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Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.

Paul e Joanne, un matrimonio all’hollywoodiana

The Last Movie Stars, la docuserie diretta da Ethan Hawke e prodotta da Martin Scorsese, inizia come un omaggio a Paul Newman e Joanne Woodward ma diventa il racconto di un cinema che ormai non esiste più.

18 Ottobre 2022

The Last Movie Stars, la docuserie diretta da Ethan Hawke e prodotta da Martin Scorsese, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e a dicembre su Sky e NOW, è un oggetto strano. Nasce come un omaggio a Paul Newman e Joanne Woodward, e si trasforma velocemente in qualcos’altro: da una parte in uno sforzo comune per celebrare un’epoca, dall’altra in un’occasione per coinvolgere attori e attrici e ripercorrere – attraverso le loro voci e interpretazioni – gli anni d’oro di Hollywood. Newman e Woodward vengono descritti come gli ultimi rappresentanti di una generazione che non esiste più: quella dei veri divi, amati e applauditi per il loro talento e per la loro bellezza, capaci di incarnare ideali precisi e di non essere semplicemente frequentatori occasionali dei red carpet. Newman e Woodward vivevano la loro vita, la vestivano con naturalezza; non esageravano, non accentuavano. Erano star ovunque, in qualunque momento. Sul set, circondati dalle luci, e in strada, in mezzo alle altre persone.

La stessa premessa di The Last Movie Stars è particolare. Come viene raccontato all’inizio del primo episodio, Hawke è stato contattato da uno dei figli di Newman e Woodward per girare un documentario su di loro. Newman aveva cominciato a lavorare a una biografia, ma all’improvviso, senza nessun apparente motivo, aveva cambiato idea e aveva bruciato tutti i nastri delle interviste che aveva raccolto. Fortunatamente lo sceneggiatore Stewart Stern, che lo stava aiutando, aveva fatto trascrivere ogni conversazione. Ed è esattamente da qui che Hawke è partito per la sua serie. Ha chiesto ad amici e colleghi di recitare una parte. George Clooney, per esempio, legge le battute di Paul Newman mentre Laura Linney quelle di Joanne Woodward. The Last Movie Stars è costruita interamente sulle voci, sulle loro intonazioni, sul modo in cui, di volta in volta, vengono recitate le varie trascrizioni. È teatro, in un certo senso. Ed è anche un podcast. Lo stesso Hawke, che tiene insieme tutte le parti e che costruisce la premessa della serie, gioca con la narrazione e si diverte a parlare di sé e della sua esperienza, proprio per restituire un’idea del divismo – inteso nel suo significato più alto e nobile – di Newman e Woodward.

La cosa più interessante di The Last Movie Stars, però, non è il racconto della vita dei due attori e nemmeno la celebrazione dei loro successi e di quello che, con il tempo, hanno finito per rappresentare. È il modo in cui, direttamente e indirettamente, hanno influenzato le altre persone, a cominciare dallo stesso Hawke. Entrare nelle loro vite è un esercizio che va oltre la banale cronaca: diventa cinema, televisione, epica. Avverti la luce smorzata della loro intimità, e riesci a beartene. Perché è nella loro unione, negli sguardi che si cercano, nelle parole di chi li ha conosciuti, che viene fuori ciò che erano davvero. Newman così fascinoso, Woodward così attenta. Hawke e il cast di attori di cui si è circondato scivolano sotto la superficie delle storie già sentite, e vanno giù, in profondità, fino all’essenza delle cose e dei ricordi. E quindi Newman e Woodward, prima ancora di essere grandi nomi dello spettacolo, diventano persone, esseri umani. Con le loro fragilità e ossessioni, con le loro paure e contraddizioni. Ed è probabilmente questo l’omaggio migliore di The Last Movie Stars: il tentativo di voler dire la verità, di non romanzare la cronaca; di seguire una strada diritta, chiara, mai confusa.

Alle immagini di repertorio, con i carpet, i film, le scene di vita privata, si alternano le videocall su Zoom mentre Hawke parla con gli altri attori, dice come fare per trovare le opzioni audio, e indica, sorride, presenta i suoi due cani. Le battute vengono registrate e i dialoghi, lentamente, prendono forma. The Last Movie Stars è un gioco di incastri e di parole: ognuna diversa, piccola, grande, più o meno lunga. Ed è una finestra anche sulla vita di chi, a questa docuserie, ha scelto di prestare la propria voce: è una riunione di amici, di persone che si conoscono da anni, e che decidono di rievocare un mondo e un’epoca che non torneranno più; e mentre lo fanno sono felici, perché sono insieme, anche se solo virtualmente, e perché possono condividere qualcosa di più delle inquadrature piene di librerie, mobili d’epoca e pareti intonacate. Parlano di loro, del mestiere che hanno abbracciato come una missione e della magia che, a volte, non sempre, può regalare.

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