata dalla love cam durante un concerto dei Coldplay e diventati virali, loro malgrado, per quell’abbraccio sotto le note iniziali di “Yellow”. La shitstorm nei loro confronti è stata feroce. Nessuno sapeva chi fossero, ma in poche ore sono stati resi pubblici i nomi e i dettagli sulla loro vita privata – un fotomontaggio che girava in rete metteva anche a confronto la legittima moglie con l’amante, suggerendo che l’uomo avesse pessimi gusti in fatto di donne, un po’ come Carlo quando tradiva Diana con Camilla. Si scaldano gli animi, quando si parla di infedeltà coniugale, e le opinioni si polarizzano. Da un lato c’è chi sperimenta nuove forme di non monogamia etica, dall’altra chi scaglia strali su coppie di amanti di cui, perlopiù, non si sa nulla se non che hanno agito fuori dalla morale comune, e tanto basta.
Vengo da una famiglia in cui i tradimenti sono sempre stati all’ordine del giorno. Quello più clamoroso è stato certamente quello di mia nonna, che per circa quarant’anni ha mantenuto una relazione con un amico di famiglia che sedeva a tavola con noi se qualcuno si laureava o faceva la prima comunione, senza che questo andasse mai a intaccare la tenuta del matrimonio con mio nonno. Nella loro grande casa bolognese tutti i letti erano matrimoniali, ma fra la lavatrice e gli armadi della biancheria circolavano diverse parure di lenzuola a una piazza e mezzo che nessuno poteva toccare – il letto del monolocale in centro dove si incontravano, ogni giovedì sera, doveva avere quelle dimensioni lì.
Tutti lo sapevano, ma nessuno le chiese mai di interrompere quella relazione. Era la sua vita, il suo piacere. Quarant’anni sono difficilmente derubricabili sotto la voce delle avventure sentimentali – sono, a tutti gli effetti, una vita. Ora che ho più o meno l’età che aveva lei quando conobbe il suo amante, rimpiango di non avere mai avuto il coraggio di chiederle nulla su quella che, mi pare, aveva tutti gli elementi per essere una grande e appassionata storia d’amore.
L’ultimo bacio e il matrimonio moderno
Non so quante coppie, oggi, sarebbero in grado di tollerare uno spazio di autonomia così ampio al proprio interno, così a lungo. Tutti ricordano la scena dell’Ultimo bacio in cui Stefano Accorsi, incalzato da Giovanna Mezzogiorno, confessa che sì, l’ha tradita, ma, dice, “è stato un bacio, solo un bacio”. A quelle parole lei si abbandona a un urlo che tiene dentro qualcosa di animalesco, da bestia ferita. Lo minaccia con un coltello, lo caccia di casa, si accascia sul pavimento, scoppia in lacrime. È una donna spezzata, ma è stato un bacio, solo un bacio.
Il film è emotivamente sovraccarico e trascurabile per diverse ragioni, ma dice qualcosa di importante sul cambiamento culturale a cui è andato incontro l’istituto matrimoniale dopo che il divorzio è stato riconosciuto giuridicamente, le donne sono entrate nel mercato del lavoro e i metodi contraccettivi si sono diffusi su larga scala. Non più soltanto spazio sicuro per la cura dei figli e per la tenuta dell’ordine economico e sociale (per le donne, avere qualcuno che le mantenesse; per gli uomini, trovare la cena pronta tutte le sere), in pochi decenni la coppia borghese si è trasformata nella culla dell’amore e dell’intimità sessuale. Dal momento che non ci sposiamo più per obbligo ma liberamente e perché ci innamoriamo, al partner non chiediamo più solo stabilità e, se va bene, un po’ di riconoscenza quando si siede a tavola, vogliamo essere amati – qualunque cosa voglia dire – e prosperare come individui grazie all’affinità elettiva che ci lega. E per essere davvero the one, quello osannato in tante canzoni e sognato in adolescenza, deve avere occhi soltanto per noi.
I livelli di gravità del tradimento
L’equazione fra innamoramento e fedeltà, così come quella fra amore e gelosia, è così scontata che solo raramente, quando si forma una coppia, si discute sull’opportunità o meno di dichiararsi monogami. L’esperienza, in questo, non ci insegna niente. Sarebbe sufficiente guardarsi intorno per ammettere che la monogamia strictu sensu funziona per un numero molto ristretto di coppie, e che per tutte le altre rappresenta solo una spada di Damocle che prima o poi ci cadrà in testa. I dati sulla questione sono difficili da raccogliere perché le persone tendono a mentire riguardo ai tradimenti, ma pare che meno del 30% delle coppie sposate riesca a rispettare il vincolo di fedeltà.
Visto che non si discute mai di monogamia, spesso c’è confusione anche su che cosa sia tradimento. Fantasticare su un’altra persona durante il sesso è tradimento? Fare sexting? Andare tutte le sere nello stesso bar perché c’è quel cameriere carino? Scambiarsi un bacio è tradimento? E se è un bacio a stampo? Fare sesso con un’altra persona, si dirà, è indubbiamente tradimento – ma anche qui sono diversi i livelli di gravità: se si tratta di un rapporto occasionale lo sgarro passa in cavalleria più in fretta, se è avvenuto sotto l’effetto di droghe non ero in me e allora non vale, e se non mi è piaciuto, se in realtà non ne avevo voglia, è stato tradimento? E se non c’è stata penetrazione? Sembra la patente a punti. Ma soprattutto: se trascorro tutta la notte a parlare con un uomo che non è mio marito e con cui sento una connessione profonda, significativa, e vorrei farci sesso ma ci rinuncio perché sono sposata, è tradimento? Si risponderà di no, quasi certamente, ma non è forse questo un retaggio sessuofobico che vorrebbe ascrivere la sessualità a una sfera distinta da tutto il resto, qualitativamente altra? Secondo Foucault, è stata prima la chiesa e poi la psicanalisi a trasformare la sessualità in un oggetto del sapere, a indagarla e quindi irregimentarla all’interno di un sistema che distingue il lecito dall’illecito, a trasformarla in un feticcio. Rimane sempre aperta, però, la possibilità di vederla, più laicamente, come uno dei tanti modi che gli esseri umani hanno per entrare in contatto, per comunicare il piacere di abitare un corpo che si rapporta ad altri corpi.
L’attrazione per il proibito
Ciò che rende dolorosa la scoperta di un tradimento è trovarsi faccia a faccia con l’irriducibile alterità e opacità della persona con cui stiamo, mentre fino a un momento prima credevamo di avere pieno accesso alla sua verità, a ogni suo desiderio – ma non sappiamo distinguere i nostri, di desideri, figuriamoci quelli degli altri. È illusorio pensare di esaurire la complessità di un individuo nel perimetro di una relazione fatta di divieti, ingiunzioni alla sincerità e controlli, perché qualcosa, nostro malgrado, sfuggirà sempre – e si sa quanto sia potente l’attrazione per il proibito.
È un dato abbastanza pacifico, nelle coppie di lungo corso: la passione, a un certo punto, non è più quella degli inizi. Si può continuare ad amarsi e a fare sesso, si può essere davvero famiglia, ma quel friccicore dei primi mesi dell’innamoramento, quell’assillo che ci fa brillare gli occhi, sparisce. A volte, però, lungo il corso di una vita, ricompare all’improvviso. Due persone si trovano sedute allo stesso tavolo, in mezzo ad altra gente, e non riescono a staccarsi gli occhi di dosso. Capita. È un sentimento inebriante e vitale, che Esther Perel, in Così fan tutti (Solferino), definisce come l’antidoto più potente al terrore della morte: «L’inaspettata iniezione di desiderio erotico ci spinge oltre il quotidiano, spezzando bruscamente il ritmo e la routine della consuetudine. Ogni senso è amplificato: il cibo ha un sapore migliore, i colori sono più vividi e la musica non ha mai avuto un suono così dolce»
Fedeltà vs lealtà
Forse allora potremmo riconoscere il nostro essere fatti di carne, che non è debole, ma è sensibile, e abbandonare l’ossessione per la fedeltà in favore di un’altra virtù: la lealtà. Dal momento che l’amore, credo, arriva un po’ quando vuole, e che niente più di un divieto ha il potere di trasfigurare un flirt di poco conto in uno tsunami emotivo, forse sarebbe leale riconoscersi – e riconoscere alla persona che amiamo – lo spazio per innamorarsi ancora, di godere degli incontri che la vita offre, lunghi o brevi che siano, e di sfruttare ogni possibilità di scoperta e di crescita che i nuovi amori schiudono davanti a sé. «So che hai avuto degli amanti», cantava Franco Battiato con dolcezza infinita in una canzone che racconta un amore lungo una vita, «Bisogna pur passare il tempo, bisogna pur che il corpo esulti». E poi prosegue: «Ma c’è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti». Come si diceva, l’antidoto più potente di fronte alla morte.

Inizialmente ritenuto un suicidio, ora si indaga sulla possibilità che l'ex Noir Desir, già condannato per la morte dell'attrice Marie Trintignant, abbia indotto la donna a uccidersi.